Più simili a Gesù: a immagine di Dio (parte 1)

Gennaio 7, 2017

di Peter Amsterdam

[More Like Jesus: In God’s Likeness (Part 1)]

(Questo articolo si basa su alcuni punti chiave del libro Classical Arminianism, di F. Leroy Forlines.1)

Come ho menzionato in precedenti articoli di questa serie, essere più simili a Gesù richiede uno sforzo in due direzioni: dobbiamo “spogliarci” del peccato e “rivestirci” di Cristo. Dobbiamo gettare via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce,2 rivestirci del Signor Gesù Cristo,3 spogliarci, per quanto riguarda la condotta di prima, dell’uomo vecchio,4 e rivestirci dell’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e santità della verità.5 Per ricercare la virtù, dobbiamo concentrarci su aspetti sia positivi sia negativi – dove quello positivo è il rivestirci di Cristo e il negativo è sconfiggere il peccato nella nostra vita.

Non mi piace parlare del peccato, ma fa parte della vita di ogni essere umano e mentre ci rivestiamo di Cristo dobbiamo affrontare il peccato e sforzarci di sconfiggerlo. Naturalmente non saremo mai in grado di sradicarlo completamente dalla nostra vita qui sulla terra, ma possiamo avere una certa misura di vittoria per grazia di Dio e con il suo aiuto. La salvezza ci libera dalla forte presa che il peccato ha sulla nostra vita, permettendo allo Spirito di Dio di trasformarci.

Per capire il cambiamento che la salvezza porta nella nostra vita riguardo allo sconfiggere il peccato, dobbiamo guardare indietro a prima che il peccato entrasse nell’umanità, al risultato di questo ingresso e al cambiamento che avvenne nella presa che il peccato aveva sull’umanità, dovuto alla morte di Gesù per i nostri peccati. Per farlo, cominciamo con il fatto che l’umanità fu creata a immagine di Dio.

Le Scritture ci dicono:

Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza». … Così Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.6

Questo ci dice che gli esseri umani sono stati modellati a immagine di Dio. Dio è un essere personale e noi, come Dio, siamo razionali, consci di noi stessi, intelligenti e abbiamo volontà, emozioni e conoscenza. Possiamo pensare, ragionare e imparare.

Siamo anche moralmente simili a Dio. Le Scritture insegnano che tutti gli esseri umani hanno la legge divina “scritta nei loro cuori”.7 Tutti sanno intrinsecamente la differenza fra il bene e il male, perché hanno una coscienza che li accusa quando fanno il male. Non sta a noi decidere se dobbiamo o no vivere secondo i parametri morali divini, perché Dio li ha già stabiliti quando ci ha creato. Possiamo decidere che non vogliamo seguirli, ma ciò non significa che dobbiamo farlo e che ci sono delle conseguenze per agire contrariamente alla legge morale di Dio. Quando tutti gli individui saranno giudicati responsabili davanti a Dio alla fine della loro vita, nessuno sarà in grado di dire che non sapeva che era sbagliato uccidere, mentire, rubare e così via, perché Dio ha impiantato quella moralità fondamentale in ogni essere umano.

Le Scritture parlano del ruolo svolto dalla nostra mente nella nostra vita di fede e nelle nostre scelte morali:

Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua e con tutta la tua mente.8Ciascuno sia pienamente convinto nella sua mente.9 Io porrò le mie leggi nella loro mente e le scriverò nei loro cuori; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo.10

La Bibbia usa 54 volte termini che significano pensare, 50 volte termini che significano ragionare, 145 volte termini che significano comprendere e comprensione. Usiamo la mente per pensare, ragionare, giudicare, trarre conclusioni, valutare le situazioni ecc.

Le Scritture parlano anche dei nostri cuori. Il cuore rappresenta la sede delle emozioni, il posto dentro di noi da cui nascono i sentimenti. Leggiamo di gioia nel cuore,11 oltre che di tristezza 12 disprezzo,13 amore,14 coraggio15 e afflizione.16

Le Scritture si riferiscono anche alla nostra facoltà di scelta, alla nostra volontà, al fatto che possiamo agire secondo i nostri desideri. Gesù disse che gli individui possono scegliere:

Se qualcuno mi vuole seguire…17 Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!18 Se qualcuno vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina…19

Siamo esseri dotati di libero arbitrio; la capacità di scegliere fa parte della nostra persona.

