Virtù per i seguaci di Cristo: la gioia
Ottobre 8, 2024
di Peter Amsterdam
Virtù per i seguaci di Cristo: la gioia
[Virtues for Christ-Followers: Joy]
Per noi cristiani, la gioia emana dalla fede in ciò che la Bibbia ci ha insegnato: che Dio è il nostro creatore; che, anche se l’umanità si è estraniata da Lui a causa dei nostri peccati, Lui ha fatto in modo che potessimo riconciliarci con Lui grazie al sacrificio e alla morte di Gesù e mediante il perdono dei nostri peccati; che, grazie a questa riconciliazione, formiamo un rapporto con Lui, il suo Spirito abita in noi e questo rapporto durerà per l’eternità.
La nostra fede in Dio e la profonda fiducia nelle sue promesse di salvezza e riconciliazione, dell’inabitazione dello Spirito Santo e del frutto finale della salvezza (vivere per l’eternità con Dio) ci aiutano ad avere serenità e un atteggiamento fiducioso. Ciò che crediamo genera speranza e un’aspettativa di cose buone per il futuro; ci fa vivere con gioia.
La gioia cristiana è collegata alla nostra fede e ne è un risultato. Noi crediamo in Dio, non solo come nostro Creatore, ma come nostro Padre. Crediamo nella sua Parola, che ci parla di Lui e del suo carattere, del suo profondo e continuo amore per noi. Abbiamo un continuo rapporto bilaterale con Lui, che durerà per l’eternità. Il suo Spirito Santo abita in noi e la gioia è un frutto di questa inabitazione.
Lo scrittore Michael Zigarelli parla di cosa significhi possedere questa gioia: “Da un punto di vista biblico, possiamo definire la gioia come ‘avere ogni giorno uno spirito gioioso in tutte le circostanze’. È qualcosa di più di una contentezza interiore, più di un’allegria, più di una soddisfazione generale della vita”.1
È utile esaminare noi stessi per quel che riguarda la gioia, per vedere se viviamo nell’abbondanza della gioia del Signore che la Bibbia dice essere la nostra forza, come evidenzia il seguente articolo:
Vivere nella gioia
Tutti desideriamo profondamente la gioia, ma spesso sembra difficile riuscire ad averla. Provare Gioia dovrebbe far parte della vita di ogni cristiano. La gioia è un frutto dello Spirito, prodotto dall’opera di Dio dentro di noi, e fa parte della volontà divina per noi. […]
La prima cosa è rendersi conto che la gioia è un dono di Dio. Il termine greco per gioia è chara, la cui radice è strettamente connessa al greco charis, che significa “grazia”. La gioia è allo stesso tempo un dono di Dio e una reazione ai suoi doni. La gioia nasce quando siamo consapevoli della grazia divina e apprezziamo il suo favore.
Con in mente questo, è chiaro che un modo per provare gioia è concentrarsi su Dio. Invece di rimuginare sulle nostre difficoltà o sulle cose che ci derubano della nostra contentezza, possiamo pensare a Dio […] ricordando che è vicino, pregando per le nostre preoccupazioni e mantenendo la mente concentrata sulle cose buone di Dio. Possiamo provare gioia quando lodiamo con impegno. Davide scrisse che lo studio della Parola di Dio può donarci gioia (Salmi 19:8). Possiamo provare gioia comunicando con Dio mediante la preghiera. —Gotquestions.org2
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Quando siamo grati per ciò che Dio ha fatto per noi; quando siamo concentrati sulla sua bontà, sul suo amore e sulla sua attenzione e siamo contenti delle sue benedizioni, abbiamo un motivo per provare gioia, anche in mezzo alle tempeste della vita e in momenti di difficoltà, dolore e sofferenza.
