Gesù – la sua vita e il suo messaggio: i miracoli (parte 13)
Gennaio 9, 2018
di Peter Amsterdam
Gesù – la sua vita e il suo messaggio: i miracoli (parte 13)
Scacciare demòni* (parte 3)
[Jesus—His Life and Message: Miracles—Casting Out Demons (Part 3)]
Il secondo dei due racconti di come Gesù scacciò i demoni, di cui ci occuperemo in questa serie, dice che avvenne sulla costa meridionale del Mare di Galilea. Ebbe luogo in una zona chiamata Decapoli, che era una lega di dieci antiche città greche nella Palestina orientale, formata dopo la conquista romana nel 63 a.C. La zona era abitata prevalentemente da greci e queste città erano centri del commercio e della cultura ellenistica. I Vangeli ne parlano tre volte.1
La storia dell’indemoniato di questa regione viene raccontata nei tre Vangeli sinottici.2 Qui prenderemo in esame la versione più lunga, nel Vangelo di Marco, con alcuni punti tratti da Matteo e Luca. 3 In Marco (e Luca), l’avvenimento segue l’episodio in cui Gesù calmò le acque dopo essere stato svegliato dai discepoli, che avevano paura che la barca su cui si trovavano potesse affondare.4
Comincia con:
Così giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gadareni.5
In Matteo è chiamato il paese dei Ghergheseni.6 I commentatori della Bibbia hanno varie teorie sul motivo per cui si parla di due località diverse, riferite a cittadine nelle vicinanze, a una distanza tra gli otto e i cinquanta chilometri. Ma sono tutti fondamentalmente d’accordo che la zona in cui Gesù toccò la riva era la campagna collegata a una città abbastanza vicina che faceva parte della Decapoli – una zona abitata da Gentili, nel senso che la maggior parte della popolazione non era ebrea. Questo viene sottolineato in seguito, quando leggiamo che c’era un branco di maiali di considerevoli dimensioni. Nessun ebreo praticante avrebbe avuto un simile branco, perché i maiali erano impuri e allevarli sarebbe stato contrario alla legge ebraica. Ai giorni di Gesù, i maiali erano diventati in un certo senso il simbolo del paganesimo.7
Appena Gesù fu smontato dalla barca, gli venne subito incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo, il quale aveva nei sepolcri la sua dimora; nessuno poteva più tenerlo legato neppure con una catena. Poiché spesso era stato legato con ceppi e con catene, ma le catene erano state da lui rotte, e i ceppi spezzati, e nessuno aveva la forza di domarlo. Di continuo, notte e giorno, andava tra i sepolcri e su per i monti, urlando e percotendosi con delle pietre.8
Veniamo a sapere che quest’uomo sfortunato veniva dai sepolcri. Luca indica chiaramente che l’uomo viveva tra i sepolcri.
Già da lungo tempo era posseduto da demoni e non indossava vesti, e non abitava in alcuna casa, ma tra i sepolcri.
Vivere in mezzo alle tombe l’avrebbe reso ritualmente impuro, a causa del contatto con i morti. Era quindi considerato impuro per due motivi diversi: perché viveva in mezzo alle tombe e perché aveva uno spirito immondo.
Il Vangelo di Luca ci spiega che in passato anche quando lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, spezzava i legami, e veniva trascinato via dal demonio nei deserti.9 Marco aggiunge altri particolari, raccontando come lo spirito influenzava l’uomo. Era autolesionista, urlava continuamente e si picchiava con delle pietre. Era pericoloso anche per gli altri e spesso era stato legato con catene e con ceppi. Era antisociale e bandito dalla società. Manifestava le quattro caratteristiche della pazzia secondo il giudaismo: correre in giro di notte, passare le notti in un cimitero, strapparsi i vestiti e distruggere quello che si è ricevuto.10 Inoltre possedeva una forza incontrollabile, tanto da poter spezzare le catene e i ceppi. Tutto ciò dimostra la grande forza di questo demonio o, come vedremo presto, dei molteplici spiriti maligni che lo possedevano. Questo poveretto soffriva tremendamente e a quanto pare già da molto tempo.
