Joe alla mia porta — parte due
Dicembre 23, 2014
di Maria Fontaine
Joe alla mia porta — parte due
Vista numero tre
Un pomeriggio Joe è venuto per una terza visita. Quando abbiamo cominciato a chiacchierare, è stato subito chiaro che aveva pensato profondamente a quello di cui avevamo parlato nella nostra ultima conversazione. Sembrava più deciso e fiducioso nel parlare delle cose che aveva nel profondo del cuore. È arrivato immediatamente al punto.
Mi ha chiesto: “Se Dio si preoccupa così tanto di noi, perché permette tutto questo male, anche per le persone che cercano di fare le cose giuste? Se Dio è così potente, perché non rende tutto giusto e buono? Se Dio si preoccupa così tanto, perché permette così tante cose orribili? Perché ci sono cose terribili, come povertà, violenza, avidità, omicidi e dolore?”
La conversazione è stata lunga, ma ecco qui alcuni dei punti toccati:
“Niente in questo mondo sarà mai giusto e perfetto, perché Dio ha dato all’uomo il libero arbitrio e alcune delle scelte che questi fa sono sbagliate e avranno delle conseguenze da cui potrà imparare qualcosa. Questa vita, però, non è solo un momento per imparare che cosa è sbagliato; è anche un momento per imparare che cosa ci donano l’amore, l’altruismo, l’affetto, la misericordia e il perdono. Molte cose non sembrano giuste in questa vita, e non lo sono, ma Dio ci ama ed è Lui che comanda. Alla fine farà in modo che tutto vada a posto”.
Durante la nostra prima conversazione, Joe aveva detto qualcosa di un po’ misterioso, ma al momento non sembrava volesse approfondire l’argomento. Quando gli avevo chiesto che cosa pensasse della religione, aveva risposto: “In realtà non ci penso. Ho rinunciato a pensare a queste cose per via di quello che mi è successo mentre crescevo”.
Chiaramente stava lottando con qualcosa; sembrava che volesse parlarne, ma per qualche motivo aveva anche un po’ di timore di portare la cosa in superficie.
Poi ha cominciato: “Dove sono cresciuto, la gente povera doveva cominciare a lavorare da giovane. A dodici anni lavoravo su un camion della spazzatura. C’era un altro ragazzo che lavorava con me; era un po’ ritardato e soffriva anche di epilessia. Lui e la sua famiglia avevano bisogno di cibo e altre cose; lui le chiedeva alla gente, ma era molto insistente. Faceva cose che non avrebbe dovuto, ma non erano veramente cattive; a volte non capiva la differenza tra un comportamento giusto e uno sbagliato. Non credo che avrebbe fatto intenzionalmente del male agli altri. Sembrava così puro e onesto che, stranamente, pensavo a lui quasi come a un angelo.
“Avevo deciso di diventare suo amico. Ne aveva bisogno, così mi prendevo cura di lui. Un giorno, però, mentre stavamo in piedi sul camion, ha avuto un attacco, è caduto sotto le ruote ed è morto all’istante. Non ne ho mai parlato con nessuno. Incolpavo me stesso e sentivo che in qualche maniera avrei dovuto fare qualcosa per evitarlo. Questo, insieme a tutto il resto delle cose che mi erano capitate, mi ha tormentato per i cinque anni successivi, finché è stato troppo da sopportare e mi sono rinchiuso in me stesso. Ma…” e qui ha esitato, “non ho mai superato la cosa”.
Credo che Joe stesse aprendo questa parte molto profonda e dolorosa del suo passato, perché sperava che potessi aiutarlo dopo tutti questi anni. Sono rimasta in silenzio per qualche momento, rispettando il suo dolore e pregando disperatamente che il Signore mi desse le parole giuste per aiutarlo a capire e per consolare il suo cuore disperato.
Ho cominciato: “Joe, quello che ti è successo è stato terribile e non mi stupisco che tu stia ancora provando un’angoscia mentale ed emotiva per queste cose. Mi dispiace moltissimo. Non è una cosa che si possa sistemare in modo facile e rapido, ma forse posso dirti qualcosa che potrebbe aiutarti a conviverci meglio.