La gioia è un’opera dello Spirito Santo. Il tema della gioia spicca in Filippesi, dove ai credenti viene detto di confidare che Dio faccia cooperare tutte le cose per il loro bene. La gioia è una risposta a Dio nella nostra vita: alle sue benedizioni, alla sua presenza e alle sue promesse; al rapporto che abbiamo con Lui; al fatto che siamo suoi figli. Una risposta a ciò che Lui è, al suo coinvolgimento nella nostra vita, al suo amore, come è evidenziato da questa citazione:
È la consapevolezza della triplice gioia del Signore: la sua gioia nel riscattarci, la sua gioia nell’abitare in noi come nostro Salvatore e come Potenza di portare frutto, la sua gioia nell’averci come sua Sposa e sua delizia; è la consapevolezza di questa gioia che è la nostra vera forza. La gioia che noi proviamo per Lui può oscillare: la gioia che Lui prova per noi è immutabile. —James Hudson Taylor
L’articolo che segue sottolinea l’esempio datoci da Paolo e Neemia di una gioia che esiste anche nei momenti difficili.
Una gioia incrollabile
Tutti affrontiamo problemi e difficoltà, come fecero le persone nella Bibbia. […] Ansia e problemi inaspettati sembrano allontanare facilmente la gioia. Dio però vuole che abbiamo una gioia interiore che rimane nonostante le forze esterne. Scopriamo le fonti di una tale gioia nei personaggi biblici che affrontarono a loro volta delle difficoltà. […]
Neemia condivide un segreto riguardante la gioia (leggi Neemia 8:9-10). Dopo aver supervisionato la ricostruzione delle mura di Gerusalemme successivamente all’esilio, fece ascoltare al popolo la Parola di Dio. Tutti piansero perché si resero conto di aver disubbidito a Dio, ma Neemia rallegrò i loro cuori. Spiegò che il giorno della lettura della Parola di Dio è sacro e che la gioia del Signore era la loro forza. Li incoraggiò a festeggiare e a donare alimenti a chi non aveva niente. Il termine usato per forza è ma’ōz ed è l’immagine verbale di una fortezza. Ciò diede origine a un grande banchetto. Banchetti e condivisione dei nostri benefici dovrebbero essere momenti per far festa e rallegrarsi. Quando hai bisogno di più gioia, apri la Bibbia!
Paolo, in prigione, conosce una grande gioia. Paolo affrontò molte avversità, tra le quali prigione, percosse, naufragio in una tempesta e fustigazioni, ma parlò sempre di gioia. La sua gioia proveniva da molte fonti, specialmente dal modo in cui indirizzava i propri pensieri:
- Gratitudine per il sostegno e le donazioni ricevute (Filippesi 4:10.23), per la fede degli altri e per l’amore cristiano (Colossesi 1:3-4).
- Una vita priva di rammarichi perché era occupato ad amare le persone e a confidare in Dio (2 Timoteo 4:7)
- Era contento in qualsiasi circostanza (Filippesi 4:12).
- Permetteva a Dio di operare in lui. La parola [greca] utilizzata in Filippesi 2:13 (LND) per “operare in” è energes o energeia e può essere tradotta anche come “rivitalizzare”. È il potere di Dio di portarci a nuova vita.
- Atteggiamento positivo. Per esempio, Paolo osservò che la sua prigionia incoraggiava altri a predicare (Filippesi 1:14) e contribuiva a far crescere il regno.
- Speranza in un futuro eterno (Filippesi 1:20).
Adottare questi principi ci aiuterà a lasciar perdere le ansie e a vivere con più gioia. […] Ringrazia Dio per ogni giorno e per ciò che offre in gioie e speranze, oltre a essere grato nei momenti difficili per nuove informazioni e nuova crescita. —Karen Whiting3
Nella cultura popolare sentiamo parlare molto di “felicità” e della ricerca che se ne fa, ma è forse la stessa cosa della gioia del Signore? Ciò che segue ci offre approfondimenti sul dono della gioia del Signore:
La chiave della gioia cristiana
La parola gioia appare diverse volte nelle Scritture. Per esempio, nei salmi ci sono moltissimi riferimenti alla gioia. I salmisti scrivono: “La sera ci accompagna il pianto; ma la mattina viene la gioia” (Salmi 30:5b NR) e “Mandate grida di gioia a Dio, voi tutti abitanti della terra!” (Salmi 66:1 LND). Similmente, nel Nuovo Testamento, leggiamo che la gioia è uno dei frutti dello Spirito Santo (Galati 5:22), il che significa che è una delle virtù cristiane. Vista questa enfasi biblica, dobbiamo capire che cos’è la gioia e poi ricercarla. […]
Al cuore del concetto, nel Nuovo Testamento, c’è questo: una persona può avere la gioia biblica anche quando è in lutto, soffre o vive in circostanze difficili. Questo avviene perché il dolore della persona ha a che fare con una cosa, ma allo stesso tempo lei possiede una certa misura di gioia.
