La prova — Testimonianza relazionale

Ottobre 17, 2017

di Maria Fontaine

[The Proof—Relational Witnessing]

Per molti di noi, quello che una volta era il nostro metodo di testimonianza principale è cambiato con il tempo. La nostra vita è molto più mescolata con quella della società secolare per costruire rapporti durevoli. Usare gradualmente la nostra vita quotidiana come metodo principale per la testimonianza è una specie di “predica” che può essere molto efficace. L’evangelizzatore inglese Gipsy Smith una volta disse: “Ci sono cinque Vangeli: Matteo, Marco, Luca, Giovanni e il Cristiano — e alcune persone non leggono mai i primi quattro”. In altre parole, spesso il Vangelo viene visto prima di essere ascoltato.

Questo mi ricorda di un uomo con cui Peter ha fatto amicizia. Non è un tipo estroverso, non parla molto né ha una vita sociale molto ampia. Sembra che gli piaccia piuttosto una compagnia più personale. A volte è semplicemente contento di stare seduto con Peter, senza tante parole, mentre guardano quello che succede attorno. In qualche occasione ha invitato Peter a casa sua per discutere di qualcosa o semplicemente per bere una birra, o fare una passeggiata con sua moglie e Peter in una cittadina qui vicino. Sono opportunità di parlare a quattr’occhi. Non è una persona religiosa – tutt’altro. Ogni tanto ci sono piccole occasioni in cui Peter riesce a dare una testimonianza, ma è proprio il fatto che Peter sia disposto a essere suo amico, che permette quei momenti.

Da quelle conversazioni Peter è venuto a sapere che quest’uomo è stato ferito dall’ipocrisia dimostrata in passato da alcuni cristiani. Peter ha nutrito pazientemente quest’amicizia, investendo il tempo necessario a rassicurarlo (senza fargli prediche) che c’è Qualcuno che lo ama e ci tiene a lui. Per esempio, una volta, dopo che il suo amico gli aveva raccontato di com’era scampato a un incidente in barca, Peter gli ha detto: “Penso che Qualcuno ti sta davvero tenendo d’occhio! Scommetto che dopo una cosa del genere non puoi venirmi a dire che Dio non si preoccupa di te!”

Peter dice di non aver visto molti progressi ovvi, ma un giorno, durante una piccola festa con un gruppo di amici di quest’uomo, lui l’ha sorpreso dicendo a tutti: “Sapete, se tutti i predicatori, i pastori e quelli che si dicono cristiani fossero come questo mio amico, diventerei cristiano”.

È in momenti simili che si fanno notare i frutti di quelle “prediche silenziose”. I cambiamenti possono anche essere impercettibili all’inizio, ma col tempo si comincia a vederli. Non sono soltanto le parole; è nella vostra stessa presenza che possono arrivare a capire l’amore del Signore per loro.

Con quest’uomo, è molto improbabile che Peter avrebbe potuto bussare alla sua porta inaspettatamente e condurlo a Gesù senza averlo conosciuto prima. Non sto dicendo che andare “porta a porta” o abbordare qualcuno al parco non possa funzionare; in alcuni casi è possibile, ma sembra che specialmente oggi molti abbiano bisogno di essere condotti lentamente, senza tante prediche o sermoni. Molti risponderanno al vostro esempio di come riuscite a vivere la vostra fede in situazioni simili alla loro.

Credo che molti di voi oggi vedano il valore delle “prediche silenziose”, quelle che sono potenti perché offrono l’esempio di come vivere la propria fede senza bisogno di tante parole. Ho sentito di una coppia di membri di LFI che stava per partire per un viaggio programmato da tempo, quando una loro amica si è ammalata. Hanno deciso di rinunciare ai loro piani e prendersi cura di questa donna che sembrava avere un bisogno disperato del loro aiuto. Una parente di quest’ultima, vedendo i sacrifici che facevano giorno dopo giorno, più tardi è andata da loro spiegando di aver totalmente cambiato le proprie impressioni e di vedere in loro l’esempio cristiano più sincero che avesse mai incontrato.

Gesù li aveva aiutati a fare quello che nessuna quantità di prediche avrebbe mai potuto realizzare. L’hanno fatto senza dover dire niente. Le loro azioni erano diventate la “predica” che parlava forte e chiaro del suo amore.

Ci sono tanti tipi di “prediche silenziose”. Ad esempio, per tornare all’esperienza di testimonianza di Peter, c’è un altro uomo con cui parla ogni tanto. Questo è quasi esattamente l’opposto di quello che ho menzionato sopra. Parla in continuazione, senza quasi lasciar spazio a Peter per parlare.

Quando, come cristiano, sai di avere qualcosa di prezioso di cui parlare in maniera profonda con gli altri, può essere frustrante dover restare in silenzio. Ti viene da chiederti perché Gesù vuole che tu stia ad ascoltare una persona per un lungo periodo, solo per riuscire a infilare una “parola detta a tempo” qua e là.