“Penso che a volte Dio porti nella nostra vita delle persone che hanno un grande impatto su di noi; sono come degli angeli — letteralmente o figuratamente — che sembrano mandati ad aiutarci in qualche modo. A volte possono perfino essere un test per vedere come reagiremo, come li tratteremo. A volte sono persone diverse, che per qualche motivo possono essere dei reietti della società, persone povere o con qualche handicap che ci richiede di decidere se fare uno sforzo in più per aiutarle o difenderle in qualche maniera. Tu hai risposto con amore, gentilezza e amicizia. Era la cosa giusta e amorevole da fare.
“È molto difficile capire perché qualcuno entra in questa vita con queste difficoltà o afflizioni. È una cosa che probabilmente non riusciremo a capire finché non arriveremo in cielo, ma so che c’è un motivo per tutto quello che il Signore permette. Il tuo amico ha dovuto affrontare molte cose nella vita, ma personalmente credo che qualsiasi cosa abbia sofferto qui sulla terra sia stata più che ripagata da Gesù nell’altra vita. Credo che nella sua misericordia e nel suo amore Gesù abbia portato a casa con Sé il tuo amico per salvarlo da altri dolori e altre sofferenze.
“Per terribile che sia stato l’incidente, penso che probabilmente il tuo amico se ne sia andato senza soffrire. Conoscendo la profondità della compassione del Signore, sono certa che quando è successo Gesù ha preso questo ragazzo tra le sue braccia e l’ha accolto nella sua casa. Puoi essere felice per il tuo amico, perché adesso è in un posto dove non dovrà più soffrire”.
Joe è sembrato molto colpito da questo pensiero e alla fine è scoppiato in un bel sorriso, come se gli fosse stato levato un grosso peso di dosso.
Gli ho detto: “Joe, so che hai delle ferite profonde che ti fanno soffrire da molto tempo; ma quello che hai sopportato ti ha dato tenerezza per gli altri e il desiderio di fare il possibile per aiutarli. Lo sapevi che quando hai dimostrato tutto quell’affetto al tuo amico, tutto quell’amore per le persone con cui sei entrato in contatto, l’hai fatto per Gesù? Hai dimostrato amore per Lui. Lo hai servito in uno dei modi migliori”. Poi abbiamo letto insieme Matteo 25,35-40:
“Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?” E il re risponderà loro: “In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”.[1]
Joe ha risposto dicendo: “Posso vedere che la mia vita, anche se è stata difficile, mi ha plasmato nella persona che sono adesso. Ho sviluppato comprensione e compassione per le persone, perché so che cosa vuol dire essere feriti e soffrire”.
Ero emozionata che Joe stesse accettando il modo in cui Dio aveva preso queste cose difficili nella sua vita e le stava usando per il bene. Gli ho fatto vedere Romani 8,28 e abbiamo parlato di come sia un principio importante. Mettere in questo contesto le cose che affrontiamo nella vita sostituisce la mancanza di speranza, il senso di colpa, la rabbia, la frustrazione e il bisogno che tutto sia “giusto” al momento, con la fiducia in Lui e con la sicurezza che alla fine tutto si concluderà per il nostro bene e quello degli altri. Joe aveva sperimentato il cambiamento di prospettiva che Dio opera nella vita dei suoi seguaci quando imparano a confidare in Lui per ogni cosa.
Adesso, quando Joe ripensa alla sua vita passata, può farlo con una prospettiva diversa. Per male che siano andate le cose, le avversità edificano il carattere. Tutti i grandi personaggi di Dio hanno incontrato avversità nella vita, così lui era in buona compagnia.
Ho sentito che a Joe poteva servire un piccolo aiuto finanziario, così gli ho detto: “Joe, tu non sei il solo a trarre beneficio dalle nostre conversazioni, mi fanno piacere e sto imparando molte cose. E sto cominciando a conoscerti, il che è una bella esperienza per me”. Gli ho dato una busta. L’ha presa con curiosità e l’ha aperta. Poi, rendendosi conto di cosa conteneva, ha protestato: “Non voglio accettarlo. All’inizio volevo venire a parlare con lei perché era molto cordiale e m’interessava sentire quello che aveva da dire, ma poi si è rivelato un momento molto importante per me. Ho guadagnato molto da queste conversazioni e non voglio prendere del denaro. Non posso accettarlo”.
