Più simili a Gesù: a immagine di Dio (parte 2)
Gennaio 14, 2017
di Peter Amsterdam
Più simili a Gesù: a immagine di Dio (parte 2)
[More Like Jesus: In God’s Likeness (Part 2)]
(Questo articolo si basa su alcuni punti chiave del libro Classical Arminianism, di F. Leroy Forlines.)1
La prima parte di “A immagine di Dio” ha accennato a come siamo stati creati a somiglianza costitutiva e funzionale di Dio. Come esseri razionali e morali, a somiglianza di Dio, pensiamo, sentiamo e agiamo in maniera simile a Dio. Abbiamo menti che pensano, cuori che sentono e autodeterminazione. L’ingresso del peccato nell’umanità ha distrutto la capacità umana di non peccare e i nostri peccati ci hanno separato da Dio. Grazie alla vita e al sacrificio di Gesù, però, siamo stati liberati dalla schiavitù del peccato e per grazia di Dio e opera dello Spirito Santo possiamo essere trasformati nel nostro essere interiore.
Quando l’apostolo Paolo parla dell’essere interiore,2 non cerca di tracciare una netta linea di separazione tra il corpo fisico e lo spirito/anima, perché le persone sono un’unione di corpo e anima. L’anima ha un corpo e il corpo ha un’anima; una persona è entrambe le cose.3 Paolo scrive specificamente di mente, cuore, spirito, anima e corpo; spesso in maniera che una parte, come il cuore, rappresenta l’intero essere. Per esempio, quando leggiamo: presentate i vostri corpi, il che è il vostro ragionevole servizio, quale sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio,4 comprendiamo che anche la mente e la volontà sono attive nella presentazione del corpo; e presentiamo tutti noi stessi come sacrificio vivente.
Similmente, ragioniamo e comprendiamo con la mente, ma anche il nostro cuore può essere “illuminato”.5 Ubbidire col cuore è lo stesso che ubbidire con l’anima. Possiamo vedere questa unità quando Paolo scrive:
Ora il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l’intero vostro spirito, anima e corpo siano conservati irreprensibili per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo.6
Due parole chiave in questo versetto sono completamente (vi santifichi completamente) e intero (intero spirito, anima e corpo). La parola greca holoteles, tradotta come completamente, significa sotto ogni aspetto; quindi, vi santifichi completamente significa del tutto, fino in fondo. La parola greca holokleros significa completo in ogni sua parte. Paolo dice: “Il vostro essere intero – spirito, anima e corpo – sia conservato irreprensibile”. Unisce spirito, anima e corpo in modo da accentuare l’unità dello spirito, della mente, del cuore, della volontà, dell’anima e dello spirito.7
Sebbene tutti questi elementi formino un’unità, ci sono differenze fra ciò che succede dentro di noi (pensieri, desideri, decisioni, sentimenti ecc.), che sono attività incorporee, e le nostre azioni fisiche, che sono attività corporee. Interiormente (in cuore, anima e spirito) prendiamo una decisione, poi la mettiamo in pratica nel mondo fisico mediante il nostro corpo. Nel resto di questo articolo, riferendomi alle azioni nel mondo fisico mediante il nostro corpo, userò la parola spirito per rappresentare cuore, mente, anima e spirito – il nostro io, l’essere interiore.
Il nostro corpo è la nostra presenza nel mondo fisico e sociale. Interagiamo con il mondo mediante il nostro corpo; le nostre scelte e i nostri desideri interiori si manifestano esteriormente mediante i nostri corpi. Per esempio, quando impariamo a parlare una lingua, ad andare in bicicletta o a guidare un’auto, addestriamo il nostro corpo a fare queste azioni; una volta che il corpo è addestrato, non è più necessario pensare a come farle, perché l’informazione è conservata nella mente e il corpo è in grado di metterla in pratica senza doverci pensare consciamente.
Il nostro carattere, le nostre azioni, le decisioni che prendiamo e mettiamo in pratica, rispecchiano tutte il nostro essere interiore. Con il tempo, prendendo consistentemente lo stesso tipo di decisioni, desiderando le stesse cose, sviluppando dei modelli di pensiero abituali che poi vengono messi in pratica nel mondo fisico, ci abituiamo a essere in un certo modo. Le nostre azioni esterne nel mondo sociale sono le manifestazioni esteriori del nostro essere interiore.
A causa del peccato, i nostri spiriti sono stati danneggiati e siamo propensi a peccare; questo ci influenza sia a livello conscio che subconscio. Siamo portati a pensare, sentire e agire in un modo che contraddice la natura divina.
Non mi piace molto parlare del peccato, della presa che ha su di noi, di come danneggia i nostri rapporti e specialmente della separazione che provoca nel nostro rapporto principale con Dio. Comunque, se il nostro obiettivo è essere più simili a Gesù, è necessario comprendere il peccato e affrontarlo, in qualsiasi modo si manifesti nella nostra vita.
