Gesù — la sua vita e il suo messaggio: “Io sono”

Dicembre 18, 2018

di Peter Amsterdam

La porta

[Jesus—His Life and Message: The “I Am” Sayings—The Door]

Nel decimo capitolo del Vangelo di Giovanni, Gesù fece due affermazioni del tipo “Io sono”: In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore1 e Io sono il buon pastore.2 I primi dieci versetti del capitolo contengono il primo detto “Io sono”, che prenderemo in esame in questo capitolo.

Il capitolo inizia così:

In verità, in verità io vi dico: Chi non entra per la porta nell’ovile delle pecore, ma vi sale da un’altra parte, quello è un ladro e un brigante.3

Il termine greco tradotto con ovile indica un recinto di pietre, solitamente collegato a un edificio e a cielo aperto, una specie di cortile. In quell’epoca strutture di questo tipo erano utilizzate per vari scopi. In questo caso, sarebbe stato un recinto in cui un pastore teneva le pecore durante la notte per proteggerle dalle intemperie e dai predatori. Il cortile aveva un ingresso con una porta che, come si legge più avanti nel passaggio, era custodita da un guardiano. All’interno di questo recinto le pecore sarebbero state al sicuro e protette dai predatori come i lupi. Tuttavia, era pur sempre possibile che ladri e briganti scavalcassero i muri ed entrassero nel recinto per rubare una pecora.

Gesù descrisse il pastore, a differenza dei ladri e dei briganti, dicendo: Chi entra per la porta è il pastore delle pecore. A lui apre il portinaio; le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le sue pecore per nome e le conduce fuori.4 L’uomo che custodisce la porta — in altre traduzioni custode o guardiano —conosce il pastore. A differenza dei ladri, il pastore ha legittimo accesso alle pecore.

Le pecore conoscono la voce del pastore. Qualcuno ha commentato:

I pastori di solito erano molto legati alle loro pecore e non era poi tanto difficile, dato che in media la dimensione delle era di circa cento capi. “Chiamare per nome” indica soprattutto familiarità e spesso un certo affetto.5

Un altro scrittore dice:

Una mattina presto vidi uno spettacolo straordinario non lontano da Betlemme. Due pastori avevano evidentemente trascorso la notte con le loro greggi in una grotta. Le pecore erano tutte mescolate ed era giunto il momento che i pastori andassero in direzioni diverse. Uno dei pastori si trovava a una certa distanza dalle pecore e cominciò a chiamare. Prima uno, poi un altro, poi quattro o cinque animali corsero verso di lui, e così via fino a quando non ebbe contato tutto il suo gregge.6

Le pecore riconoscono la voce e il richiamo del loro pastore e rispondono di conseguenza.

Il capitolo 10 di Giovanni continua:

Quando ha fatto uscire le sue pecore, va davanti a loro; e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Non seguiranno però alcun estraneo, ma fuggiranno lontano da lui, perché non conoscono la voce degli estranei.7

Il pastore precede il gregge e le pecore lo seguono, perché gli è stato insegnato a riconoscere la sua voce e i suoi comandi. I pastori a volte usavano una specie di flauto e trasmettevano le istruzioni al gregge mediante le diverse melodie che suonavano. Quando il pastore si preparava a condurre le pecore fuori dall’ovile, usava un richiamo speciale; se invece usava un flauto suonava una melodia specifica e le pecore rispondevano seguendolo. Uno scrittore ha osservato:

Sembra che gli estranei, anche se indossano gli abiti del pastore e cercano di imitare la sua chiamata, riescano solo a far fuggire le pecore. Le pecore conoscono la voce del loro pastore, ma non conoscono e non rispondono a quella di uno sconosciuto.8

Poi leggiamo:

Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa stesse loro parlando.9

La parola greca paroimia, tradotta conquesta similitudine, è usata solo due volte nel Nuovo Testamento: qui e in 2 Pietro 2,22, dove è tradotta come proverbio. La definizione di paroimia è: un detto che esce dal solito stile o che si discosta dal solito modo di parlare. In altre versioni è tradotto con “parabola”.

Leggiamo che coloro che ascoltavano Gesù non lo capirono. Chi erano i suoi ascoltatori? Il capitolo precedente termina con la frase di Gesù ai Farisei: Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, perciò il vostro peccato rimane.10 Così si intende che coloro che non capivano erano molto probabilmente i Farisei.