Un aspetto dell’essere fatti a immagine di Dio è che abbiamo menti che pensano, ragionano e comprendono. Abbiamo anche sentimenti, emozioni e autodeterminazione. Nel complesso, siamo esseri che pensano, sentono e agiscono. Pensiamo con la mente, sentiamo con il cuore e agiamo secondo la nostra volontà. Anche se sono elencati come funzionanti indipendentemente, nel loro complesso la mente, il cuore e la volontà sono parte integrante di ciò che siamo.

Il concetto che gli esseri umani siano persone razionali e morali è spesso indicato come una somiglianza costitutiva di Dio. L’immagine di Dio negli esseri umani così come furono creati originariamente (Adamo ed Eva) comprendeva anche una somiglianza funzionale. Una somiglianza funzionale significa che l’umanità, così com’era stata originariamente creata, pensava, sentiva e agiva in maniera da compiacere Dio. La somiglianza costitutiva ha a che fare con la condizione di persona [una persona in quanto essere]. La somiglianza funzionale si riferisce a come una persona pensa, sente e agisce ed è nota anche come personalità [una persona in quanto individuo]. (Personalità in questo senso non si riferisce ai tratti caratteriali, come in “ha una bella personalità”.) Gli esseri umani così come furono creati all’inizio, prima del peccato, erano fatti a somiglianza di Dio, sia in quanto a persona come essere vivente sia in quanto a personalità individuale.

La personalità funziona a due livelli: conscio e subconscio. I primi esseri umani, come erano stati creati e si erano sviluppati fino al peccato originale, funzionavano a somiglianza di Dio a livello sia conscio sia inconscio.

La mente inconscia (usata qui in senso lato per includere mente, cuore e volontà) contiene le idee, le mentalità e le risposte che sono diventate parte di quel che siamo e influenzano i nostri pensieri, le nostre azioni e le nostre reazioni – spesso senza che ce ne rendiamo conto. La mente in questo senso coinvolge tutta la nostra personalità: il cuore, la mente e la volontà. Inconsciamente o automaticamente immagazziniamo le conoscenze o le idee nella mente subconscia, da dove possono essere recuperate quando è necessario. Pochissime tra tutte le conoscenze che abbiamo accumulato rimangono nella nostra mente conscia in ogni momento.

Anche se le Scritture non usano il termine “mente subconscia”, alludono a parti della nostra memoria, della nostra esperienza e del nostro cuore che non sono direttamente accessibili alla nostra mente conscia. Davide chiese a Dio di purificarlo dai peccati che gli erano occulti.20 Tali peccati non erano nascosti a Dio, quindi Davide poteva riferirsi a peccati che erano nascosti a lui stesso. Cose che erano occultate profondamente dentro di lui, di cui non era consapevole e a cui non poteva avere accesso. Leggiamo qualcosa di simile in un’altra sua preghiera:

Investigami, o Dio, e conosci il mio cuore; provami e conosci i miei pensieri; e vedi se vi è in me alcuna via iniqua, e guidami per la via eterna.21 E in un altro punto afferma: Ma a te piace la verità che risiede nell’intimo, e m’insegni la sapienza nel segreto del cuore.22

Altre versioni traducono “nel segreto del cuore” come “nel profondo del cuore”. Davide si riferisce alla nostra parte più intima che ci è nascosta. Anche se le parole sono diverse, gli antichi scrittori sapevano che in noi c’è una parte di mente/cuore/intimo che è più profonda e segreta, o nascosta alla mente conscia.

Prima della caduta dovuta al peccato, le menti subconscie di Adamo ed Eva erano consapevoli solo di idee e mentalità basate sulla somiglianza a Dio. Non conoscevano il male. Sia consciamente sia inconsciamente conoscevano solo il bene; quindi pensavano, sentivano e agivano in maniera virtuosa. Questo stato è conosciuto come “giustizia originale”. La condizione originale dei primi esseri umani era una santità positiva, non uno stato d’innocenza o di neutralità morale. Adamo ed Eva erano dotati di giustizia e virtù innate. Pensieri, sentimenti e azioni giuste erano innati in loro come parte dell’essere stati creati a somiglianza di Dio.

