Il credo (quarta parte)

Agosto 10, 2021

di Peter Amsterdam

[The Creed (Part 4)]

(I punti presentati in questo articolo sono tratti da The Creed, di Luke Timothy Johnson.1)

La terza parte di questa serie di articoli ha preso in esame la parte del credo che si riferisce a Gesù come a un solo Signore, Gesù Cristo. Vediamo che Gesù viene chiamato Signore, cosa che denota la sua divinità. Il suo nome, Gesù, indica che è Lui a salvare il popolo dai suoi peccati; mentre il suo titolo, Cristo, indica il suo ruolo di Unto, di Messia.

Dopo aver affermato che Gesù è Dio, il credo prosegue dichiarando che Gesù venne da Dio Padre e ritornò a Lui in un modo che nessun essere umano ha mai fatto né mai farà. Quando venne da Dio, nascendo come figlio di Maria, mantenne la sua divinità. Quando fu crocifisso e morì, risuscitò dai morti e ritornò da dove era venuto. I primi credi passavano dalla dichiarazione di “uno solo Signore, Gesù Cristo” direttamente a parlare delle azioni da Lui fatte in forma umana. Comunque, a causa di alcune false dottrine sorte nel quarto secolo, divenne necessario aggiungere altre informazioni per confermare l’unicità di Gesù come Figlio di Dio.

La parte del credo che parla di questo è:

Credo in un solo Signore, Gesù Cristo,

 unigenito Figlio di Dio,

 nato dal Padre prima di tutti i secoli:

 Dio da Dio, Luce da Luce,

 Dio vero da Dio vero,

 generato, non creato,

 della stessa sostanza del Padre;

 per mezzo di lui tutte le cose sono state create.

Il figlio unigenito di Dio

Gesù è chiamato Figlio unigenito di Dio. All’epoca in cui fu formulato il credo, c’erano persone che cedevano che Gesù fosse diventato Figlio di Dio semplicemente per adozione e che fosse considerato suo figlio nello stesso senso in cui lo sono tutti i credenti.

Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio.2

Per questo le persone che articolarono il credo dovettero specificare le parti delle Scritture che parlavano di come Gesù fosse Figlio di Dio in maniera unica.

Nei Vangeli leggiamo che una voce dal cielo disse:

Questo è il mio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto. name="_ftnref" title=""3

La stessa voce fu udita al momento della trasfigurazione di Gesù.

Mentre [Pietro] stava ancora parlando, una nube luminosa li coprì ed una voce dalla nuvola disse: «Questo è il mio amato Figlio, nel quale mi sono immensamente compiaciuto. Ascoltatelo!»4

Anche nella seconda lettera di Pietro leggiamo che ha ricevuto onore e gloria da Dio Padre quando gli è arrivata la voce della maestosa gloria che diceva: «Questo è il mio amato Figlio, nel quale mi sono compiaciuto».5

Gli autori del credo trovarono riferimenti a Gesù come Figlio di Dio anche nelle epistole di Paolo.

Se egli non ha risparmiato neppure il proprio Figlio, ma l’ha dato per tutti noi, non ci darà sicuramente ogni altra cosa insieme con lui?6

Paolo fece anche diversi riferimenti a come Dio mandò suo Figlio.

Ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne.7

Quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l’adozione.8

Nel libro 1 Giovanni leggiamo:

In questo si è manifestato l’amore di Dio verso di noi, che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché noi vivessimo per mezzo di lui.9

E noi stessi abbiamo visto e testimoniato che il Padre ha mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo.10

Le epistole di Paolo e di Giovanni indicano entrambe il fatto che Gesù, colui che Dio mandò nel mondo, è il Figlio di Dio ed è divino.

Nato dal Padre

Il credo continua a focalizzarsi su Gesù come Dio: è nato dal Padre prima di tutti i secoli. Il Vangelo di Giovanni parla della Parola:

Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Egli [il Verbo, la Parola] era nel principio con Dio. Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui, e senza di lui nessuna delle cose fatte è stata fatta. In lui era la vita.11

La Parola di cui parla Giovanni è Dio. Giovanni continua:

E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, come gloria dell’unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia e di verità.12

La Parola, che è Dio e che si fece carne, era Gesù Cristo.

Più avanti nel Vangelo di Giovanni leggiamo:

Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Dio infatti non ha mandato il proprio Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma affinché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato, ma chi non crede è già condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.13

Gesù, la Parola, che era con Dio fin dall’inizio, è anche l’unigenito Figlio di Dio.

In questo si è manifestato l’amore di Dio per di noi, che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché noi vivessimo per mezzo di lui.14

Il credo fa notare che Gesù, la Parola, il Figlio unigenito di Dio, esisteva con il Padre prima di tutti i secoli, cioè prima che il tempo esistesse. Il Figlio non è stato creato dal padre, come lo fu la creazione; il Figlio è un’estensione o un’espansione dell’esistenza del Padre.

Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero

Il credo continua a mettere in chiaro il fatto che Gesù è Dio. Non è solo Signore, Figlio unigenito e nato dal Padre prima di tutti i secoli, ma è anche Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero. La prima e la terza espressione – Dio da Dio e Dio vero da Dio vero – sottolineano che Gesù è Dio.

L’espressione Luce da Luce indica la presenza di Dio, perché in tutto il Vecchio Testamento la luce era associata a Dio.

In te è la fonte della vita e per la tua luce noi vediamo la luce.15

Il SIGNORE è la mia luce.16

Il salmo 89,15 proclama:

Beato il popolo che […] cammina, o SIGNORE, alla luce del tuo volto.

