Gesù, la sua vita e il suo messaggio: la morte di Gesù (parte 1)

Gennaio 17, 2023

di Peter Amsterdam

[Jesus—His Life and Message: The Death of Jesus (Part 1)]

I quattro Vangeli raccontano tutti la morte di Gesù sulla croce.1 Anche se ognuno di questi passi copre lo stesso avvenimento, i quattro autori raccontano la storia a modo loro. Questo e i prossimi articoli sulla crocifissione di Gesù si baseranno in genere sul Vangelo di Matteo, includendo anche alcuni punti dagli altri Vangeli.

Dopo il processo a Gesù, Pilato decise di accogliere le richieste dei capi dei sacerdoti e degli anziani, così liberò Barabba, che era stato incarcerato per insurrezione e omicidio. Poi abbandonò Gesù alla loro volontà.2 Nei Vangeli di Matteo e di Marco, leggiamo che prima di consegnare Gesù ai capi dei sacerdoti Pilato lo aveva fatto flagellare. La Bibbia NLT dice: Così Pilato liberò loro Barabba. Ordinò che Gesù fosse fustigato con un flagello dalle punte di piombo, poi lo consegnò ai soldati romani perché fosse crocifisso.3

Allora i soldati del governatore portarono Gesù nel pretorio e radunarono attorno a lui tutta la coorte.4

I soldati del governatore facevano parte dell’esercito romano. Da questo punto in poi Gesù non era più sotto il controllo del sinedrio ebraico; sarebbero state le autorità romane a eseguire la sentenza di morte. Alcune Bibbie traducono “coorte” con corpo di guardia. La coorte che si radunò intorno a Lui poteva avere fino a seicento soldati, o più probabilmente duecento, perché entrambi i numeri a volte indicavano una coorte. I soldati del quartier generale del governatore si radunarono per divertirsi alle spese di Gesù, schernendolo.

E, spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto;5

Poiché Gesù era stato condannato per aver detto di essere un re, i soldati usarono quel tema per schernirlo prima della crocifissione. Iniziarono togliendoli i vestiti e sostituendoli con un mantello scarlatto. Lo scarlatto era un colore simile alla porpora, il colore utilizzato dai reali.

Intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra…6

Dato che i re indossavano una corona, i soldati intrecciarono qualche tipo di pianta spinosa per formare una corona. Questa, non solo avrebbe preso in giro la sua posizione regale, ma avrebbe aumentato la sua sofferenza e il suo dolore. Siccome i re hanno uno scettro, i soldati gli misero in mano una “canna”, probabilmente di bambù o qualcosa del genere.

…e, inginocchiandosi davanti a lui, lo schernivano, dicendo: «Salve, re dei Giudei!» E gli sputavano addosso, prendevano la canna e gli percotevano il capo.7

Anche se i Vangeli di Marco e di Giovanni riferiscono, come Matteo, che i soldati salutarono Gesù per scherno dicendogli «Salve, re dei Giudei!», solo quello di Matteo dice che lo schernirono inginocchiandosi davanti a Lui. Oltre a insultarlo verbalmente, dimostrarono il loro disprezzo sputandogli addosso. Uno scrittore spiega: Aggiungendo sputi e ripetute percosse, la scena combina la crudeltà con un disonore esagerato.8

E, dopo averlo schernito, lo spogliarono del manto e lo rivestirono dei suoi abiti; poi lo condussero via per crocifiggerlo.9

Non ci viene detto quanto tempo durarono questi scherni, ma alla fine i soldati gli tolsero il mantello che gli avevano messo addosso e gli rimisero i suoi vestiti. I criminali crocifissi dai Romani di solito erano nudi, quindi rivestire Gesù mentre camminava verso il luogo in cui sarebbe stato crocifisso fu probabilmente una concessione alla riluttanza ebraica al mostrare la nudità in pubblico. Nessuno dei Vangeli dice se la corona di spine gli fu tolta, ma probabilmente non fu così; se l’avessero tolta, sarebbe stato indicato specificamente, come per la rimozione del mantello.