Nella sua lettera ai Filippesi, Paolo parla ripetutamente della gioia e del dovere del cristiano di rallegrarsi. Per esempio, scrive: “Rallegratevi sempre nel Signore” (Filippesi 4:4). Paolo dice che i cristiani devono rallegrarsi sempre – non a volte, periodicamente o una volta ogni tanto. Poi aggiunge: “Ripeto: rallegratevi” (v. 4b). Paolo scrive questa lettera dalla prigione e in essa parla di argomenti molto seri, come la possibilità di affrontare il martirio, di essere offerto in sacrificio (2:17). Tuttavia dice ai credenti filippesi che dovrebbero rallegrarsi nonostante le circostanze in cui si trova.
La chiave della gioia del cristiano sta nella sua fonte, che è il Signore. Se Cristo è in me ed io sono in Lui, quel rapporto non un’esperienza occasionale. Il cristiano è sempre nel Signore e il Signore è sempre nel cristiano: ciò è sempre motivo di gioia. Anche se il cristiano non può rallegrarsi delle proprie circostanze, se sta passando momenti di dolore, sofferenza o lutto, può sempre rallegrarsi in Cristo. Ci rallegriamo nel Signore e, visto che Lui non ci lascia né ci abbandona, noi possiamo rallegrarci sempre. —R. C. Sproul4
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I brani dei due prossimi articoli ci ricordano l’importanza di rallegrarci e avere una gioia piena di lode nella vita, mentre lavoriamo per compiere la nostra missione di raggiungere il mondo con il messaggio del vangelo:
La vita animata dalla gioia
“È stupefacente”, scrisse Karl Barth, “quanti riferimenti ci siano nell’Antico e nel Nuovo Testamento a piacere, gioia, felicità, esultanza, festeggiamenti e allegria; e con che enfasi queste cose siano richieste, dal libro dei Salmi fino all’epistola ai Filippesi”.
In effetti, da “Mandate grida di gioia al Signore, abitanti di tutta la terra” (Salmi 100:1) a “Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi” (Filippesi 4:4) e a una dozzina di punti (prima, dopo e tra l’uno e l’altro), siamo spronati a condurre una vita piena di gioia. […]
[Ma con la situazione mondiale così com’è,] quale persona a posto con la mente può parlare di gioia? Ci sarà tempo per rallegrarci una volta che avremo fatto qualche progresso rispetto alla catastrofe umana.
Ma non è più vero dire che non faremo progressi rispetto alla catastrofe umana finché non avremo scoperto la gioia? Il vangelo rimane uno scandalo, a dirla tutta, perché annuncia la gioia proprio quando tutto cade a pezzi, proprio quando gli esperti di oggi offrono “Sobrie valutazioni della situazione attuale” e nei loro momenti di euforia possono solo dire che rimangono “cautamente ottimistici”.
Il tono del vangelo è totalmente estraneo a tutto questo. “Non temete”, dice l’angelo ai pastori tremanti. “Vi porto la notizia di una grande gioia che sarà per tutto il popolo”. La missione angelica della chiesa al mondo non è diversa da questo. “Non temete”, annunciamo a un mondo che trema nel buio. “Vi portiamo la buona notizia di una grande gioia – per tutti!”
Per quanto possiamo essere coscienziosi, non possiamo riparare il mondo. È già stato riparato e quella riparazione diventerà evidente quando Cristo tornerà. Nel frattempo, abbiamo ricevuto un compito realmente cruciale: guarire i socialmente malati, risuscitare gli spiritualmente morti – insieme ad altri compiti! Ma esercitare un discepolato mortalmente serio non è uno di quelli.
Faremmo bene a ricordare in che modo Gesù iniziò il suo ministero in mezzo a noi. […] “È Cana di Galilea, il primo miracolo”, dice Padre Paissy in I fratelli Karamazov. “Ahm quel miracolo! Ah, quel dolce miracolo! Non fu il dolore degli uomini, ma la loro gioia che Cristo visitò. Operò il suo primo miracolo per contribuire alla felicità umana”.
