La Pasqua: la Risurrezione fa la differenza (parte 1)

Aprile 17, 2014

di Peter Amsterdam

La Pasqua è il giorno in cui celebriamo l’avvenimento più importante della nostra fede cristiana: la risurrezione di Gesù. Perché è così importante? Perché, senza la risurrezione, la nostra fede è inutile, come sottolineò l’apostolo Paolo. Senza la risurrezione, non siamo redenti e quindi siamo ancora responsabili dei nostri peccati.[1] Senza la risurrezione, la nostra fede è invano e rappresentiamo scorrettamente Dio quando testimoniamo ad altri.[2] Sappiamo di avere la salvezza perché Dio risuscitò Gesù dalla morte.[3]

È il fatto che Gesù sia risorto a corroborare le sue affermazioni sul suo ruolo di Messia e sulla sua divinità.

Le aspettative sul Messia

Se Gesù non fosse risorto, sarebbe stato soltanto uno dei tanti ebrei del primo secolo che affermarono di essere il messia e furono ritenuti tali da alcuni, per poi invece rivelarsi dei falsi messia, dei messia mancati. In quei giorni, il messia era visto come un uomo unto da Dio per liberare il suo popolo dall’oppressione straniera, che avrebbe governato come re nel regno di Davide restaurato.

Nel Nuovo Testamento e in alcune opere storiche troviamo dei riferimenti a questi messia mancati. Nel libro degli Atti Gamaliele, un fariseo, si riferì a loro quando parlò di uomini che erano insorti con i loro seguaci e poi erano stati uccisi. “Poiché un po’ di tempo fa sorse Teuda, che diceva di essere qualcuno; accanto a lui si raccolsero circa quattrocento uomini; ma egli fu ucciso, e tutti coloro che l’avevano seguito furono dispersi. Dopo di lui, al tempo del censimento, sorse Giuda il Galileo che trascinò dietro a sé molta gente; anch’egli perì, e tutti coloro che lo seguirono furono dispersi”.[4]

Quando Paolo fu arrestato a Gerusalemme, il tribuno pensò che fosse “l’egiziano” che stava sollevando una rivolta.

“Mentre Paolo stava per essere introdotto nella fortezza, disse al tribuno: «Mi è lecito dirti qualcosa?». Quegli rispose: ‘Sai il greco? Non sei tu quell’Egiziano che tempo fa insorse e condusse nel deserto quei quattromila briganti?’”[5]

Lo storico ebreo Giuseppe menzionò diversi personaggi della storia che potevano essere considerati falsi cristi: (1) Theudas, che apparse quando era procuratore Fado (44–46 d.C.) e radunò degli uomini nelle aree disabitate intorno al Giordano con la promessa di dividere il fiume come Giosuè e dare inizio a una nuova conquista del paese; vari “impostori” durante il mandato del procuratore Felice (52–59 d.C.), che condussero folle nel deserto con la promessa di segni e meraviglie; (3) un “impostore” durante il mandato del procuratore Festo (60–62 d.C.), che promise a chi l’avrebbe seguito l’indipendenza e la libertà dalle sofferenze imposte dal governo romano; (4) Manahem ben Giuda (alias “il Galileo”) durante il mandato del procuratore Floro (64–66 d.C.), che si presentò a Gerusalemme “come un re” e cinse d’assedio la città.[6]

Gesù fu rigettato dai capi giudei perché lo consideravano un impostore, un falso messia. Ai loro occhi era solo uno dei tanti che rivendicavano il ruolo di messia. Se Gesù non fosse risorto, si sarebbe dimostrato che avevano ragione. Molto probabilmente i suoi discepoli sarebbero tornati a casa e avrebbero ripreso i loro lavori, concludendo di essersi lasciati stupidamente imbrogliare.

Invece Dio risuscitò Gesù e questo cambiò tutto. La sua risurrezione era il modo di Dio di far vedere che ciò che Gesù aveva detto di se stesso era vero. Il fatto che Gesù fosse risorto, dopo essere morto per noi, dimostrò che:

  1. Agì e parlò con un’autorità che apparteneva esclusivamente a Dio.
  2. Era il Messia la cui venuta era stata predetta nel Vecchio Testamento.
  3. Era il Figlio dell’Uomo di cui si parlava nel libro di Daniele, al quale era data gloria e un regno — un dominio eterno che non passerà.
  4. Giudicherà tutti gli esseri umani al tempo della fine.
  5. È il santo Figlio di Dio, alla pari con il Padre.