Le Scritture parlano del peccato sia come azione sia come potere. L’apostolo Paolo spesso lo descrive come un potere che è entrato nel mondo e ha stabilito il suo controllo attraverso il peccato di Adamo8 e di conseguenza ha sottoposto tutta l’umanità alla schiavitù del peccato,9 destinandola a una vita in balia del peccato.10 Nei suoi scritti, Paolo usa spesso la parola carne (in greco sarx) per esprimere l’essere e l’atteggiamento dell’uomo in opposizione e contraddizione a Dio e al suo Spirito. La carne ha giurato fedeltà a un altro potere: con la carne servo la legge del peccato.11 Per mezzo della carne il potere del peccato soggioga l’intera persona, carne e spirito.
Lo si può notare quando Paolo scrive delle “opere della carne”, tra le quali include i peccati della carne oltre a quelli ella mente e dello spirito. In un elenco include quelli che si potrebbero chiamare peccati della carne, come l’immoralità sessuale e l’ubriachezza, ma l’elenco è dominato dai peccati della mente e dello spirito: odio, discordia, gelosia, rabbia o accessi d’ira, risse, divisioni, fazioni e invidia.12 Chiaramente i peccati non sono solo trasgressioni del corpo, ma ci sono anche peccati dello spirito. E il peccato ci separa non solo da Dio, ma anche dagli altri.
La salvezza spezza il potere che il peccato ha su di noi e la grazia di Dio ci aiuta nella lotta per vincere il peccato nella nostra vita. Paolo scrisse:
Affinché, come Cristo è risuscitato dai morti per la gloria del Padre, così anche noi similmente camminiamo in novità di vita.13 Sapendo questo: che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui, perché il corpo del peccato possa essere annullato e affinché noi non serviamo più al peccato. Infatti colui che è morto è libero dal peccato.14 Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi a Dio, in Gesù Cristo, nostro Signore. Non regni quindi il peccato nel vostro corpo mortale, per ubbidirgli nelle sue concupiscenze.15 Infatti il peccato non avrà più potere su di voi, poiché non siete sotto la legge, ma sotto la grazia.16 Ora sia ringraziato Dio, perché eravate servi del peccato, ma avete ubbidito di cuore a quell’insegnamento che vi è stato trasmesso. E, essendo stati liberati dal peccato, siete stati fatti servi della giustizia.17
Non siamo liberi da ogni peccato; è impossibile, perché non saremo mai perfetti in questa vita. Siamo però liberi dal potere del peccato. Ricevendo Gesù siamo diventati creature nuove: Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove.18 Da quel momento cominciamo il processo di crescita in santità e somiglianza a Cristo.
Crescete invece nella grazia e nella conoscenza del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo.19 Ma ora deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, cattiveria; e non esca dalla vostra bocca maldicenza e alcun parlare disonesto. Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell’uomo vecchio con i suoi atti, e vi siete rivestiti dell’uomo nuovo, che si va rinnovando nella conoscenza ad immagine di colui che l’ha creato.20 E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria.21
Se vogliamo diventare più simili a Gesù ed essere trasformati nell’immagine sua e di suo Padre, allora dobbiamo sforzarci di essere simili a Lui sia a livello conscio che inconscio della nostra personalità. Questa trasformazione progressiva, tecnicamente nota come santificazione, è un’opera della grazia di Dio mediante lo Spirito Santo, destinata a cambiare la nostra natura interiore fondamentale, così che pensieri, parole, azioni e atteggiamento del cuore rispecchino Cristo.22 Quest’opera della grazia divina mediante lo Spirito Santo è un processo che dura tutta la vita, perché otterremo una piena santificazione solo quando saremo in cielo.
Nel versetto citato qui sopra (2 Corinzi 3,18), la parola greca metamorphoō, tradotta come trasformare, si riferisce a un cambiamento interiore più che a un semplice cambiamento esteriore. Paolo usò la stessa parola quando scrisse:
Non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente.23
Non si tratta di un cambiamento superficiale, ma di un cambiamento profondo, fondamentale e interiore, che fa della vita esterna una manifestazione della realtà interna.
Il libro Classical Arminism (su cui ho basato questo articolo) contiene il seguente paragrafo:
Il significato [di questo] è che la confessione cristiana esige un cambiamento nell’intera propensione della mente di una persona. L’intera frase può essere tradotta in “permettete a Dio di cambiare il vostro essere interiore dandovi una mente completamente nuova” o “rendendo completamente diversi la vostra mente e il vostro cuore”.24
Qui per mente non si intende soltanto ciò con cui pensiamo, ma anche il cuore, la volontà, lo spirito e l’anima – tutto il nostro essere. Dobbiamo essere trasformati mediante il rinnovamento del nostro essere interiore completo, così che le nostre azioni nascano dalle realtà interiori dello spirito.