Come è spiegato nella serie Al cuore di tutto:

Prima di peccare, Adamo ed Eva erano puri e in grado di “posse non peccare”, un termine teologico che significa che “potevano non peccare”. Sebbene potessero scegliere di peccare, potevano anche scegliere di non farlo e così restare senza peccato. Dopo la caduta erano diversi. La loro purezza morale era sparita, il loro desiderio e la loro capacità di restare in sintonia con la volontà divina erano distorti. Non avevano più la capacità di non peccare e quindi restare privi di peccato, perché da quel punto in poi loro, e tutta l’umanità dopo di loro, erano soggetti a “non posse non peccare”: “non potevano non peccare”. Da quel momento gli esseri umani divennero peccatori per natura e, anche se a volte possono astenersi dal peccato, è nel loro carattere peccare e sono privi della capacità di non farlo. Anche se siamo ancora fatti a immagine di Dio, quell’immagine si è alterata per colpa del peccato. Fortunatamente, come cristiani possiamo contrastare alcuni effetti della nostra natura peccaminosa credendo nella Parola di Dio, rispettandola, assorbendola e mettendola in pratica; e al momento della risurrezione dei morti, quando i cristiani risusciteranno in gloria e si riuniranno al proprio corpo, saremo liberi dagli effetti della nostra natura umana peccaminosa.23

Prima che Adamo ed Eva peccassero, la struttura delle possibilità in cui operavano comprendeva o il continuare la pratica di una giustizia completa o il commettere peccato. Dopo aver peccato, non era più possibile operare all’interno di quella struttura: era diventato loro impossibile praticare ininterrottamente la giustizia, perché non erano più in grado di non peccare. Avevano perso la loro “giustizia originale” perché avevano disubbidito a Dio. Dal momento della caduta gli esseri umani sono nati con una natura intrinsecamente peccaminosa; ciò significa che siamo intrinsecamente portati a peccare. Questa condizione è chiamata “peccato originale”.

Dopo la caduta dell’umanità, la somiglianza costituiva a Dio è rimasta in noi, anche se alquanto danneggiata. Siamo ancora esseri razionali che pensano, sentono e agiscono; ma abbiamo comunque perso la somiglianza funzionale a Dio perché non possiamo più pensare, sentire e agire naturalmente a somiglianza di Dio. La nostra mente subconscia non è più orientata verso Dio con pensieri, sentimenti e azioni giuste; per cui siamo portati a peccare.

La salvezza per fede nella morte e risurrezione di Gesù Cristo spezza il potere del peccato nella nostra vita. Non porta alla cessazione del peccato, ma altera il potere che esso ha avuto su di noi. La salvezza cambia il nostro rapporto con Dio. Poiché Gesù ha condotto una vita senza peccato e si è sacrificato morendo sulla croce, non siamo più sotto la schiavitù del peccato. Dio non ci ritiene più colpevoli; non siamo più alienati da Lui.24 Prima, eravamo sottoposti al potere del peccato; ma con la salvezza quel potere è infranto. Siamo stati liberati dalla sfera in cui regnava il peccato e trasportati nella sfera della grazia divina.

La salvezza distingue i Cristiani dal resto dell’umanità perché non sono più colpevoli agli occhi di Dio. Siamo stati dichiarati giusti. Siamo cambiati grazie a una nuova nascita e al rinnovamento dello Spirito Santo.

Anche noi infatti un tempo eravamo insensati, ribelli, erranti, schiavi di varie concupiscenze e voluttà, vivendo nella cattiveria e nell’invidia, odiosi e odiandoci gli uni gli altri. Ma quando apparvero la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore verso gli uomini, egli ci ha salvati non per mezzo di opere giuste che noi avessimo fatto, ma secondo la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo, che egli ha copiosamente sparso su di noi, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Salvatore, affinché, giustificati per la sua grazia, fossimo fatti eredi della vita eterna, secondo la speranza che abbiamo.25

Avere una vita nuova ed essere rinnovati dallo Spirito Santo significa che c’è stato un cambiamento nella nostra vita. Questo cambiamento include l’essere resi conformi all’immagine di suo Figlio.26 Conformarsi all’immagine del Figlio può essere interpretato come il riadattare la nostra vita in maniera da produrre cambiamenti nel nostro modo di pensare, sentire e agire, così da rivestirci dell’immagine di Cristo. In un certo senso richiede un cambiamento nella mente subconscia, una modifica di come siamo programmati; anche se pensieri, parole e azioni hanno luogo in noi a livello conscio, sono espressioni della nostra natura interiore fondamentale che esiste a livello subconscio. Il termine teologico per questo cambiamento o trasformazione nella nostra vita è santificazione, che si riferisce alla crescita graduale e progressiva verso la santità causata dallo Spirito Santo.