Diamo un’occhiata a ciò che ci dicono i Vangeli a proposito di questi cinque aspetti di Gesù.

Gesù agì con l’autorità di Dio

Gesù parlò e agì con autorità — nei suoi insegnamenti, nelle sue azioni, nei miracoli che compì, nello scacciare demoni e nel perdonare i peccati dei singoli individui.

Per cinque volte, nel Sermone sul Monte, Gesù diede la giusta interpretazione di alcune parti del Vecchio Testamento, quando disse: “Voi avete udito … ma Io vi dico”. Corresse l’interpretazione sbagliata delle Scritture com’era insegnata dai capi religiosi dell’epoca. Quando terminò, la folla si stupiva del suo insegnamento, perché Egli insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi.[7] Nel Vangelo di Giovanni Gesù usa venticinque volte la frase “in verità, in verità vi dico”, che sottolinea l’autorità e l’importanza delle sue dichiarazioni.[8]

Riferendosi alle leggi di Mosè, i primi cinque libri del Vecchio Testamento, Gesù disse:

Ma è più facile che passino il cielo e la terra, piuttosto che cada un solo apice della legge.[9]

In un altro punto, mentre parlava dei suoi insegnamenti, attribuì loro la stessa autorità e qualità eterna della legge mosaica, quando disse:

Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.[10]

Vediamo l’autorità di Cristo sulla natura quando calmò la furia della tempesta:

Allora essi, accostatisi, lo svegliarono, dicendo: «Maestro, maestro, noi periamo!». Ed Egli, destatosi, sgridò il vento e la furia dell’acqua; e questi si acquetarono e si fece bonaccia.[11]

Secondo i Salmi, calmare la tempesta è una cosa che fa Dio: Ma nella loro avversità gridano all’Eterno, ed Egli li trae fuori dalle loro angosce. Egli riduce la tempesta a un mormorio e le sue onde son fatte tacere.[12]

L’autorità di Gesù sopra Satana è dimostrata quando scaccia i demoni e quando dà ai suoi discepoli l’autorità di fare altrettanto.

Gesù lo sgridò, dicendo: “Taci, ed esci da quest’uomo!” E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui senza fargli alcun male. E tutti furono presi da stupore e discutevano tra di loro, dicendo: “Che parola è questa? Egli comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi, ed essi escono”.[13]

Or i settanta tornarono pieni di gioia, dicendo: “Signore, anche i demoni ci sono sottoposti nel tuo nome”.[14]

L’autorità di Gesù di perdonare i peccati, una prerogativa divina, si manifestò quando disse al paralitico che i suoi peccati erano perdonati, poi lo guarì, dimostrando di avere l’autorità di concedere il perdono. La sua capacità di compiere il miracolo visibile di guarire quell’uomo era la prova che aveva anche il potere di fare il miracolo invisibile del perdono dei peccati.

Che cosa è più facile dire: "I tuoi peccati ti sono perdonati", oppure: "Alzati e cammina"? Ora, affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha autorità in terra di perdonare i peccati: Alzati (disse al paralitico), prendi il tuo letto e vattene a casa tua![15]

Nel corso dei suoi insegnamenti, Gesù afferma di essere più grande del tempio, del profeta Giona e di Re Salomone, dimostrando che Lui e il suo messaggio erano più grandi delle tre maggiori istituzioni in Israele: i sacerdoti, i profeti e il re.[16]

Ora io vi dico che qui c’è qualcuno più grande del tempio … qui c’è qualcuno più grande del tempio … ed ecco, qui c’è uno più grande di Salomone.[17]

Affermò anche di essere più grande di Abramo, il padre della fede; di Giacobbe, il padre di Israele; e di Mosè, che aveva ricevuto la legge di Dio.

“Sei tu più grande del padre nostro Abrahamo, il quale è morto?” … Gesù disse loro: “In verità, in verità io vi dico: Prima che Abrahamo fosse nato, Io sono”.[18]

“Sei tu forse più grande di Giacobbe, nostro padre, che ci diede questo pozzo e ne bevve egli stesso, i suoi figli e il suo bestiame?”. Gesù rispose e le disse: “Chiunque beve di quest’acqua, avrà ancora sete, ma chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete in eterno; ma l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che zampilla in vita eterna”.[19]

“Se voi credeste a Mosè, credereste anche a me, perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come crederete alle mie parole?”[20]

Dopo la sua risurrezione, Gesù parlò della propria autorità.