Gli detto: “Puoi interpretarlo in questo modo, Joe: tutto quello che abbiamo viene dal Signore e Lui vuole che lo condividiamo con gli altri. Prendilo come un regalo di Dio che puoi condividere con altri! È come un ‘lasciare pagato’ per gli altri: ognuno di noi fa il possibile per aiutare un altro e a sua volta la persona aiutata può aiutare qualcun altro”.
L’idea è sembrata ispirarlo, così, con un sorriso e la promessa di rivederci presto, ci siamo separati.
Vista numero quattro
Durante la quarta visita, la nostra conversazione è girata intorno all’argomento della preghiera e Joe ha detto una cosa che ha confermato che nei nostri incontri c’era la mano del Signore.
Stavamo parlando di come Dio spesso organizza le situazioni come risposta alle nostre preghiere.
“Penso che sia quello che stava facendo quando mi ha fatto incontrare lei”, ha detto Joe con entusiasmo. “Sembrava molto sincera e mi sono sentito subito a mio agio a parlare con lei, così ho accettato. Potevo vedere che lei e suo marito eravate brave persone e volevo conoscervi meglio. Prima di incontrarvi avevo praticamente toccato il fondo dello scoraggiamento e della disperazione. Ho cominciato a fare lunghe passeggiate nella natura ogni giorno e ho tirato fuori tutto quello che avevo nel cuore. Non erano preghiere formali o meccaniche, ma era come parlare faccia a faccia con Dio. Ero proprio disperato ed emotivo. Ho presentato a Dio tutte le mie domande e le cose che richiedevano una risposta; gli ho detto che avevo bisogno di capire che cosa dovevo fare della mia vita. E la cosa sorprendente è che subito dopo ho incontrato lei. Credo che lei sia stata la risposta alle mie preghiere”.
Questo ci ha portato a parlare dei diversi modi in cui Dio può parlarci: mediante la sua Parola nella Bibbia; mediante qualcun altro; mediante la natura, le circostanze, i nostri pensieri e così via. A questo punto gli ho parlato della profezia, della differenza tra le previsioni del futuro e il tipo in cui Dio parla direttamente con consigli e incoraggiamenti sulla vita presente. Sembrava che fosse un concetto del tutto nuovo per lui. Ho spiegato che ci sono molte persone che hanno queste “conversazioni con Dio” e che anche lui poteva farlo.
Era ovvio che Joe aveva una connessione con il Signore ed era sensibile al suo Spirito. Gli ho suggerito che se avesse chiesto intenzionalmente a Dio di comunicare con lui e guidarlo, e poi avesse preso nota di quello che Dio gli avrebbe mostrato e avesse agito di conseguenza, la sua capacità di ascoltare le parole del cielo sarebbe aumentata. “Chiedete e riceverete”.[2]
Alla fine di questa visita, ho dato a Joe un messaggio di Gesù indirizzato a lui personalmente. Non solo volevo usarlo per incoraggiare Joe, ma anche per fargli un esempio di come Dio può dare indicazioni e conoscenze ai suoi figli. Questa profezia serviva anche a me, dato che confermava il modo in cui Dio vedeva Joe e mi aiutava a conoscere meglio il suo cuore.
Mio gentile e amorevole figlio Joe,
La vita è stata una grande sfida per te, ma ho vegliato su di te a ogni istante. So che mi ami come il tuo Dio a cui puoi rivolgerti nei momenti di difficoltà e di smarrimento, sapendo che sarò lì, pronto a rispondere alle tue invocazioni, e che farò cooperare tutto per il tuo bene alla fine. Anche quando la sofferenza, la povertà, le perdite e il dolore del presente hanno mascherato il bene e le benedizioni che arriveranno alla fine, quella fiducia e quella fede in Me hanno plasmato il tuo cuore gentile rendendolo simile al mio: compassionevole, misericordioso, servizievole e sempre toccato dalle perdite e dalle sofferenze degli altri.
