Gesù — la sua vita e il suo messaggio: la missione dei Settantadue (parte 2)

Maggio 14, 2019

di Peter Amsterdam

Jesus—His Life and Message: The Mission of the Seventy-Two, Part 2

Nell’articolo precedente abbiamo visto che Gesù parlò del giudizio che avrebbero subito le città che non avessero ricevuto il messaggio dei settantadue messaggeri; un giudizio più severo di quello della città di Sodoma, nel Vecchio Testamento, che era stata distrutta dal fuoco sceso dal cielo.1 Poi proseguì sul tema del giudizio, diretto contro specifiche città di Israele che avevano rifiutato Lui e il suo messaggio.

Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! Perché se in Tiro e in Sidone fossero state fatte le potenti opere compiute in voi, già da tempo si sarebbero ravvedute, vestendosi di sacco e sedendo nella cenere. Perciò nel giorno del giudizio Tiro e Sidone saranno trattate con più tolleranza di voi. E tu, Capernaum, che sei stata innalzata fino al cielo, sarai abbassata fin nell’inferno.2

Gesù paragonò due città in particolare alle antiche città di Tiro e Sidone. Betsaida si trovava a nordest del fiume Giordano, a circa otto chilometri da Capernaum, o Cafarnao. Non si conosce la posizione di Corazin, anche se alcuni commentatori suggeriscono che fosse anch’essa vicino a Capernaum.

Il destino di Tiro e Sidone a cui Gesù si riferisce qui è descritto nel libro di Ezechiele:

Perciò così dice il Signore, l’Eterno: «Ecco, io sono contro di te, o Tiro. Io farò salire contro di te molte nazioni, come il mare fa salire le proprie onde. Esse distruggeranno le mura di Tiro e abbatteranno le sue torri; spazzerò via da essa anche la sua polvere e la renderò come un’arida roccia».3

Deprederanno le tue ricchezze, saccheggeranno le tue mercanzie, abbatteranno le tue mura, distruggeranno le tue case deliziose e getteranno in mezzo all’acqua le tue pietre, il tuo legname e il tuo suolo.4

Ecco, io sono contro di te, o Sidone. […] Manderò su di lei la peste e il sangue nelle sue vie; in mezzo ad essa cadranno gli uccisi dalla spada, mandata contro di lei da ogni parte.5

Vestirsi di sacco e ricoprirsi di cenere era un modo per esprimere contrizione, lutto e pentimento. La tela di sacco, o anche cilicio, era fatta di peli di capra ed era molto ruvida. A volte si cospargevano il capo di cenere o si sedevano in essa.6 L’affermazione che se società empie come quelle di Tiro e Sidone avessero visto i miracoli di Gesù si sarebbero pentite, al contrario di Corazin e Betsaida che non l’avevano fatto, è una forte condanna espressa contro queste due città dei suoi tempi.

Poi Gesù parlò specificamente di Capernaum:

E tu, Capernaum, sarai forse innalzata fino al cielo? No, tu scenderai fino all’Ades.7

Tutti e quattro i Vangeli raccontano che Gesù passò del tempo a Capernaum. Secondo il Vangelo di Matteo Gesù abitava là:

Poi lasciò Nazaret e venne ad abitare a Capernaum, città posta sulla riva del mare, ai confini di Zabulon e di Neftali.8

Lo dice anche il Vangelo di Marco:

Alcuni giorni dopo, egli entrò di nuovo in Capernaum e si venne a sapere che egli si trovava in casa.9

Fu lì che guarì il servo del centurione,10 dove gli esattori gli chiesero se aveva pagato la tassa di due dracme,11 dove insegnò nella sinagoga di sabato,12 dove andò con sua madre e i suoi fratelli13 e dove andò dopo aver attraversato il lago.14 A Capernaum era ben conosciuto e molto probabilmente fece molti miracoli. Un commentatore afferma che quel paese fungeva da centro del ministero di Gesù.15

Nonostante avesse visto molti dei miracoli di Gesù, apparentemente Capernaum rimase per lo più insensibile al suo messaggio. Per questo il destino della città sarebbe stato simile a quello di Corazin e Betsaida. Sembra che i suoi abitanti avessero una grande opinione di sé. La risposta alla domanda se Capernaum sarebbe stata esaltata era chiaramente un no. Erano diretti nella direzione opposta: tu scenderai fino all’Ades. Nel Nuovo Testamento il nome proprio greco Ades è tradotto con tomba, morte, inferi e inferno. Nel Vecchio Testamento, il nome ebraico Sheol è tradotto come inferi, tomba e inferno. Entrambe le parole si riferiscono al luogo in cui sono puniti i morti iniqui. Il destino di queste città che respinsero Gesù sarebbe stato identico.

Poi Gesù ebbe una parola finale per i discepoli, prima di mandarli nella loro missione.

Chi ascolta voi, ascolta me; chi disprezza voi, disprezza me; e chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato.16

Questo accentuava l’importanza dei messaggeri, che rappresentavano Gesù davanti agli altri. Quando parlavano, proferivano le parole di Gesù; le persone che li ascoltavano, ascoltavano Gesù. Allo stesso modo, le persone rifiutavano Gesù se rifiutavano i suoi messaggeri o il suo messaggio. Cosa ancora più importante, se respingevano Gesù, respingevano Dio stesso — Colui che aveva mandato Gesù.