Quando vide Gesù da lontano, corse, gli si prostrò davanti e a gran voce disse: «Che c’è fra me e te, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Io ti scongiuro, in nome di Dio, di non tormentarmi». Gesù, infatti, gli diceva: «Spirito immondo, esci da quest’uomo!»11
Controllato dallo spirito maligno, l’uomo si prostra davanti a Gesù. Questo non è un gesto di adorazione, ma di ammissione della potenza superiore di Gesù. Attraverso l’uomo, il demonio confessa chi è Gesù, come fecero altri demoni nei Vangeli.12 Le parole “Dio altissimo” sono particolarmente importanti in questo ambiente “gentile”, dato che quasi sempre sono poste sulle labbra di pagani o in un contesto pagano.13 Nelle Scritture, la frase “che c’è fra me e te” è generalmente utilizzata in situazioni di antagonismo. Davide disse: «Che ho io da fare con voi, o figli di Tseruiah, che vi mostrate oggi miei avversari?”14 Può essere interpretata con l’idea di “perché ti metti in mezzo?” o “fatti gli affari tuoi”.15
Implorando Gesù di non tormentarlo. Il demonio usa la parola “scongiuro”, che nelle Scritture è utilizzata quando si fa un esorcismo e quindi non è normalmente sulle labbra di un demonio che sta per essere scacciato.16 L’implorazione del demonio dimostra che gli spiriti maligni sanno che la potenza di Gesù è immensamente superiore alla loro e che Gesù ha il potere di tormentarli. Questo tormento potrebbe riferirsi al loro giudizio finale, come viene espresso in Matteo: Sei tu venuto qui, per tormentarci prima del tempo?17 E in Luca: Ed essi lo pregavano che non comandasse loro di andare nell’abisso.18 Può essere visto anche come un riferimento a un tormento immediato, quello di essere scacciati dalla loro abitazione nell’uomo. Entrambi i casi dimostrano che Gesù ha il potere di tormentarli e che loro lo riconoscono e lo ammettono. È piuttosto ironico che chi torturava questo poveretto implori Gesù di non torturare loro.
Poi Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?». E quello rispose, dicendo: «Io mi chiamo Legione, perché siamo molti». E lo supplicava con insistenza perché non li mandasse fuori da quella regione.19
Nelle antiche opere letterarie ebraiche non-bibliche, ottenere il nome di un demonio era una parte importante di una formula esorcistica, anche se non nel caso di Gesù. Questo è il solo esorcismo descritto nei Vangeli in cui si chiede e si ottiene il nome di un demonio.20 In questo caso il nome, Legione, indica l’intensità della possessione nell’uomo, perché gli spiriti maligni che lo possedevano erano molti. La parola “legione” deriva dal latino e si riferisce a una formazione dell’esercito romano, composta da cinque a seimila soldati. Ciò non vuol dire che l’uomo fosse posseduto da cinquemila o più demoni, ma che ce n’erano molti e quindi essi costituivano una forza notevole. Anche in altri punti dei Vangeli leggiamo di possessioni multiple:
Certe donne, che erano state guarite da spiriti maligni e da infermità: Maria, detta Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni…21
Va allora a prendere con sé altri sette spiriti peggiori di lui, i quali entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima.22
Non è chiaro l’esatto motivo per cui i demoni chiesero a Gesù di permettere loro di restare in quel territorio, ma il fatto che lo implorarono di non mandarli lontano indica che Gesù aveva potere su di loro.
Or vi era là, sul pendio del monte, un grande branco di porci che pascolava. Allora tutti i demoni lo pregarono, dicendo: «Mandaci nei porci, perché entriamo in essi».23
Non è chiaro perché i demoni volessero entrare nei maiali. I porci aggiungono qualcosa all’impurità dell’intera situazione: l’uomo arrivato dalle tombe impure, che ha uno spirito impuro, in un paese impuro, con dei demoni impuri che chiedono di essere mandati in suini impuri.
Egli lo permise loro. Gli spiriti immondi, usciti, entrarono nei porci, e il branco si gettò giù a precipizio nel mare. Erano circa duemila e affogarono nel mare.24
Gesù, che controlla la situazione con il suo potere, permette ai demoni di entrare nei maiali. Anche se consente loro di farlo, essi non hanno altra scelta che uscire dall’uomo, perché l’autorità suprema di Gesù su di loro ha il sopravvento. Il numero dei maiali in cui entrano i demoni – duemila – rispecchiano il nome “Legione”. Riflettono anche la potenza e l’intensità delle forze che avevano sottoposto quest’uomo al loro controllo. La morte dei maiali illustra la natura distruttiva di questi spiriti. Tuttavia, nonostante tutta la loro potenza, avevano dato segno fin dall’inizio di riconoscere l’autorità superiore di Gesù e di sottomettersi a essa.25
Allora quelli che custodivano i porci fuggirono e diffusero la notizia in città e per le campagne; e la gente venne a vedere ciò che era accaduto. Giunti che furono da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. E quelli che avevano visto l’accaduto, raccontarono loro ciò che era successo all’indemoniato e il fatto dei porci. Allora essi cominciarono a pregarlo che se ne andasse dal loro territorio.26
L’uomo era completamente guarito! Era vestito e ritornato alla normalità. Naturalmente i duemila maiali erano morti, causando una perdita economica ai loro proprietari, ma non è su questo che pone attenzione il racconto. Quando la gente del posto vide l’uomo seduto alla presenza di Gesù invece di vivere in mezzo ai sepolcri, vestito invece che nudo, e sano di mente invece di urlante, provarono timore e chiesero a Gesù di andarsene.