Hai condiviso volentieri, anche quando non avevi niente. Non hai lasciato che la mancanza di alcune cose spezzasse il tuo spirito o indurisse il tuo cuore. Queste cose fanno parte del cammino di questa vita come l’ho percorso anch’Io, dando senza tirarti indietro quando vedi il bisogno di chi ti sta intorno. Sappi che ti ho osservato con ammirazione e gioia ogni volta che hai lasciato che il tuo cuore si spezzasse perché potessero conoscere il mio amore anche altre persone che avevano disperatamente bisogno di sentire la mia presenza attraverso di te.
Hai fatto esperienze che sembravano ingiuste e inique — e nel contesto di questa vita lo erano; ma grazie a esse hai scoperto la bellezza di molti tesori del cuore e dello spirito — e nel contesto del cielo e dell’eternità, le tante cose meravigliose che ho preparato per te ti ripagheranno più che a sufficienza.
È ora di fare il passo successivo. A causa della tua umiltà ti tiri indietro perché non ti senti meritevole, ma adesso è il momento di muoverti per fede e avvicinarti ancora di più a Me, confidando che faccio parte della tua vita e che voglio comunicare con te come un amico più affezionato di un fratello.
Devi credere che non solo voglio venire in tuo aiuto quando la situazione è disperata, ma voglio essere presente in ogni momento, parlando al tuo cuore, provando insieme a te la tua vita, le tue emozioni e le tue gioie. Voglio guidarti attivamente, passo dopo passo, non in maniera formale, distante o distaccata, ma intima e personale.
Hai chiesto il mio aiuto e hai confidato in Me per molte cose; adesso confida che posso essere lì per te continuamente, parlando in maniera chiara al tuo cuore e alla tua mente. Ti guiderò nelle tue decisioni e ti aiuterò a scoprire il bene che ho a tua disposizione in ogni esperienza.
Hai bisogno della mia potenza e del mio Spirito per camminare in questa vita con la forza a la fede che possono cambiare la vita degli altri, proprio come Io ho avuto bisogno della potenza e della guida dello Spirito di mio Padre per camminare nella mia vita sulla terra. Questa connessione stretta con Me non è una cosa che tu possa meritare essendo buono. Te l’ho già data in regalo, perché mi hai cercato.
Quando fai contatto con la gente intorno a te, fai sapere a tutti che amo ognuno individualmente e che m’interesso a loro. Quando vedranno il tuo amore e la tua bontà, troveranno più facile scoprire i miei.
Nel corso della nostra conversazione durante questa visita, abbiamo accennato anche all’aiuto di angeli e spiriti dipartiti. Joe non vedeva l’ora di parlare di queste cose. Sua nonna, che amava molto Dio, era morta subito dopo la sua nascita. Nel corso degli anni lui aveva sentito che lo stava aiutando dandogli saggi consigli, perché gli sembrava di poter capire le persone e le situazioni in maniera più profonda di altri. (Questo l’ha detto con grande umiltà.) Credo che l’abbia detto per vedere come avrei reagito. Mi sono entusiasmata e gli ho detto che anche secondo me sua nonna probabilmente aveva comunicato con lui dal mondo dello spirito.
Ho pensato di condividere con Joe quello che Dio mi aveva mostrato sul tempo che avevamo passato insieme.
Ho spiegato: “Joe, quando Gesù ti ha portato alla mia porta e ha detto che avrei dovuto conoscerti meglio, non avevo idea del perché proprio te, ma mi ha semplicemente detto che era importante farlo. Dopo aver passato del tempo con te, però, sono così entusiasta del tuo potenziale! Credo che tu possa realmente fare grandi cose per aiutare gli altri. Puoi capirli perché non li giudichi. Hai un cuore dolce e sensibile e sei disposto a fare sacrifici per aiutarli. Hai sofferto molto anche tu — “sofferto più della maggior parte della gente”, come hai detto tu stesso — ma non ti è rimasto rancore dentro. Sei giovane e hai davanti gran parte della vita per svolgere la tua missione. Sei un uomo pieno di convinzione. Hai dei valori e li vivi in pieno”.
