Il credo (seconda parte)

Agosto 3, 2021

di Peter Amsterdam

[The Creed (Part 2)]

(I punti presentati in questo articolo sono tratti da The Creed, di Luke Timothy Johnson.1)

Un solo Dio, il Padre Onnipotente

Il credo niceno-costantinopolitano (che da qui chiameremo semplicemente il credo), riassume le principali dottrine cristiane in affermazioni relativamente brevi. In sei semplici frasi esprime il fondamento base delle dottrine cristiane riguardanti Dio. Non prende in considerazione tutte le dottrine cristiane, ma esprime i punti fondamentali riguardanti Dio in cui bisogna credere per essere cristiani.

Inizia parlando di Dio Padre, con la seguente affermazione

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.

Questa prima frase, credo in un solo Dio, è il fondamento su cui si basa il resto del credo e, in effetti, tutto il cristianesimo. Afferma che, come cristiani, dichiariamo l’esistenza di Dio. Nel farlo, riconosciamo una potenza al di là di noi, fuori dal nostro controllo, che non possiamo vedere né toccare. Dichiarando che Dio esiste, affermiamo che il mondo fisico non è l’unica cosa che esiste.

Un solo Dio

Come abbiamo detto nella prima parte, articolando la fede in un solo Dio, il credo fa riferimento alla Shemà, la confessione di fede di Israele nel Vecchio Testamento, che dice: Ascolta, Israele: l’Eterno, il nostro DIO, l’Eterno è uno.2 Questo collegamento alla Shemà indica che se uno vuole comprendere a fondo l’idea dell’esistenza di un solo Dio, deve familiarizzarsi con la storia delle interazioni di Dio con Israele nel Vecchio Testamento. Fu attraverso le azioni di Dio in suo favore, le promesse che fece e mantenne, che il popolo ebreo arrivò a capire che il loro Dio non era solo il dio più grande fra tutti gli altri dei in cui credevano tutti gli altri popoli non israeliti della regione, ma che era il solo Dio di tutta la terra e di tutti i popoli.

L’idea giudaica del monoteismo nel Vecchio Comandamento, che c’è un solo Dio, entra nel Nuovo Testamento sottolineando la sovranità di Dio sopra tutti i popoli del mondo, ben oltre Israele. Nel libro degli Atti, l’apostolo Pietro disse:

In verità io comprendo che Dio non usa alcuna parzialità; ma in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente, gli è gradito.3

L’apostolo Paolo indicò che Dio è il Dio di tutta la terra:

Dio è forse soltanto il Dio dei Giudei? Non lo è anche dei gentili? Certo, è anche il Dio dei gentili. Poiché vi è un solo Dio, che giustificherà il circonciso per fede, e anche l’incirconciso mediante la fede.4

Il “solo Dio” è Dio di tutto il mondo.

Nel secondo secolo, un insegnante cristiano di nome Marcione propose la falsa idea che ci fossero due Dei, e due campi di esistenza (materiale e spirituale), dove il materiale era cattivo e lo spirituale buono. Considerava il Dio creatore di Israele descritto nel Vecchio Testamento responsabile di tutto ciò che è materiale, mentre il Dio di Gesù, descritto nel Nuovo Testamento, non ha niente a che fare con la realtà materiale, ma è interamente spirituale. A questa dottrina si opposero gli insegnanti cristiani Ireneo e Tertulliano. Fu in parte dovuto a questa falsa dottrina dei due Dei che nel credo fu inclusa la professione di fede credo in un solo Dio.

Padre

La frase successiva nel credo chiama il solo Dio Padre onnipotente. Nel Vecchio Testamento si usava raramente il titolo “padre” nei confronti di Dio. Può darsi che fosse perché le religioni politeiste spesso avevano un dio padre che generava altri dei minori all’interno della sua famiglia. Quando Dio è chiamato Padre nel Vecchio Testamento il termine è usato per lo più in riferimento all’essere padre del popolo d’Israele.

Quando Israele era fanciullo, io l’amai e dall’Egitto chiamai mio figlio.5

Sono un padre per Israele, ed Efraim è il mio primogenito.6

Troviamo anche che Dio viene chiamato Padre nel Vecchio Testamento in alcune affermazioni che parlano dell’onore e dell’ubbidienza che gli sono dovuti.