Anche se durante l’interrogazione di Gesù erano presenti molti soldati nel quartier generale, è probabile che quando lo condussero via per crocifiggerlo solo alcuni lo scortarono al luogo della crocifissione. Normalmente solo quattro soldati erano assegnati alla crocifissione di un uomo.10

Mentre uscivano, trovarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la croce di Gesù.11

Tutti i Vangeli dicono che Gesù portò la croce. I tre Vangeli sinottici12 parlano di Simone, proveniente da Cirene (nell’odierna Libia), che aiutò Gesù a portare la croce, mentre il Vangelo di Giovanni non ne fa cenno.

In genere per le esecuzioni si usavano tre tipi di croce: la crux decussata, a forma di X; la crux commissa, che era a forma di T (maiuscola) [croce tau]; e la crux immissa, che era a forma di t minuscola [croce latina]. È probabile che la croce di Gesù fosse la crux immissa, perché vedremo che in seguito appesero un cartello sopra la sua testa,13 cosa che sarebbe stata impossibile su una croce a forma di X o di T.

Nel portare la crux immissa, il condannato non doveva portare l’intera croce, ma solo la trave trasversale. La trave verticale rimaneva ficcata nel terreno, solitamente in un luogo visibile come una piazza o appena fuori dalle mura cittadine, come ammonizione e deterrente per le infrazioni alla legge. Quando portava la trave trasversale, la persona che sarebbe stata crocifissa la trasportava appoggiata alla nuca, tenendola con le mani.

È probabile che Simone, il Cireneo, fosse stato costretto dai soldati romani a portare la croce di Gesù perché avevano visto che Gesù era troppo debole per portarla fino al luogo dell’esecuzione. Preferirono che arrivasse vivo sulla croce, invece di morire per strada.

Nel Vangelo di Luca leggiamo che Gesù parlò alle donne che si lamentavano per lui.

Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che facevano cordoglio e lamento per lui. Ma Gesù, voltatosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figli. Perché, ecco, i giorni vengono nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno partorito e le mammelle che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadeteci addosso”; e ai colli: “Copriteci”. Perché se fanno questo al legno verde, che cosa sarà fatto al secco?» 14

In mezzo al grande gruppo di persone che seguirono Gesù fino al luogo dove sarebbe stato crocifisso c’erano alcune donne che piangevano e si lamentavano per Lui Gesù le chiama “figlie di Gerusalemme”, il che indica che probabilmente erano abitanti della città, piuttosto che Galilee venute a Gerusalemme per la Pasqua.

Nonostante la sua sofferenza e la sua morte imminente, Gesù si fermò per avvertire le donne e i bambini di ciò che li aspettava nel prossimo futuro, quando i Romani sarebbero venuti e avrebbero decimato la città e i suoi abitanti, a causa dei peccati della nazione e del rifiuto del loro Salvatore. La vita sarebbe diventata così dura che non avere figli sarebbe stata considerata una benedizione, in contrasto con la veduta normale che i figli sono una benedizione, un dono di Dio.

La prossima cattura e distruzione di Gerusalemme sarebbe stata così terribile che gli abitanti della città avrebbero desiderato una fine rapida della loro vita, perché la morte sarebbe stata preferibile al terribile squallore che avrebbero incontrato. Sarebbero arrivati a desiderare che i monti cadessero su di loro e le colline li coprissero.

L’ultimo versetto — Perché se fanno questo al legno verde, che cosa sarà fatto al secco? — è difficile da spiegare. Nel complesso, i tre commentatori che uso per il Vangelo di Luca danno quindici possibili interpretazioni di questo versetto. Uno di loro conclude che il significato più probabile è: Se Dio non ha risparmiato Gesù, tanto meno sarà risparmiata la nazione impenitente [Israele ai tempi di Gesù] quando giungerà il giudizio divino?15

(Continua.)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Matteo 27, Marco 15, Luca 23, Giovanni 19.

2 Luca 23,25.

3 Matteo 27,26 NLT.

4 Matteo 27,27.

5 Matteo 27,28.

6 Matteo 27,29.

7 Matteo 27,29–30.

8 France, The Gospel of Matthew, 1063.

9 Matteo 27,31.

10 Morris, The Gospel According to Matthew, 712.

11 Matteo 27,32.

12 Matteo, Marco e Luca.

13 Matteo 27,37.

14 Luca 23,27–31.

15 Bock, Luke Volume 2: 9:51–24:53, 1847.


Pubblicato originariamente in inglese il 29 marzo 2022.