Sembrava che si stesse avvicinando il termine del suo soggiorno qui. Lui si aspettava di completare tutto da un giorno all’altro, così gli avevo preparato del materiale che il Signore mi aveva mostrato di dargli per continuare a tessere la sua connessione e il suo cammino con Lui. Tra le altre cose c’era Fondamenti biblici, il libro Il rifugio e altro materiale devozionale che pensavo sarebbe stato interessante e utile per lui. C’era anche una raccolta di citazioni di Madre Teresa.[3] Quando l’ha vista, ha esclamato: “Ho sentito parlare per la prima volta di Madre Teresa quando avevo otto o nove anni. Ho sentito quello che faceva e l’amore che provava per i lebbrosi, i poveri, i senzatetto e i morenti. Ha avuto una grande influenza sulla mia vita. Ho deciso che volevo essere come lei, che avrei amato la gente, l’avrei trattata gentilmente e avrei fatto il possibile per aiutarla”.
Ho pensato che poteva essere l’ultima volta che avrei visto questo giovane discepolo che si avventurava fuori a cercare la strada su cui il Signore lo stava guidando. Ma, come l’esperienza mi ha insegnato, a volte pensiamo di avere finito, ma l’uomo propone e Dio dispone. Avremmo scoperto in seguito che Gesù aveva ancora delle verità da condividere con Joe. Dio non aveva ancora completato questa fase del suo corso di discepolato.
Visita numero cinque
Sono passati alcuni giorni e Joe ha telefonato per chiedere se poteva passare da noi. Mentre saliva i gradini per venire a salutarmi aveva un aspetto desolato. Era entusiasta per le cose che aveva imparato e non vedeva l’ora di tornare a casa da sua moglie, al suo lavoro e ai suoi piani per aiutare gli altri, ma c’era stato un altro rinvio nelle faccende di cui si stava occupando. Come dice la Bibbia, l’attesa differita fa languire il cuore.[4]
“Non capisco”, si è lamentato, “ho cercato di essere paziente e di imparare quello per cui Dio mi ha portato qui. Perché c’è un altro rinvio? Pensi che abbia fatto qualcosa di sbagliato?”
Avevo già preparato alcuni argomenti di cui parlare, comunque, vedendo le difficoltà di Joe nell’affrontare queste delusioni, ho sentito che il Signore voleva farmi cambiare qualcosa. Curiosamente, alcuni giorni prima mi ero ricordata di una poesia che certamente il Signore stava preparando per questo momento.
È una poesia che avevo imparato a memoria da ragazza e che avevo scritto dietro alla copertina della mia Bibbia.
La mia delusione, la sua decisione:
cambia la parola ma ora comprendo
che nella frustrazione dei miei fini
Dio ha un piano migliore per me.
La sua decisione porta benedizioni,
anche se forse arrivano in incognito,
perché nella sua grande saggezza
Egli vede l’approdo fin dalla partenza.
Dopo aver letto questa poesia a Joe, abbiamo cominciato a discutere di quello che era successo. “Joe”, gli ho suggerito, “forse Gesù vuole che ti fidi di Lui e ricordi che gli sta a cuore il tuo interesse, anche se forse non riesci a vederlo. Forse vuole che tu scopra cosa può venir fuori di buono da questo rinvio.
“Quando incontro una grande delusione e vedo disfarsi tutti i miei piani, sai cos’ho scoperto che mi aiuta?” Ho fatto una breve pausa, per dargli tempo di pensarci. “È la lode, che ha una grande potenza! Quando lodiamo Dio, dimostriamo la nostra fede che Lui sa cos’è meglio per noi e può davvero ricavare il meglio dalla situazione. Così, sia che il risultato porti un cambiamento immediato e miracoloso, o ci dia la pace, la forza e la pazienza di confidare e aspettare il momento che Lui ritiene giusto per quello che vogliamo o di cui abbiamo bisogno, è sempre una vittoria meravigliosa”.