Dopo aver ricevuto l’incarico, i settantadue uscirono a predicare il messaggio. Non ci viene detto quanto tempo stettero via le trentasei squadre di due persone; sappiamo solo che ricevettero le istruzioni di andare, pregare per nuovi operai, non portare provviste con sé e accettare l’ospitalità di chi gliela offriva mentre predicavano il vangelo e guarivano gli ammalati. Erano stati mandati come rappresentanti di Gesù e del suo messaggio e la loro missione fu un successo.

I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».17

Anche se prima della loro partenza Gesù li aveva istruiti su cosa fare in caso avessero incontrato un rifiuto, sembra che la missione dei settantadue abbia avuto successo, perché ritornarono pieni di gioia. Erano entusiasti soprattutto della loro autorità sopra i demoni. Il potere di esorcizzare i demoni non era stato menzionato specificamente nelle istruzioni che Gesù aveva dato prima della loro partenza, ma, come rappresentanti di Gesù, avevano potere anche sopra i demoni. Scacciare i demoni nel nome di Gesù significava che, come i dodici, anche i settantadue lo facevano mediante il potere che veniva da Lui. Chiamati insieme i suoi dodici discepoli, diede loro potere ed autorità sopra tutti i demoni e di guarire le malattie.18

Gesù rispose loro dicendo:

«Io vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore».19

Gesù osservò che l’autorità dei discepoli di scacciare i demoni dimostrava la sconfitta di Satana. Il concetto della caduta di Satana dal cielo proviene dal libro di Isaia:

Come mai sei caduto dal cielo, o Lucifero, figlio dell’aurora? Come mai sei stato gettato a terra, tu che atterravi le nazioni? Tu dicevi in cuor tuo: “Io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio; mi siederò sul monte dell’assemblea, nella parte estrema del nord; salirò sulle parti più alte delle nubi, sarò simile all’Altissimo”. Invece sarai precipitato nello Sceol, nelle profondità della fossa.20

Anche se molto probabilmente Isaia parlava della caduta originale di Satana, la maggior parte degli altri versetti biblici sulla caduta di Satana riguardano la sua futura sconfitta.

Ora il Dio della pace schiaccerà presto Satana sotto i vostri piedi.21

Così il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, che seduce tutto il mondo, fu gettato sulla terra; con lui furono gettati anche i suoi angeli. Allora udii una grande voce nel cielo che diceva: «Ora è giunta la salvezza, la potenza e il regno del nostro Dio e la potestà del suo Cristo, poiché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte».22

Gesù vedeva la predicazione del Vangelo, la guarigione dei malati e l’esorcismo come parte di una serie di eventi che avrebbero portato alla sconfitta finale di Satana.

Poi Gesù parlò del potere che aveva dato ai discepoli:

Ecco, io vi ho dato il potere di calpestare serpenti e scorpioni, e su tutta la potenza del nemico; e nulla potrà farvi del male.23

Nelle Scritture serpenti e scorpioni erano simboli del male.

Liberami, o Eterno, dagli uomini malvagi; proteggimi dagli uomini violenti, che tramano malvagità nel loro cuore; essi si radunano continuamente per far guerra. Aguzzano la loro lingua come il serpente e hanno un veleno di aspide sotto le loro labbra.24

Chi è tra voi quel padre che, se il figlio gli chiede del pane, gli dà una pietra? O se gli chiede un pesce gli dà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli dà uno scorpione?25

Il serpente è anche un simbolo di Satana.

Io temo che, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così talora le vostre menti non siano corrotte e sviate dalla semplicità che si deve avere riguardo a Cristo.26

Così il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, che seduce tutto il mondo, fu gettato sulla terra.27

L’idea che i discepoli calpestassero o schiacciassero serpenti e scorpioni indica l’autorità da loro ricevuta di sconfiggere il potere di Satana.

Gesù proseguì dicendo:

Tuttavia non vi rallegrate del fatto che gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.28

Anche se aveva dato loro autorità e potere, Gesù indicò che il vero motivo per rallegrarsi era che i loro nomi fossero scritti nei cieli. Le parole greche tradotte con “sono scritti” trasmettono l’idea di qualcosa registrato permanentemente.29 Troviamo il concetto dei nomi scritti nei cieli o nel libro della vita in vari punti delle Scritture:

Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita.30

Vidi i morti, grandi e piccoli, che stavano ritti davanti a Dio, e i libri furono aperti; e fu aperto un altro libro, che è il libro della vita.31

Gesù incoraggiò i settantadue, che rappresentano anche tutti quelli che credono in Lui, dicendo che Dio aveva scritto i loro nomi nei cieli.

Non furono solo i settantadue a rallegrarsi al loro ritorno, ma anche Gesù.