Ora invece, essendo stati liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi avete per vostro frutto la santificazione e per fine la vita eterna.27

L’apostolo Paolo parla del processo di trasformazione nell’immagine della gloria del Signore:

E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria.28

La radice della parola greca qui tradotta con trasformati fa riferimento a un cambiamento interiore più che esteriore. Usando questa parola, Paolo parla di un cambiamento profondo e fondamentale nella natura interiore dei Cristiani. È un cambiamento nella nostra personalità (come definita più sopra: il nostro modo di pensare, sentire e agire), una modifica completa del nostro essere interiore. Un cambiamento a questo livello fondamentale allinea i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le nostre azioni con la natura di Dio. Un simile cambiamento nella nostra vita interiore (nella mente, nel cuore e nella volontà) dovrebbe manifestarsi anche nella vita esteriore. Le nostre azioni esterne emanano dalle realtà interne della nostra personalità.

Essere trasformati e conformati all’immagine di Cristo è possibile grazie alla salvezza, che ci libera dalla presa che il peccato ha sulla nostra vita e ci permette di pensare e agire, consciamente e inconsciamente, in maniera più santa. Ciò non vuole dire che non pecchiamo, ma ci permette di diventare sempre più simili a Cristo, così da allontanarci dalla nostra precedente condizione di schiavi del peccato. Anche se in noi c’è sempre un comportamento peccaminoso, il peccato non ha più lo stesso potere su di noi. A volte cadiamo, perché siamo umani, ma nel nostro intimo desideriamo fare ciò che è giusto. Il peccato non ha più dominio su di noi e noi desideriamo invece avvicinarci di più a Dio, cosa che otteniamo allontanandoci dal peccato.

Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi; nettate le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o voi dal cuore doppio.29

Avvicinarsi a Dio vuol dire allontanarsi dal peccato.

(Continua)


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


1 Nashville: Randall House Publications, 2011.

2 Romani 13,12.

3 Romani 13,14.

4 Efesini 4,22.

5 Efesini 4,24.

6 Genesi 1,26–27. Vedi anche Genesi 9,6.

7 Infatti quando i gentili, che non hanno la legge, fanno per natura le cose della legge, essi, non avendo legge, sono legge a se stessi; questi dimostrano che l’opera della legge è scritta nei loro cuori per la testimonianza che rende la loro coscienza, e perché i loro pensieri si scusano o anche si accusano a vicenda, nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio evangelo (Romani 2,14–16).

8 Matteo 22,37.

9 Romani 14,5.

10 Ebrei 8,10.

11 Salmi 4,7.

12 Romani 9,2.

13 2 Samuele 6,16.

14 Matteo 22,37.

15 Salmi 27,14.

16 Salmi 13,2.

17 Matteo 16,24.

18 Matteo 23,37.

19 Giovanni 7,17.

20 Salmi 19,12–13.

21 Salmi 139,23–24.

22 Salmi 51,6.

23 Al cuore di tutto: L’umanità, fatti a immagine e somiglianza di Dio (prima parte)

24 Perché è piaciuto al Padre di far abitare in lui tutta la pienezza, e, avendo fatta la pace per mezzo del sangue della sua croce, di riconciliare a sé, per mezzo di lui, tutte le cose, tanto quelle che sono sulla terra come quelle che sono nei cieli. E voi stessi, che un tempo eravate estranei e nemici nella mente con le vostre opere malvagie, ora vi ha riconciliati nel corpo della sua carne, mediante la morte, per farvi comparire davanti a sé santi, irreprensibili e senza colpa (Colossesi 1,19–22).

25 Tito 3,3–7.

26 Romani 8,29.

27 Romani 6,22.

28 2 Corinzi 3,18.

29 Giacomo 4,8.


Pubblicato originariamente in Inglese il 19 luglio 2016.