Ho pregato con lui che Dio abbreviasse letteralmente il tempo prima della sua partenza o gli desse la pace e la fede di aspettare con grazia e con lode. Questo è sembrato ridargli la gioia e la fiducia necessarie ad aspettare il risultato portato da Dio.
Gli ho dato questa preghiera da fare quando sarebbe arrivato a casa: “Caro Gesù, so che mi ami e vuoi che io sia felice. La Bibbia dice che se il ‘Principe della Pace’. In questo momento ho bisogno che Tu dia pace al mio cuore e alla mia mente. Ti prego di aiutarmi a sentirmi calmo e tranquillo, in qualsiasi circostanza o situazione. Vieni e dammi la pace. Aiutami a essere rilassato e a non preoccuparmi. Ti chiedo anche che da questo momento il tuo Spirito Santo viva dentro di me e mi aiuti a crescere in amore e fiducia”.
Abbiamo avuto l’opportunità di parlare di molti principi spirituali importanti, o almeno di ricordarli brevemente. Durante le nostre conversazioni eravamo passati avanti e indietro dalla salvezza allo Spirito Santo alla testimonianza, dalla preghiera e dalla lettura della Parola al paradiso e all’amore infinito di Dio. Avevamo parlato della legge divina in opposizione alle tradizioni umane, della guerra spirituale e di molti altri argomenti che si presentavano spontaneamente durante la conversazione.
Sapevo che Joe era un pensatore e che dedicava tempo ad assorbire e digerire le cose, e meditare sulle questioni più profonde della vita. Mi aveva detto che tutte le sere, prima di addormentarsi, dedicava un momento a riflettere sulla giornata passata e a fare piani per il giorno dopo. Mi aveva detto: “Altrimenti non potrei sopravvivere”.
Ho il cuore pieno di gratitudine per il Signore, quando vedo tutte le cose che ha fatto per Joe, mettendolo in una situazione in cui aveva la benedizione di trovare il tempo di esaminare la propria vita e cercare le risposte. E anch’io ho avuto la benedizione di poter aiutare Joe, perché l’aveva portato direttamente da me quando non avrei avuto la possibilità di uscire e trovarlo. Sono grata anche per le istruzioni specifiche che Gesù mi ha dato con le sue parole di profezia.
Nella sua compassione, il Signore ha visto il bisogno spirituale di Joe, le sue domande sincere e la sua profonda tristezza; ha visto che Joe faceva del suo meglio per pensare ai bisogni degli altri, amarli e prendersi cura di loro. Il Signore aveva orchestrato le cose nei minimi particolari per amore di Joe, e anche mio. Lui sa quanto mi piace essere una sua ambasciatrice. È un privilegio grandissimo dare a una persona affamata e potenziale come Joe quello che il Signore ha dato a noi.
Se questo incontro con Joe ha rinforzato qualcosa nella mia vita, è che se preghiamo di essere una benedizione per gli altri, il Signore risponderà alle nostre preghiere, in qualsiasi situazione ci troviamo. Se preghiamo di poter benedire la vita di qualcuno, Lui ci farà incontrare una persona che è alla ricerca, che desidera conoscerlo meglio e vuole risposte da Lui. Se la vostra passione è associarvi a Gesù per operare una trasformazione nella vita preziosa di un altro, se siete disposti a fare tutto quello che è necessario, basta che lo diciate e che cerchiate l’opportunità di farlo. E questa arriverà!
Ci sono senz’altro molti “Joe” lì fuori. C’è un “Joe” vicino a te — o forse un Juan, un Mohamed, una Fatima, un Suraj, una Sofia, un Hiroto, una Emma, un Jing, un Tariq, un Luca, un Ivan o un João — lì, alla porta della tua vita, disperatamente alla ricerca delle risposte che il Signore vuole dargli, o darle, attraverso di te.
[1] NR.
[2] Matteo 7,7.
[3] Citazioni della Beata Madre Teresa di Calcutta. Fai una ricerca con Google indicando "Citazioni di Madre Teresa".
[4] Proverbi 13,12.
Titolo originale: Joe at My Door—Part 2
Pubblicato originariamente in Inglese il 5 Luglio 2014
versione italiana affissa il 23 Dicembre 2014;
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