Perciò Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti quelli che sono venuti prima di me sono stati ladri e briganti, ma le pecore non li hanno ascoltati»11

Dicendo di essere la porta dell’ovile, Gesù fece notare che era Lui a proteggere le pecore. Tuttavia, il riferimento a quelli che erano venuti prima di Lui è difficile da capire, perché non è chiaro chi fossero gli altri. In un certo senso, quelli che erano venuti prima di Lui potrebbero essere visti come gli uomini di Dio che avevano preceduto Gesù, persone come Abramo, Mosè, i profeti e Giovanni Battista. Ma è improbabile che si riferisse a loro, perché Gesù aveva parlato positivamente di questi predecessori.12

Molto più probabilmente Gesù si metteva in contrasto con la gerarchia religiosa ebraica del suo tempo, che era più interessata al proprio benessere che alla cura del popolo. Nei Vangeli i farisei sono definiti amanti del denaro.13 Gesù definisce gli scribi come quelli che divorano le case delle vedove.14

Il riferimento alle case delle vedove può essere inteso in diversi modi: accettare dalle vedove il pagamento per l’assistenza e la consulenza legale, anche se ciò era proibito; imbrogliare le vedove nel loro ruolo di custodi dei beni del marito; approfittare dell’ospitalità delle vedove; gestire male le proprietà delle vedove; prelevare denaro dalle vedove per le lunghe preghiere fatte per loro conto; prendere le loro case in pegno per debiti che non potevano essere pagati.15

Essendo la porta, Gesù proteggeva le pecore dai ladri e dai briganti a cui invece la porta era chiusa. Ma non sempre le porte rimangono chiuse; e Gesù fa riferimento a se stesso come alla porta aperta a coloro che entrano attraverso di Lui.

Io sono la porta; se uno entra per mezzo di me, sarà salvato; entrerà, uscirà e troverà pascolo.16

Alle pecore non viene negato l’ingresso attraverso la porta aperta; è il loro ingresso nel cortile, in un luogo sicuro.

L’affermazione, se qualcuno entra per mezzo di me, sarà salvato, ricorda altri detti simili di Gesù e ci fa capire quant’è larga la rete che getta per rendere disponibile la salvezza.

Io sono il pane vivente che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.17

Se qualcuno vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, oppure se io parlo da me stesso.18

In verità, in verità vi dico che, se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte in eterno.19

Anche se è un aperto invito alla salvezza, è solo attraverso Gesù che vi si può accedere. Come disse Gesù: Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.20 Un autore ha scritto:

Le parole “attraverso di me” hanno grande rilievo; è Lui e nessun altro a permettere alle persone di accedere alla salvezza. C’è una certa esclusività nelle parole “la” porta. Se c’è una sola porta, le persone devono entrare da essa o rimanere fuori. Non possono esigere un’altra porta.21

La morte di cui parlava Gesù non era la morte fisica, ma la morte spirituale, perché anche se moriremo fisicamente, il nostro spirito vivrà per sempre.

Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi con la sua potenza.22

Colui che risuscitò il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù, e ci farà comparire con voi alla sua presenza.23

Gesù conclude facendo un confronto tra Se stesso e chi è un ladro o un brigante.

Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; ma io sono venuto affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.24

In questo caso il ladro non si limita a rubare, ma uccide. L’idea è che il ladro rubava le pecore per macellarle e mangiarle. In questo Vangelo, essere distrutti o perduti è in contrasto con l’avere la vita eterna.

Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.25

È questa la volontà del Padre che mi ha mandato: che io non perda niente di tutto quello che egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.26

Contrariamente al ladro che viene a uccidere e distruggere, Gesù è venuto perché noi potessimo avere la vita.

In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.27

Infatti come il Padre risuscita i morti e dà loro la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole.28

Questa infatti è la volontà di colui che mi ha mandato: che chiunque viene alla conoscenza del Figlio e crede in lui, abbia vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.29

Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.30

Nella prima parte del capitolo 10 di Giovanni, Gesù è raffigurato come la porta che tiene lontani i ladri e i briganti, proteggendo così le pecore, oltre a essere la porta della salvezza per le pecore. Nel resto del capitolo, Gesù continua dicendo di essere il buon pastore che ama le sue pecore e se ne prende cura; tratteremo questo aspetto nel prossimo articolo.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Giovanni 10,7.

2 Giovanni 10,11.

3 Giovanni 10,1.

4 Giovanni 10,2–3.

5 Keener, The Gospel of John, A Commentary, Volume 2, 805.

6 In the Steps of the Master (London, 1931), 155, come citato in Morris, The Gospel According to John.

7 Giovanni 10,4–5.

8 Morris, The Gospel According to John, 448.

9 Giovanni 10,6.

10 Giovanni 9,41.

11 Giovanni 10,7–8.

12 Giovanni 8,39–40; 5,46–47; 5,33.35.

13 Luca 16,14.

14 Marco 12,40.

15 Stein, Mark, 575.

16 Giovanni 10,9.

17 Giovanni 6,51.

18 Giovanni 7,17.

19 Giovanni 8,51.

20 Giovanni 14,6.

21 Morris, The Gospel According to John, 452.

22 1 Corinzi 6,14.

23 2 Corinzi 4,13–14 NR.

24 Giovanni 10,10.

25 Giovanni 3,16.

26 Giovanni 6,39.

27 Giovanni 5,24.

28 Giovanni 5,21.

29 Giovanni 6,40.

30 Giovanni 8,12.


Pubblicato originariamente in inglese il 17 aprile 2018.