“Un figlio onora il padre e un servo il suo signore. Se dunque io sono padre, dov’è il mio onore? E se sono signore, dov’è il timore di me?” dice l’Eterno degli eserciti a voi, sacerdoti, che disprezzate il mio nome.7

Non abbiamo tutti uno stesso Padre? Non ci ha creati uno stesso Dio? Perché dunque agiamo con perfidia l’uno verso l’altro, profanando il patto dei nostri padri?8

In altri punti del Vecchio Testamento vediamo che Dio è chiamato padre per la sua creazione degli esseri umani.

Tuttavia, o Eterno, tu sei nostro padre; noi siamo l’argilla e tu colui che ci formi; noi tutti siamo opera delle tue mani.9

Nel Nuovo Testamento, “Padre” diventa il modo principale di parlare di Dio. Vediamo la posizione di Dio come Padre non solo per il suo rapporto paterno con gli esseri umani, ma soprattutto perché Padre di suo Figlio Gesù. Conosciamo Dio come Padre perché Gesù lo chiama Padre e si rivela come Figlio di Dio. Grazie all’infusione dello Spirito Santo, anche noi possiamo condividere il rapporto padre/figlio mediante l’adozione.

Voi infatti non avete ricevuto uno spirito di schiavitù per cadere nuovamente nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione per il quale gridiamo: «Abba, Padre».10

Nel Vangelo di Matteo ogni frase che indicava Dio come Padre uscì dalle labbra di Gesù, perché era il modo in cui Lui chiamava Dio. Nel rivolgersi ai discepoli, Gesù indicò Dio come suo Padre chiamandolo otto volte “il Padre vostro che è nei cieli”11 e altre otto volte riferendosi semplicemente a Dio come “tuo Padre” o “vostro Padre”.12

Gesù parlò di Dio come suo Padre anche in un modo speciale e intimo, che chiaramente implicava che Dio è suo Padre in maniera diversa da come lo è per i credenti. Si riferì al Padre come al “Padre mio che è nei cieli” e “mio Padre” e a un certo punto lodò Dio come suo Padre e dichiarò il suo rapporto speciale con Lui come “il Figlio”.

Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli. Sì, o Padre, perché così ti è piaciuto. Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio, e nessuno conosce il Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio e colui al quale il Figlio avrà voluto rivelarlo.13

Anche l’apostolo Paolo specificò che Dio è nostro Padre.

Ora perché voi siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei vostri cuori che grida: «Abba, Padre». Perciò tu non sei più servo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede di Dio per mezzo di Cristo.14

Chiamando Dio “il Padre”, il credo esprime in breve ciò che viene affermato nelle Scritture; che il titolo “Padre” è radicato nella vita religiosa di Israele, nella vita di preghiera e negli insegnamenti di Gesù, nell’esperienza e nelle preghiere dei primi cristiani. Dicendo Dio Padre, il credo conferma il modo in cui Gesù vedeva Dio e s’indirizzava a Lui ed è come al Padre di Gesù che oggi noi ci indirizziamo al nostro Dio. Possiamo farlo perché lo Spirito stesso rende testimonianza al nostro spirito che noi siamo figli di Dio.15

Ci rivolgiamo a Dio come a un padre amorevole che fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i malvagi, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.16 Si prende cura anche delle creature più insignificanti.

Osservate gli uccelli del cielo: essi non seminano, non mietono e non raccolgono in granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre.17

Rivela la sua volontà ai piccoli e agli ignoranti.

Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli.18

È il nostro Padre che sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate19 e che desidera benedire chi lo ama e lo cerca.

Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a coloro che gliele chiedono.20

Onnipotente

Oltre a chiamare Dio “Padre”, il credo afferma anche che è Onnipotente, cioè può ogni cosa. Quando Dio si rivelò ad Abramo21 e in seguito a Giacobbe,22 disse:“Io sono il Dio onnipotente”. Nel Vecchio Testamento altri si riferiscono a Lui come all’Onnipotente, e come Dio Onnipotente. Il termine Onnipotente significa che Dio ha un potere infinito, può fare tutte le cose e sceglie di fare certe cose. Alcuni versetti del Vecchio Testamento che accennano alla potenza infinita di Dio sono:

Ecco, io sono l’Eterno, il DIO di ogni carne; c’è forse qualcosa troppo difficile per me?23

Riconosco che puoi tutto, e che nessun tuo disegno può essere impedito.24

Poiché egli parlò e la cosa fu; egli comandò e la cosa sorse.25

Egli ha fatto la terra con la sua potenza.26

(Ovviamente ci sono alcune cose che Dio non può fare. Non può andare contro la sua natura e il suo carattere né può mentire, essere tentato dal male, agire malvagiamente o ostacolare la giustizia, perché farlo sarebbe in contrasto con la natura divina. Inoltre non può fare cose che sono logicamente impossibili, come un celibe sposato o un quadrato rotondo.27)

Nel Nuovo Testamento troviamo il termine “Onnipotente” una sola volta fuori del libro dell’Apocalisse, Secondo Corinzi 6,17-18 dice:

Uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’immondo, ed io vi accoglierò, e sarò come un padre per voi, e voi sarete per me come figli e figlie, dice il Signore Onnipotente.28

Nell’Apocalisse “l’Onnipotente” è usato nove volte, una delle quali è:

«Io sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine», dice il Signore «che è, che era e che ha da venire, l’Onnipotente».29

Anche se nel Nuovo Testamento Dio non è chiamato spesso Onnipotente (a eccezione del libro dell’Apocalisse), l’idea che Dio lo sia è presente dappertutto. Per esempio, nel giardino di Getsemani, prima della sua morte, Gesù disse:

Abba, Padre, ogni cosa ti è possibile.30

L’angelo Gabriele disse a Maria che avrebbe concepito un figlio (Gesù) anche se era una vergine, perché nulla è impossibile con Dio.31 Parlando delle difficoltà dei ricchi ad entrare nel regno, Gesù disse:

Le cose impossibili agli uomini, sono possibili a Dio.32

L’apostolo Paolo indicò la creazione come esempio della potenza di Dio.

Le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, essendo evidenti per mezzo delle sue opere fin dalla creazione del mondo, si vedono chiaramente.33

Indicò anche la potenza di Dio nel salvare gli ebrei e i greci:

Non mi vergogno dell’evangelo di Cristo, perché esso è la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco.34

Scrivendo delle promesse di Dio ad Abraamo, Paolo accennò a Dio, che fa rivivere i morti, e chiama all’esistenza le cose che non sono.35

(Continua nella terza parte.)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


1 The Creed—What Christians Believe and Why It Matters (New York: Doubleday, 2003).

2 Deuteronomio 6,4.

3 Atti 10,34–35.

4 Romani 3,29–30.

5 Osea 11,1.

6 Geremia 31,9.

7 Malachia 1,6.

8 Malachia 2,10.

9 Isaia 64,8.

10 Romani 8,15.

11 Matteo 5,16.45.48; 6,1.14.32; 7,11.21.

12 Matteo 6,4.6,8.15.18; 10,20.29.

13 Matteo 11,25–27.

14 Galati 4,6–7.

15 Romani 8,16.

16 Matteo 5,45.

17 Matteo 6,26.

18 Matteo11,25.

19 Matteo 6,8.

20 Matteo 7,11.

21 Genesi 17,1.

22 Genesi 35,10–11.

23 Geremia 32,27.

24 Giobbe 42,2.

25 Salmi 33,9.

26 Geremia 10,12.

27 Vedi https://directors.tfionline.com/it/post/alcuoreditutto-natura-e-carattere-dio-onnipotenza/

28 2 Corinzi 6,17–18.

29 Apocalisse 1,8. Vedi anche Apocalisse 4,8, 11,17, 15,3, 16,7, 16,14, 19,6,15, 21,22.

30 Marco 14,36.

31 Luca 1,37.

32 Luca 18,27.

33 Romani 1,20.

34 Romani 1,16.

35 Romani 4,17.


Pubblicato originariamente in inglese il 7 aprile 2020.