Poi Gesù si avvicinò e parlò loro dicendo: “Ogni potestà mi è stata data in cielo e sulla terra”.[21]

Gesù, il Messia

In tutto il Vecchio Testamento, le scritture parlano di uno che sarebbe venuto a guidare Israele, un re che avrebbe adempiuto le profezie che Dio aveva dato a Davide e ad altri. Queste profezie parlavano di un profeta e di un re, proveniente dalla tribù di Giuda, dalla casa di Davide e dalla cittadina di Betlemme, che avrebbe avuto un regno eterno. Questa persona sarebbe stato un “unto”, un messia, un servo sofferente che avrebbe preso su di sé le trasgressioni del popolo, un re che sarebbe stato chiamato “il giusto, il nostro salvatore”.

Io susciterò per loro un profeta come te di mezzo ai loro fratelli e porrò le mie parole nella sua bocca, ed Egli dirà loro tutto ciò che Io gli comanderò.[22]

Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu [Davide] riposerai con i tuoi padri, Io innalzerò dopo di te la tua discendenza che uscirà dalle tue viscere e stabilirò il suo regno. Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile per sempre il trono del suo regno.[23]

Poi un ramoscello uscirà dal tronco di Isai e un germoglio spunterà dalle sue radici. Lo Spirito dell’Eterno riposerà su Lui: spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di potenza, spirito di conoscenza e di timore dell’Eterno.[24]

Ma tu, o Betlemme Efratah, anche se sei piccola fra le migliaia di Giuda, da te uscirà per me colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini sono dai tempi antichi, dai giorni eterni. Egli rimarrà a pascere il suo gregge nella forza dell’Eterno, nella maestà del nome dell’Eterno, il suo Dio.[25]

«Ecco, i giorni vengono», dice l’Eterno, «nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da re, prospererà, ed eserciterà il giudizio e la giustizia nel paese. Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele dimorerà al sicuro. Questo sarà il nome con cui sarà chiamato: "L’Eterno nostra giustizia".[26]

Eppure Egli portava le nostre malattie e si era caricato dei nostri dolori; noi però lo ritenevamo colpito, percosso da Dio ed umiliato. Ma Egli è stato trafitto per le nostre trasgressioni, schiacciato per le nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo la pace è su di Lui, e per le sue lividure noi siamo stati guariti. Noi tutti come pecore eravamo erranti, ognuno di noi seguiva la propria via, e l’Eterno ha fatto ricadere su di Lui l’iniquità di noi tutti.[27]

Dopo aver passato decenni in esilio a Babilonia ed essere stati governati dalle potenze mondiali di Grecia e di Roma, gli Ebrei cominciarono a usare il termine messia riferendosi specificatamente a colui che avrebbe restaurato l’indipendenza di Israele in adempimento alle profezie del Vecchio Testamento. Ai tempi di Gesù, gli Ebrei si aspettavano che il messia fosse un re, un politico e un guerriero che avrebbe liberato il popolo ebraico dall’oppressione di Roma.

I Romani che governavano Israele ai tempi di Gesù erano molto attenti a soffocare qualsiasi ribellione e a eliminare chiunque fosse visto come un possibile messia. A causa di questo pericolo, nella prima parte del suo ministero Gesù di solito non dichiarava pubblicamente di essere il Messia. Non accennò quasi mai a Se stesso come il Messia quando era entro i confini d’Israele, anche se lo fece quando era in Samaria e in altri posti fuori d’Israele.[28]

 Spesso diceva alle persone che guariva di non parlarne ad altri, perché non voleva attirare attenzione su di Sé. Avrebbe potuto essere visto come un possibile agitatore dei desideri nazionalisti ebraici, e i Romani stavano in guardia contro chiunque guadagnasse popolarità e potesse essere visto come un messia e quindi come una minaccia al loro governo.

Ecco un uomo tutto coperto di lebbra che, veduto Gesù, si prostrò con la faccia a terra e lo pregò, dicendo: “Signore, se tu vuoi, tu puoi mondarmi”. Allora Egli, distesa la mano, lo toccò dicendo: “Sì, lo voglio, sii mondato”. E subito la lebbra lo lasciò. E Gesù gli comandò: “Non dirlo a nessuno”.[29]

Dopo aver sfamato miracolosamente i cinquemila, Gesù si allontanò dalla folla, perché si era accorto che volevano farlo re, cosa che avrebbe fatto cadere su di Lui l’ira di Roma prematuramente.

Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, tutto solo.[30]

Durante il suo ministero, Gesù cercò di allontanare la gente dall’idea generale che il messia sarebbe stato il re guerriero e liberatore, e di aiutarla a capire che la missione del messia includeva sofferenza, rifiuto e umiliazione. Era una cosa difficile da capire per la gente, compresi i suoi seguaci più vicini. Né i suoi discepoli, né i capi giudei, né Giovanni Battista compresero la vera natura del messia. Lo vediamo manifestarsi nel fatto che due dei suoi discepoli, Giacomo e Giovanni, gli chiesero di poter sedere alla sua destra e alla sua sinistra quando sarebbe diventato re. Si aspettavano che fosse un re vero e proprio, con importanza, potere e ricchezza.

Essi gli dissero: “Concedici di sedere uno alla tua destra e l’altro alla tua sinistra nella tua gloria”.[31]

Perfino Giovanni Battista, il predecessore di Gesù, mandato a preparargli la via, aveva dei dubbi se fosse veramente “colui che deve venire”, il messia della promessa. Giovanni si aspettava che il messia agisse in maniera diversa da come si comportava Gesù. Gesù gli rispose indicando che il suo ministero adempiva le profezie di Isaia sul messia e su quel che avrebbe fatto, in Isaia 35 e 61.

Giovanni, avendo in prigione sentito parlare delle opere del Cristo, mandò due dei suoi discepoli a dirgli: “Sei tu colui che deve venire, oppure dobbiamo aspettarne un altro?” E Gesù, rispondendo, disse loro: “Andate e riferite a Giovanni le cose che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista e gli zoppi camminano; i lebbrosi sono mondati e i sordi odono; i morti risuscitano e l’evangelo è annunziato ai poveri”.[32]

Già in precedenza Gesù aveva citato questo passo delle Scritture, dicendo che si stava adempiendo in Lui.

“Lo Spirito del Signore è sopra di me, perché mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per guarire quelli che hanno il cuore rotto, per proclamare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi, per rimettere in libertà gli oppressi, e per predicare l’anno accettevole del Signore” … Allora cominciò a dir loro: “Oggi questa Scrittura si è adempiuta nei vostri orecchi”.[33]

Verso la fine del suo ministero, mentre era nei pressi di Cesarea di Filippo (un’importante città romana a nord del mare di Galilea, con una popolazione siriana e greca), Gesù chiese ai suoi discepoli che cosa la gente diceva che Lui fosse. La loro riposta fu che alcuni dicevano che era Giovanni Battista e altri che era Elia, Geremia o uno dei profeti. Il fatto che la gente pensasse che fosse uno dei profeti era in linea con le aspettative veterotestamentarie della venuta di un grande profeta.

Poi Gesù chiese ai suoi discepoli chi loro pensavano che fosse e Pietro rispose:

“Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. E Gesù, rispondendo, gli disse: “Tu sei beato, o Simone, figlio di Giona, perché né la carne né il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli”. …Allora ordinò ai suoi discepoli di non dire ad alcuno che Egli era il Cristo.[34]

La parola “Cristo” è la traduzione greca della parola mashiah, messia.

Poco più di una settimana dopo, Gesù salì su una montagna con tre dei discepoli e fu trasfigurato.

Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo, e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, l’aspetto del suo volto fu mutato e la sua veste divenne di un candore sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con Lui: erano Mosè ed Elia, i quali, apparsi in gloria, parlavano della sua dipartita che stava per compiersi in Gerusalemme.[35]

Mosè ed Elia rappresentano la Legge e i Profeti; la loro apparizione dimostrava che il Vecchio Testamento rendeva testimonianza a Gesù come Messia.

Quando Gesù chiese ai farisei di chi sarebbe stato figlio il messia, essi risposero dicendo: “Il figlio di Davide”, sapendo che secondo le Scritture il messia sarebbe disceso dalla stirpe regale di Davide. Gesù allora fece loro un’altra domanda, citando il salmo 110,1:

Egli disse loro: “Come mai dunque Davide, per lo Spirito, lo chiama Signore, dicendo: ‘Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi’? Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?”[36]

Gesù sottolinea che il Messia, il “figlio” di Davide, sarà il Signore di Davide e avrà un ruolo più importante del suo.

Durante il suo processo, fu chiesto a Gesù se fosse “il Cristo”.