Comunque, ricordate che quando ascoltate una persona e lasciate che si sfoghi senza interruzioni, in realtà le state dando qualcosa. Quello che le offrite le giova tanto quanto se parlaste della vostra fede, proferendo parole di grande saggezza o spiegando cosa possono fare per avvicinarsi a Gesù ecc. Soddisferete il bisogno del suo cuore di liberarsi dalle preoccupazioni e di sapere che qualcuno si preoccupa di lei abbastanza da stare ad ascoltarla. Quando una persona si convince che vi preoccupate di lei abbastanza da stare lì ad ascoltarla, probabilmente alla fine sarà pronta ad ascoltare quello che avete da dire voi.

Sono convinta che quando vi mette in una certa situazione, non è solo per il bene della persona che ha bisogno di Gesù, ma anche per il vostro. Vuole che impariate ad ascoltare pazientemente dal profondo del cuore, per capire meglio di cosa ha bisogno quella persona e quale potrebbe essere la chiave per toccare il suo cuore con l’amore del Signore. La saggezza che possiamo guadagnare da queste lezioni può aiutarci anche in futuro.

Con il passar del tempo ci saranno persone che riuscirete a conoscere meglio e con le quali potrete avere una buona conversazione. Non vuol dire che dovreste parlare sempre di cose spirituali, ma neanche che dovreste evitare qualsiasi cosa possa indicare la vostra fede. Le persone che Peter è riuscito a conoscere bene sanno decisamente come la pensa, è perché è fedele a usare vari esempi della sua vita che includono Gesù. Incoraggia gli altri quando ne ha l’opportunità e li aiuta a trovare risposte quando le cercano. Si preoccupa soprattutto di essere un esempio vivo di Gesù.

È un approccio semplice e sincero che possiamo usare tutti. Avvicina le persone a voi perché non state dando loro un messaggio formale, affettato e preparato. Sentono in voi lo Spirito di Dio. L’essenza di chi siete diventa uno strumento per aiutarle, incoraggiarle, rafforzarle e consigliarle, e lo vogliono. Possono vedere che siete dolci, gentili e premurosi. Siete la prova che c’è un Dio vivo che si preoccupa personalmente di loro, uno che si cura di loro abbastanza da soddisfare i loro bisogni e restare a loro diposizione nei momenti di difficoltà, solitudine o dubbio. Quando sorgerà l’opportunità di aiutarle a trovare il Signore in maniera personale e saranno disposte ad accettarlo, le vostre spiegazioni suoneranno sincere ai loro cuori, perché grazie a voi avranno visto il suo messaggio vissuto davanti a loro.

Quando vivete vicini a Gesù, non potete evitare di esserne influenzati. I vostri valori fondamentali, i principi con cui vivete e il modo in cui vedete le cose emergono in quello che dite quando parlate di qualcosa. L’influenza di Dio nella vostra vita si farà notare, perché ha una parte molto grande dentro di voi. Non può fare a meno di pervadere le cose di cui parlate. Quello che c’è nel vostro cuore viene fuori spontaneamente. La bocca parla dall’abbondanza del cuore.1

Se passate abbastanza tempo con Gesù nella vostra vita di tutti i giorni, la gente lo noterà. Sapranno che Dio è la cosa più importante nella vostra vita e che voi siete persone cui possono fare riferimento e che, almeno in qualche maniera, vorranno emulare. La vostra vita potrebbe sembrarvi piena di cose normali, comuni; ma per gli altri quelle cose apparentemente normali potrebbero essere opportunità per riflettere e vedere le cose da una prospettiva diversa. Anche se alcuni dei vostri standard o delle vostre idee sono un po’ diversi, non cercate di imporli agli altri, con l’intenzione di cambiarli o costringerli ad accettare le vostre opinioni.

Il fatto che permettiate loro di arrivare ad accettare le cose a un ritmo personale, concede loro il tempo di farsi delle domande e prendere in considerazione le vostre opinioni. Hanno così l’ovvia dimostrazione che le cose in cui credete sono le stesse che vi rendono una persona gradita, e questo può avvicinarle a Gesù.

Costruire dei rapporti con le persone alle quali Gesù vi ha indicato di testimoniare, può richiedere tempo. Forse dovrete sacrificare ore, mesi e magari perfino anni, investendo lentamente e costantemente nella vita di una persona, prima che il vostro amore e quello di Gesù la spingano al punto di aprire il suo cuore a Lui. Tuttavia, credo che ne valga la pena.

Non solo li fate avvicinare al cuore di Gesù e insegnate loro a credere e confidare in Lui e a sapere che Lui li ama, grazie alla vostra stessa vita e alle conversazioni che tenete con loro, ma avete anche la fantastica soddisfazione di sapere che state collaborando gomito a gomito con il grande “Convertitore di cuori” in persona nel lavoro più grande del mondo!

Oltretutto, ricevete il dono di avere un amico, una persona in grado di darvi qualcosa in molti modi diversi e che influenza positivamente la vostra vita. Magari vorreste che le cose andassero più in fretta, ma il Signore spesso ci spinge ad avere un approccio più graduale. Le sue vie non sono sempre le nostre vie, o il metodo che preferiremmo, ma sono sempre le migliori. È una strada che potrebbe richiedere più tempo per voi e il vostro amico, ma è anche quella che Dio sa che porterà a casa da Lui un altro dei suoi figli.


1 Matteo 12,34.


Pubblicato originariamente in Inglese il 6 maggio 2017.