L’importanza del riconoscimento
Dicembre 21, 2021
di Maria Fontaine
L’importanza del riconoscimento
Jay, un uomo come Gesù
[Acknowledgment Power]
Qualche tempo fa il Signore mi ha aperto la porta per testimoniare a un giovane, Jay, quando ho iniziato a rimarcare alcune sue buone qualità. Anche se l’avevo incontrato solo un paio di volte prima, quando aveva fatto alcune riparazioni per noi, avevo sentito numerosi commenti sul tipo di persona dolce e gentile che è, onesto e sincero, sempre pronto a fare un passo in più per aiutare gli altri.
In questo caso il Signore mi ha mostrato di usare le cose positive che avevo sentito, per iniziare una conversazione con lui. Era venuto per sistemare un problema con l’impianto idraulico. Abbiamo chiacchierato alcuni minuti e gli ho raccontato di alcuni dei complimenti che avevo sentito su di lui.
Gli ho detto: “Jay, mi ricordi Gesù. Sai perché lo dico?” L’idea mi è sembrata piacergli; ha fatto un grande sorriso e ha risposto che no, non lo sapeva. Gli ho spiegato che Gesù era fedele ad aiutare le persone. Di qualsiasi cosa avessero bisogno, andava attorno umilmente facendo il bene, agendo in maniera premurosa, compassionevole e amorevole.
Ho continuato dicendo: “Gesù ci fa dei doni diversi, delle abilità speciali che, se vogliamo, possiamo sviluppare in qualcosa di meraviglioso che può contribuire a cambiare la vita degli altri. A volte sono doni materiali, come un talento, una competenza speciale o la capacità di imparare certe cose più facilmente. A volte sono doni spirituali, come guarire i malati o una profonda comprensione del cuore degli altri. Qualunque cosa ci dia, lo scopo dei doni è sempre di manifestare in qualche modo il suo amore per gli altri.
“Per questo mi ricordi Gesù. Penso che ti abbia fatto un dono speciale. Nella Bibbia si chiama ‘dono di assistenza’.[1] Potrebbe sembrarti una cosa automatica dare una mano quando vedi che c’è un bisogno o che qualcuno è in difficoltà. Forse per te è normale reagire così, ma altre persone si rendono conto che è una cosa speciale. Preoccuparsi per gli altri e mettere in pratica quel sentimento per aiutarli può essere difficile. A volte potresti sentirti quasi un servo, ma sai una cosa? Essere un servo non è una brutta cosa. Nella Bibbia Gesù ha detto: ‘Il maggiore di voi sia vostro servo’ (Matteo 23,11)”.
“Gesù non pensava che fosse una brutta cosa essere un servo. Ha passato tutta la vita aiutando gli altri, soddisfacendo i loro bisogni e sacrificandosi per far vedere loro che li amava. Penso che tu sia in ottima compagnia, con un dono del genere. Cosa si potrebbe avere di meglio del dono di poter riflettere la natura di Gesù? Forse non sembra particolarmente bello in questa vita, ma d’altronde, in questo mondo l’aspetto può essere ingannevole. Molti dei lavori più importanti non sono quelli che sembrano belli esteriormente. Sono invece quelli che cambiano i cuori e le vite, perché chi li svolge è disposto a fare tutto il necessario per aiutare che ne ha bisogno”.
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Angelo, l’angelo dell’elettronica
Credo che questo sistema di cercare le qualità o i talenti di una persona possa aiutarla a rendersi conto di avere valore agli occhi di Dio. Quando possiamo far notare la qualità o il talento speciale che vediamo in qualcuno, accentuiamo l’idea che questi doni hanno un donatore che vuole aiutare sia lui che, attraverso di lui, gli altri.
Voglio raccontarvi qualche esperienza che ho avuto a questo proposito.
Raramente vado a fare shopping; è difficile perché mi dà fastidio agli occhi. Comunque, un giorno ero già fuori per un appuntamento dal medico e mi sono fermata in un grande magazzino a cercare una cosa che mi serviva. Il primo reparto all’ingresso aveva apparecchi elettronici e dietro a un bancone c’era un giovane che cercava di sembrare occupato perché al momento non aveva clienti. Mentre passavo mi ha rivolto un sorriso allegro, così mi sono fermata a chiedergli dove potevo trovare quello che cercavo. È uscito da dietro il bancone e mi ha detto di aspettare perché sarebbe tornato subito. Dopo alcuni minuti è tornato proprio con quello che avevo chiesto, che per giunta era in offerta.
Avrebbe facilmente potuto indicarmi una direzione generale o dirmi in che sezione cercare, invece si è preoccupato di trovare lui l’articolo di cui avevo bisogno. Gli ho fatto i miei complimenti per il suo dono meraviglioso di aiutare gli altri. Si era dimostrato molto contento di fare quel passo in più, così gli ho chiesto un’altra cosa che speravo di trovare e immediatamente lui mi ha guidato nella sezione giusta, aggiungendo che, se avessi avuto bisogno di qualcos’altro, sapevo dove trovarlo e che non dovevo esitare a chiamarlo.
Quando un po’ più tardi siamo tornati all’ingresso, ho notato che era di nuovo disponibile, così ho deciso di fermarmi un momento a parlargli, perché volevo menzionargli qualcosa a proposito di Gesù. Gli ho detto che sembrava un ragazzo molto dolce e coscienzioso, diligente e lavoratore. Mi ha detto che si chiamava Angelo. Quando gli ho chiesto della sua famiglia, mi ha spiegato che non era sposato, perché non guadagnava abbastanza per mantenere una moglie, tanto meno dei bambini. Quando gli ho accennato che doveva essere difficile per lui, ha risposto che cercava di fare il possibile per aiutare quelli che avevano meno di lui.