Nel libro di Isaia leggiamo:

Sorgi, risplendi, perché la tua luce è giunta, e la gloria dell’Eterno si è levata su te. Poiché ecco, le tenebre ricoprono la terra e una fitta oscurità avvolge i popoli; ma su di te si leva l’Eterno e la sua gloria appare su di te. Le nazioni cammineranno alla tua luce e i re allo splendore del tuo sorgere.17

Nel Nuovo Testamento la luce è associata alla presenza di Gesù. In 1 Timoteo 6,14-16 leggiamo che è il Signor nostro Gesù Cristo, [… ] il solo che ha l’immortalità e abita una luce inaccessibile. L’apostolo Pietro dice che il popolo di Dio è chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce.18 Nel libro di Giacomo leggiamo che ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall’alto e discende dal Padre della luce, nel quale non c’è variazione né ombra di cambiamento.19

L’autore Luke Timothy Johnson ha scritto:

L’apostolo Paolo ha usato l’immagine della luce per parlare di Gesù: Il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è lo stesso che ha fatto brillare il suo splendore nei nostri cuori per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che rifulge sul volto di Gesù Cristo (2 Corinzi 4,6). Qui l’apostolo Paolo collega il Dio Creatore, che ha chiamato in esistenza la luce, a Gesù, il Signore. La stessa gloria di Dio “risplende” sul volto di Cristo. Gesù è “luce da luce”.20

Nel Vangelo di Giovanni vediamo la metafora della luce usata per esprimere l’identità e l’opera di Gesù.

In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini. E la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno compresa.21

Egli (la Parola) era la luce vera, che illumina ogni uomo che viene nel mondo.22

Ora il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce, perché le loro opere erano malvagie.23
E Gesù di nuovo parlò loro, dicendo: «Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».
24

Come il Padre è luce, così è il Figlio.

Generato, non creato, della stessa sostanza del Padre

Nel quarto secolo, un vescovo di Alessandria d’Egitto, di nome Ario insegnò la falsa dottrina che il Figlio di Dio era una creazione di Dio. Dichiarò che ci fu un tempo in cui il Figlio di Dio non esisteva. Questa falsa dottrina è chiamata arianesimo.25 I vescovi che si riunirono nel concilio di Nicea confutarono l’affermazione di Ario usando il termine greco homoousios (consustanziale, della stessa sostanza) per asserire l’unità sostanziale del Padre e del Figlio. Scelsero questa parola per esprimere la credenza essenziale che il Figlio non è soltanto una versione migliorata di un essere umano, ma è Dio. La sua essenza, la sua generazione, è diversa da quella della natura umana. Il Figlio non è semplicemente come il Padre, ma è inseparabile dalla sostanza del Padre; Lui e il Padre sono la stessa cosa. Per questo è generato, non creato, e ha la stessa sostanza del Padre.

Per mezzo di Lui tutte le cose sono state create

Questa è l’ultima dichiarazione del credo in riferimento alla “preesistenza” di Cristo. In precedenza abbiamo letto nel credo che Dio Padre Onnipotente è il creatore del cielo e della terra. Qui vediamo che Dio creò “tutte le cose” attraverso di colui che fu “generato, non creato”.

Il Vangelo di Giovanni è uno dei libri del Nuovo Testamento che parlano del ruolo del Figlio nella creazione.

Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui, e senza di lui nessuna delle cose fatte è stata fatta.26

Anche l’apostolo Paolo si riferisce alla partecipazione attiva del Figlio nella creazione.

C’è un solo Dio, il Padre dal quale sono tutte le cose e noi in lui; e un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo del quale sono tutte le cose, e noi esistiamo per mezzo di lui.27

In lui sono state create tutte le cose, quelle che sono nei cieli e quelle che sono sulla terra, le cose visibili e quelle invisibili: troni, signorie, principati e potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.28

Gli autori del credo niceno-costantinopolitano fecero riferimento agli insegnamenti delle Scritture per cercare di esprimere e difendere la divinità di Gesù Cristo. È chiaro che la Bibbia insegna che Gesù è:

unigenito Figlio di Dio,

 nato dal Padre prima di tutti i secoli:

 Dio da Dio, Luce da Luce,

 Dio vero da Dio vero,

 generato, non creato,

 della stessa sostanza del Padre;

 per mezzo di lui tutte le cose sono state create.

(Continua nella quinta parte.)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


1 The Creed—What Christians Believe and Why It Matters (New York: Doubleday, 2003).

2 Romani 8,14.

3 Matteo 3,17. Vedi anche Marco 1,11; Luca 3,22.

4 Matteo 17,5.

5 2 Pietro 1,17. Vedi anche Marco 9,7.

6 Romani 8,32.

7 Romani 8,3 NR.

8 Galati 4,4–5 NR.

9 1 Giovanni 4,9.

10 1 Giovanni 4,14.

11 Giovanni 1,1–4.

12 Giovanni 1,14.

13 Giovanni 3,16–18.

14 1 Giovanni 4,9.

15 Salmi 36,9 NR.

16 Salmi 27,1 NR.

17 Isaia 60,1–3.

18 1 Pietro 2,9.

19 Giacomo 1,17 CEI.

20 Johnson, The Creed, 126.

21 Giovanni 1,4–5.

22 Giovanni 1,9.

23 Giovanni 3,19.

24 Giovanni 8,12.

25 Per altro sull’arianesimo, vedi Al cuore di tutto: la trinità (parte 2).

26 Giovanni 1,3.

27 1 Corinzi 8,6.

28 Colossesi 1,16–17.


Pubblicato originariamente in inglese il 21 aprile 2020.