In quella stessa ora, Gesù, mosso dallo Spirito Santo, esultò e disse: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli! Sì, Padre, perché così ti è piaciuto.32

Secondo la definizione del termine greco tradotto con esultò, la gioia di Gesù nello Spirito Santo fu veramente grande. In precedenza, in questo stesso Vangelo, leggiamo che lo Spirito Santo discese su di Lui in forma corporea33 e che Lui fu ripieno di Spirito Santo.34

Gesù chiamò Dio suo Padre e Signore del cielo e della terra, indicando sia l’amore e la compassione di Dio come Padre (Abbà)35 sia il suo potere sovrano come Signore del cielo e della terra. Le “cose che Dio ha nascosto” si riferiscono alla presenza del regno di Dio e alla caduta di Satana. Con “sapienti e intelligenti” probabilmente si riferisce ai capi religiosi – i farisei, i sadducei e gli scribi che si opponevano a Lui. Potrebbe anche riferirsi ad altre persone arroganti e ritenute sagge e intelligenti che rifiutavano il suo messaggio. I “piccoli” a cui Gesù rivelò queste cose sono invece i suoi settantadue inviati. Più tardi Gesù disse: In verità vi dico che chi non riceve il regno di Dio come un piccolo fanciullo, non vi entrerà.36

Poi continuò:

Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno conosce chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.37

Gesù afferma che suo Padre ha messo ogni cosa sotto il suo comando, che il potere del Padre risiede anche nel Figlio. Vediamo questo anche in altri versetti:

Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa.38

Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani, e che egli era proceduto da Dio e a Dio ritornava…39

L’affermazione che nessuno sa chi è il Figlio tranne il Padre e chi è il Padre tranne il Figlio, dimostra il rapporto unico di Gesù con il Padre come suo Figlio – un rapporto che nessun altro ha. È solo attraverso Gesù che chiunque può giungere a una vera conoscenza del Padre ed essere salvato. E in nessun altro vi è la salvezza, poiché non c’è alcun altro nome sotto il cielo che sia dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati.40 Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».41

Poi, rivolto verso i discepoli, disse loro in disparte: «Beati gli occhi che vedono le cose che voi vedete, perché vi dico che molti profeti e re hanno desiderato di vedere le cose che voi vedete e non le hanno viste, e di udire le cose che voi udite e non le hanno udite».42

Dopo aver pregato, Gesù parlò privatamente ai suoi discepoli. Ciò indica che in precedenza oltre che ai discepoli si era rivolto anche ad altri, compresi i settantadue. Si rivolse a loro personalmente, dicendo che era una benedizione speciale essere testimoni oculari di simili avvenimenti e trovarsi nella particolare situazione di essere presenti con Gesù.

Molti altri, compresi gli antichi re e profeti avevano desiderato vedere l’arrivo del Messia, essere testimoni della presenza di Dio sulla terra e delle sue opere potenti. Le personalità più spirituali del Vecchio Testamento erano state in attesa delle promesse di Dio, ma l’adempimento di quelle promesse era avvenuto solo con Gesù.

Tutti costoro sono morti nella fede, senza aver ricevuto le cose promesse ma, vedutele da lontano, essi ne furono persuasi e le accolsero con gioia, confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra.43

I discepoli erano beati perché avevano ricevuto il privilegio di vedere l’adempimento di ciò che era stato promesso in tutto il Vecchio Testamento. L’età promessa era arrivata e i discepoli si rallegravano di farne parte. Anche noi possiamo rallegrarci, perché siamo i beneficiari delle promesse di Dio e del loro adempimento in Gesù.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 Genesi 19,24.

2 Luca 10,13–15.

3 Ezechiele 26,3–4.

4 Ezechiele 26,12.

5 Ezechiele 28,22–23.

6 Vedi Giobbe 2,8 e Giona 3,6.

7 Luca 10,15 NR.

8 Matteo 4,13.

9 Marco 2,1.

10 Matteo 8,5–6.

11 Matteo 17,24.

12 Marco 1,21; Luca 4,31.

13 Giovanni 2,12.

14 Giovanni 6,17.

15 Darrell L. Bock, Luke Volume 2 (Grand Rapids: Baker Academic, 1996), 1004.

16 Luca 10,16.

17 Luca 10,17 CEI.

18 Luca 9,1.

19 Luca 10,18.

20 Isaia 14,12–15.

21 Romani 16,20.

22 Apocalisse 12,9–10.

23 Luca 10,19.

24 Salmi 140,1–3.

25 Luca 11,11–12.

26 2 Corinzi 11,3.

27 Apocalisse 12,9.

28 Luca 10,20.

29 Leon Morris, Luke (Downers Grove: InterVarsity Press, 1996), 204.

30 Apocalisse 3,5.

31 Apocalisse 20,12.

32 Luca 10,21.

33 Luca 3,22.

34 Luca 4,1.

35 Per altre informazioni su come Gesù chiama il Padre Abbà, vedi https://directors.tfionline.com/it/post/le-discipline-spirituali-la-preghiera/.

36 Luca 18,17.

37 Luca 10,22.

38 Giovanni 3,35.

39 Giovanni 13,3.

40 Atti 4,12.

41 Giovanni 14,6.

42 Luca 10,23–24.

43 Ebrei 11,13.


Pubblicato originariamente in inglese il 28 agosto 2018.