Non succede automaticamente. La salvezza ci libera dalla schiavitù del peccato, ma non ci trasforma immediatamente in persone simili a Cristo. Abbiamo i frutti dello Spirito Santo nella nostra vita, ma non è come se la salvezza causi un cambiamento immediato nel nostro modo di pensare, sentire o agire. Il nostro spirito non ritorna improvvisamente alla “giustizia originale” che Adamo ed Eva possedevano prima della caduta. Siamo ancora peccatori, ancora guasti, e lo saremo sempre per tutta la nostra vita terrena. Comunque, man mano che ci arrendiamo allo Spirito Santo e ci mettiamo in linea con la Parola di Dio, diventiamo persone che manifestano i frutti dello Spirito: persone che hanno gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fedeltà, mansuetudine e autocontrollo.25
Non possiamo comportarci passivamente durante questo processo di trasformazione. Non possiamo aspettarci che lo Spirito Santo rinnovi automaticamente in noi mente, cuore, volontà, spirito e anima, senza collaborazione o sforzo da parte nostra. Dobbiamo partecipare in modo attivo, cooperando con lo Spirito Santo, e svolgendo un ruolo nella nostra trasformazione. Abbiamo la responsabilità di riconoscere la nostra natura peccaminosa e impegnarci attivamente a vivere secondo le istruzioni di Dio nella sua Parola.
Parlando del peccato nella nostra vita, l’apostolo Paolo usò la frase: Fate dunque morire ciò che in voi è terreno.26 In un altro punto elencò alcuni peccati e disse che non dovevano essere neppure nominati fra di voi.27 Ogni giorno siamo sottoposti alla tentazione di peccare, ma, nel nostro desiderio di diventare simili a Cristo, dobbiamo impegnarci nel processo di trasformazione, riconoscendo questa tentazione e opponendoci ad essa. Lo facciamo con la grazia di Dio e l’aiuto dello Spirito Santo. La nostra motivazione, basata sull’amore e sulla gratitudine nei confronti di Dio, è quella di avvicinarci a Dio e compiacerlo applicando alla nostra vita ciò che ha rivelato nelle Scritture. Questo produce un cambiamento nel nostro spirito e gradualmente rimodella il nostro essere interiore.
Gesù parlò dello stato dei nostri cuori quando disse:
Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, procedono pensieri malvagi, adultèri, fornicazioni, omicidi, furti, cupidigie, malizie, frodi, insolenza, invidia, bestemmia, orgoglio, stoltezza. Tutte queste cose malvagie escono dal di dentro dell’uomo e lo contaminano.28 A questa lista l’apostolo Paolo aggiunse fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e avidità;29 insieme a impurità, dissolutezza, idolatria, magia, inimicizie, contese, gelosie, ire, risse, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze. 30
Chiaramente, come Cristiani che vogliono essere più simili a Gesù ci troviamo di fronte ad alcune sfide.
Siamo esseri umani e ci scontriamo ogni giorno con la tentazione di peccare, in pensieri e azioni. Per la grazia di Dio, però, e in collaborazione con lo Spirito Santo, possiamo continuare a crescere spiritualmente, così che cuore, volontà emozioni, mente (conscia e inconscia), anima, spirito – e di conseguenza le azioni – possano essere gradualmente cambiati in noi e diventare più simili a Cristo. Ci vogliono preghiera, disciplina spirituale e l’impegno a essere più simili a Gesù, ma la buona notizia è che, se scegliamo questa strada, per grazia di Dio diventeremo giorno per giorno spiritualmente più simili a Lui.
(I prossimi articoli parleranno di come incrementare il processo di santificazione nella nostra vita.)
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
1 Nashville: Randall House Publications, 2011.
2 Efesini 3,16; 2 Corinzi 4,16; Romani 7,22.
3 Gerald F. Hawthorne, Ralph P. Martin, Daniel G. Reid, eds., Dictionary of Paul and His Letters (Downers Grove, IL: InterVarsity Press, 1993), 770.
4 Romani 12,1.
5 Efesini 1,18.
6 1 Tessalonicesi 5,23.
7 Hawthorne, Martin, and Reid, Dictionary of Paul, 770.
8 Romani 5,12–21.
9 Romani 6,20.
10 Romani 3,9.
11 Romani 7,25.
12 Galati 5,19–21.
13 Romani 6,4.
14 Romani 6,6–7.
15 Romani 6,11–12.
16 Romani 6,14.
17 Romani 6,17–18.
18 2 Corinzi 5,17.
19 2 Pietro 3,18.
20 Colossesi 3,8–10.
21 2 Corinzi 3,18.
22 F. Leroy Forlines, Classical Arminianism (Nashville: Randall House Publications, 2011), 283.
23 Romani 12,2.
24 Barclay M. Newman and Eugene A. Nida, A Translator’s Handbook on Paul’s Letter to the Romans (New York: United Bible Societies, 1973), 235.
25 Galati 5,22–23.
26 Colossesi 3,5 NR.
27 Efesini 5,3.
28 Marco 7,21–23.
29 Colossesi 3,5.
30 Galati 5,19–21.
Pubblicato originariamente in Inglese il 26 luglio 2016.