Gesù asseconda la richiesta di partire dalla zona e l’attenzione ritorna sull’uomo guarito.
Mentre egli saliva sulla barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di poter rimanere con lui; ma Gesù non glielo permise; gli disse invece: «Va’ a casa tua dai tuoi e racconta loro quali grandi cose il Signore ti ha fatto e come ha avuto pietà di te». Egli se ne andò e cominciò a predicare per la Decapoli tutto quanto Gesù gli aveva fatto; tutti restavano meravigliati.27
Le parole usate dall’uomo appena liberato per implorare Gesù di “poter rimanere con Lui” sono identiche a quelle usate quando Gesù ordinò i dodici apostoli:
Ne costituì dodici perché stessero con lui e potesse mandarli a predicare.28
Vista la somiglianza, si potrebbe interpretarlo come se l’uomo avesse chiesto di unirsi ai discepoli per seguire Gesù. Anche se Gesù non gli permise di diventare uno degli apostoli, non gli impedì di diventare un credente, un discepolo. Gli indicò invece di diventare un testimone della bontà e della potenza di Dio, di raccontare agli altri ciò che Gesù aveva fatto per lui, proprio come incaricò i anche suoi discepoli e tutti i Cristiani di fare. L’uomo fu fedele al suo compito e diffuse la notizia nel territorio della Decapoli.
Scrivendo a riguardo della risposta di Gesù alla richiesta dell’uomo di restare con lui, un autore fa alcuni commenti importanti sul discepolato.
Invece, Gesù gli dice di tornare al suo villaggio e riprendere una vita normale, con la differenza che dovrà essere un discepolo. La risposta di Gesù indica che è impossibile avere una definizione stereotipata del discepolato. Una persona è condotta via dalla sua casa e dalla sua famiglia,29 un’altra è rimandata da loro contrariamente ai suoi desideri.30
Questo racconto parla di come Gesù viaggiò in un paese pagano, che gli Ebrei avrebbero considerato un territorio impuro, incontrando un uomo posseduto da una moltitudine di spiriti impuri, che Gesù scacciò in maiali impuri che poi si precipitarono in acqua e morirono – purificando così non solo l’uomo, ma in un certo senso anche il paese da suini impuri e spiriti maligni impuri. In tutto questo si manifestò la potenza di Gesù. Nemmeno una “legione” di demoni poteva reggere davanti a Lui; sapevano bene che era più forte di loro.
(Questo argomento continuerà in “Scacciare i demòni, parte quattro”.)
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
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1 Matteo 4,25; Marco 5,20, 7,31.
2 Matteo, Marco, e Luca.
3 Nella versione di Matteo di questa storia ci sono due uomini posseduti dai demoni invece che uno come raccontano Marco e Luca. I commentatori biblici offrono una gran varietà di possibilità del perché nel racconto di Matteo ci fossero due indemoniati invece di uno solo, ma nessuno ne conosce per certo il motivo.
4 Marco 4,35–41. Vedi Gesù, la sua vita e il suo messaggio: i miracoli (parte 9)
5 Marco 5,1.
6 Matteo 8,28.
7 Witherington, The Gospel of Mark, 179. Vedi Matteo 7,6; Luca 15,16; 2 Pietro 2,21–22.
8 Marco 5,2–5 NR.
9 Luca 8,29.
10 Guelich, Mark 1–8:26, 278.
11 Marco 5,6–8.
12 Marco 1,24, 34; Luca 4,34.
13 Guelich, Mark 1–8:26, 279. Vedi Genesi 14,18–20; Numeri 24,16; Isaia 14,14; Daniele 3,26; 4,2.
14 2 Samuele 19,22.
15 Witherington, The Gospel of Mark, 181.
16 Or alcuni esorcisti itineranti giudei tentarono anch'essi d'invocare il nome del Signore Gesù su quelli che avevano degli spiriti maligni, dicendo: «Io vi scongiuro, per quel Gesù che Paolo annuncia» (Atti 19,13).
17 Matteo 8,29.
18 Luca 8,31.
19 Marco 5,9–10.
20 Stein, Mark, 255.
21 Luca 8,2.
22 Matteo 12,45.
23 Marco 5,11–12.
24 Marco 5,13 NR.
25 Guelich, Mark 1–8:26, 282.
26 Marco 5,14–17.
27 Marco 5,18–20.
28 Marco 3,14.
29 Marco 1,16–20.
30 Witherington, The Gospel of Mark, 184.
*C’è una certa differenza tra dèmone, dèmoni e demònio, demòni. Dèmone, nella storia delle religioni, nonché nella filosofia platonica, è una divinità inferiore, intermedia tra il divino e l’umano, una specie di “genio” che influisce beneficamente o maleficamente sulle azioni umane. Nella tradizione cristiana, demònio è sinonimo di diavolo, spirito e simbolo del male [NdT].
Pubblicato originariamente in Inglese il 4 luglio 2017.