Il sommo sacerdote lo interrogò e gli disse: “Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?”. E Gesù disse: “Sì, io lo sono. E voi vedrete il Figlio dell’uomo sedere alla destra della Potenza e venire con le nuvole del cielo”.[37]

Questa risposta convinse il sommo sacerdote a condannare a morte Gesù. Fu questa sua affermazione di essere il Messia che permise ai capi giudei di portarlo davanti a Pilato perché giudicarlo, perché esso era considerato una minaccia per Roma e gli aspiranti a quel ruolo venivano uccisi dalle autorità romane.

Gesù fu chiamato il Messia dagli angeli, alla sua nascita:

“Poiché oggi nella città di Davide è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore”;[38] e da Pilato alla sua morte: “Che farò dunque di Gesù, detto Cristo?”[39]

Gesù, che affermò chiaramente di essere il Messia in vari punti dei Vangeli e fu chiamato il Cristo (il Messia) da altri, fu crudelmente inchiodato su una croce a morire. I capi giudei e Pilato pensavano che la sua morte avrebbe dimostrato che era un falso messia. Invece, la sua risurrezione dimostrò che stava dicendo la verità. Dio fece risorgere Gesù dai morti, dimostrando che era Colui di cui si parlava nelle Scritture, il Messia che aveva portato le nostre malattie e si era caricato dei nostri dolori, che era stato schiacciato per le nostre iniquità, che ci aveva portato la pace, ed era chiamato il “Signore nostra giustizia”.

(Vedi la seconda parte di questa serie per scoprire altri aspetti di chi è Gesù.)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


[1] Se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati (1 Corinzi 15,17).

[2] Ma se Cristo non è risuscitato, è dunque vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. Inoltre noi ci troveremo ad essere falsi testimoni di Dio, poiché abbiamo testimoniato di Dio, che Egli ha risuscitato Cristo, mentre non l’avrebbe risuscitato, se veramente i morti non risuscitano  (1 Corinzi 15,14–15).

[3] Se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato (Romani 10,9).

[4] Atti 5,36–37.

[5] Atti 21,37–38.

[6] C. Brand, C. Draper, A. England, S. Bond, E. R. Clendenen, e T. C. Butler (eds.), “False Christs,” in Holman Illustrated Bible Dictionary (Nashville, TN: Holman Bible Publishers, 2003).

[7] Matteo 7,28–29 NR.

[8] Giovanni 1,51.

[9] Luca  16,17.

[10] Matteo 24,35.

[11] Luca 8,24.

[12] Salmi 107,28–29.

[13] Luca 4,35–36 NR.

[14] Luca 10,17 NR.

[15] Matteo 9,2–8.

[16] The ESV Study Bible (Wheaton: Crossway Bibles, 2008), 1846.

[17] Matteo 12,6,41,42.

[18] Giovanni 8,53,58.

[19] Giovanni 4,12–14.

[20] Giovanni 5,46–47.

[21] Matteo 28,18.

[22] Deuteronomio 18,18.

[23] 2 Samuele 7,12–13.

[24] Isaia 11,1–2.

[25] Michea 5,2.4.

[26] Geremia 23,5–6.

[27] Isaia 53,4–6.

[28] La [Samaritana] gli disse: «Io so che il Messia, che è chiamato Cristo, deve venire; quando sarà venuto lui ci annuncerà ogni cosa». Gesù le disse: «Sono io, io che ti parlo!» (Giovanni 4,25–26 NR).

[29] Luca 5,12–14.

Anche:

E [al sordomuto] si aprirono gli orecchi; e subito gli si sciolse la lingua e parlava bene. Gesù ordinò loro di non parlarne a nessuno; ma più lo vietava loro e più lo divulgavano (Marco 7,35–36 NR).

Ma Egli, prendendole la mano [della bambina che era morta], disse ad alta voce: «Bambina, alzati». Lo spirito di lei ritornò ed ella si alzò subito. […] E i genitori di lei rimasero sbalorditi; ma Egli ordinò loro di non dire a nessuno quello che era avvenuto (Luca 8,54–56 NR).

[30] Giovanni 6,15.

[31] Marco  10,37.

[32] Matteo 11,2–5.

[33] Luca 4,18–19. 21.

[34] Matteo 16,15–17. 20 NR.

[35] Luca 9,28–31 NR.

[36] Matteo 22,43–45.

[37] Marco 14,61–62.

[38] Luca 2,11.

[39] Matteo 27,22.


Titolo originale: Easter—The Resurrection Makes All the Difference - Part 1
Pubblicato originariamente in Inglese il 7 Aprile 2014
versione italiana affissa il 17 Aprile 2014;
statistiche: 3.552 parole; 17.461 caratteri