Angelo sembrava davvero provare compassione per gli altri e facevo fatica ad allontanarmi. Mentre parlavamo stavo chiedendo a Gesù di darmi una chiave per il suo cuore o qualcosa da dirgli che potesse aiutarlo. Il Signore mi ha mostrato di fare un collegamento positivo tra il suo nome e il suo carattere, così gli ho detto: “Sai, Angelo, penso che il Signore ti abbia dato un nome che ti sta a pennello. Gli angeli sono messaggeri dell’amore di Dio. La tua gentilezza comunica quello che Lui vuole che la gente capisca del suo carattere”. È sembrato molto toccato da questo.
Mentre uscivo, mi sono fermata e gli ho dato un volantino, dicendo: “Questo piccolo messaggio di Gesù ti aiuterà a capire che ti ama tanto e vuole farti sapere che è sempre lì per te. Se lo ricevi nel tuo cuore, sarà sempre lì e non ti lascerà mai”.
È rimasto talmente commosso che è sembrato sul punto di piangere. Gli ho detto che la sua dolcezza, la sua cortesia e la sua disponibilità erano molto importanti per i clienti, perché li metteva a loro agio e li rendeva felici, servendoli molto bene. Cosa ancora più importante, lui era un esempio di come Gesù li amava. Volevo fargli sapere che Gesù è orgoglioso di lui. Chissà? Forse era stato alla ricerca tutto quel tempo e aveva solo bisogno di una conferma del grande amore di Gesù.
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Mary, un’aiutante in mezzo alle scarpe
Ho avuto un’altra esperienza di questo tipo una volta che ero uscita a cercare delle scarpe di cui avevo davvero bisogno. Comprare le scarpe è una delle imprese più difficili per me, perché ho dei piedi “difficili”. Ho bisogno di scarpe che siano molto strette al tallone e più larghe alle dita ed è difficile trovarle. Così, quando sono abbastanza disperata da uscire a comprarle, ho la tentazione di correre dentro, togliermi il pensiero e tornare a casa.
La commessa (si chiamava Mary) era molto dolce e si è data molto da fare per capire quello che stavo cercando. Ovviamente voleva vendere le scarpe, ma la sua disponibilità andava ben oltre e ce l’ha messa tutta per portarmi un paio di scarpe dopo l’altro. Ci pensava un po’, poi diceva qualcosa come: “Ho un’idea. Forse queste vanno bene!” È stata lì con me tutto il tempo, tranne un breve momento in cui si è fermata a parlare con un altro cliente. È rimasta positiva, paziente e allegra anche quando la ricerca delle scarpe giuste si è protratta per un po’.
Ha insistito e alla fine è riuscita a trovare le scarpe giuste. Ho potuto vedere sul suo viso il senso di soddisfazione che ha provato. Quando eravamo pronti ad andare, le ho detto: “Mary, mi sei stata davvero di grande aiuto, oggi. C’è voluto un sacco di tempo ed energie per cercare di fare del tuo meglio. Forse vendere scarpe è solo un lavoro temporaneo per te, o forse pensi di continuare a farlo per un po’, ma posso dirti una cosa che ho notato in te?
“Vedo che ti preoccupi che ogni cliente si trovi a suo agio e sia contento. Vedo che metti tutto il cuore in quello che fai. Fai uno sforzo per incoraggiare gli altri, come hai fatto con me. Quando qualcuno entra nel tuo negozio, potrebbe essere un po’ scoraggiato, come me, al pensiero di non riuscire a trovare la cosa giusta; ma tu hai fatto tutto il possibile per aiutarmi. Sono molto grata di aver trovato delle scarpe che calzano così bene. Sai, Mary, rendere felice le persone, incoraggiarle e tirale su di morale non è una cosa da poco. Il tuo bel sorriso, i tuoi begli occhi, la tua premura per ciò che è importante per gli altri sono talenti che ti ha dato Dio, e tu sembri usarli bene.
“Vendere scarpe è importante. La gente ha bisogno di scarpe, anche solo per tenere i piedi caldi e protetti; ma quello che è ancora più importante è l’attenzione personale che dimostri. È bene continuare a coltivare quest’abitudine, ricordando a te stessa che rendere felici le persone è una delle cose più importanti che puoi fare nella vita”.
Ha quasi pianto quando le ho detto questo. Poi le ho dato una buona mancia e le ho detto che era un segno dalla mia gratitudine. Ho aggiunto: “Mary, Gesù ti ama molto e oggi vuole incoraggiarti dicendoti che la tua vita è importante e che quello che fai è importante”. Si è girata in fretta dall’altra parte, nascondendo le lacrime e sorridendo imbarazzata.
Mi sono sentita felice perché mi sono resa conto che prima di uscire di casa avevo pregato e il Signore mi aveva aiutato a mettere in pratica quello che predico: non correre dal punto A al punto B, ma ricordare che intorno a noi ci sono persone preziose che hanno bisogno d’attenzione. Stavo svolgendo un compito molto più importante della semplice ricerca di un paio di scarpe.
Non possiamo sapere come le nostre parole di apprezzamento, supporto o incoraggiamento motiveranno una persona a distinguersi nella vita. Quei “giorni delle piccole cose”, quei punti d’avvio nella vita di una persona che il Signore ci ha messo davanti, possono essere l’inizio di qualcosa di grande agli occhi di Dio. È così che la vede Lui!
Pubblicato originariamente in inglese il 4 luglio 2020.
[1]1 Corinzi 12,28