C’è un tempo per meditare sulla sobria realtà del male, per scrivere l’occasionale marcia funebre, ma G. K. Chesterton conosceva bene la verità più grande; è per questo che la Bibbia ci insiste così tanto. Una persona è pienamente umana, lui dice, “quando la gioia ha un posto fondamentale in lei, mentre il cordoglio è superficiale. La malinconia dovrebbe essere un interludio innocente, uno stato d’animo tenero e fuggitivo; la lode dovrebbe essere il battito permanente dell’anima. Il pessimismo è al massimo una mezza vacanza emotiva; la gioia è l’attività esilarante in cui tutte le cose vivono”.
Un proposito coscienzioso, certamente, ma che pulsi di lode. —Christianity Today5
I musi lunghi non possono proclamare Gesù
Lo Spirito Santo è l’“autore” della gioia cristiana e per proclamare il Vangelo dobbiamo avere nel cuore la gioia donataci dallo Spirito di Dio. C’è una certa interpretazione della vita cristiana che è segnata dalla tristezza, ma i musi lunghi non posson proclamare Gesù. La gioia e le lodi a Dio sono l’unico modo di diffondere il Vangelo.
Il Papa ha fatto notare: “Noi cristiani siamo abituati a parlare di gioia, di felicità. Penso che spesso preferiamo lamentarci”. Invece, è “lo Spirito Santo che ci dà gioia”.
“È lo Spirito che ci guida: è Lui l’autore della gioia, il Creatore della gioia. E questa gioia nello Spirito Santo ci dà la vera libertà cristiana. Senza gioia, noi cristiani non possiamo diventare liberi, diventiamo schiavi del nostro cordoglio. Paolo VI disse che non si può far avanzare il Vangelo con dei cristiani tristi, scoraggiati, privi di speranza. […]
In che modo lodiamo Dio? Lo lodiamo uscendo da noi stessi; lo lodiamo “gratuitamente, come è gratuita la grazia che Lui ci dà”, ha detto Papa Francesco. “Date lode a Dio, o vi limitate a presentargli richieste? Lodate Dio? Questa è una cosa nuova, nuova nella nostra vita spirituale. Dare lode a Dio, uscire da noi stessi, lodare; passare un po’ di tempo a dare lode”. —Radio vaticana6
Una lode per il giorno
Signore, innalzo a te il mio cuore, la mia mente e il mio spirito, in preghiera, lode e ringraziamento. Sei Tu che doni tutte le cose buone; Tu sei tutte le cose buone per me.
Sei il mio Creatore, mio Padre, la fonte della vita e della forza. Fai sorgere il sole, fai brillare la luce, fai scendere la notte. Mi tieni tra le braccia. Mi consoli quando sono triste. Mi scaldi con il tuo amore. Mi copri, mi proteggi e provvedi a me.
Pace, appagamento e benedizioni vengono dalla tua mano. Ti lodo, ti onoro e ti ringrazio. Amen.7
Cibo per la mente
“Tu mi hai fatto conoscere le vie della vita. Tu mi riempirai di gioia con la tua presenza” (Atti 2:28).
“Dio non può darci felicità e pace al di fuori di Sé, perché tale cosa non esiste”. —C. S. Lewis
“Appena ho trovato le tue parole, io le ho divorate; le tue parole sono state la mia gioia, la delizia del mio cuore” (Geremia 15:16).
“Forse non potrai dare molto, ma puoi sempre dare la gioia che scaturisce da un cuore innamorato di Dio” —Madre Teresa
(Per altro su questo argomento, vedi “Più simili a Gesù: Gioia”, parte 1 e parte 2. Continua.
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Riveduta, Copyright © 2006 Società Biblica di Ginevra. Tutti i diritti riservati.
1 Michael A. Zigarelli, Cultivating Christian Character (Colorado Springs: Purposeful Design Publications, 2005),49.
2 https://www.gotquestions.org/joy-Christian.html
3 https://www.crosswalk.com/faith/bible-study/bible-characters-who-teach-us-about-joy.html
4 https://www.ligonier.org/learn/articles/key-christians-joy
5 Christianity Today, editoriale del 5 dicembre 2009.
6 Radio Vaticana, citazione di Papa Francesco, 31 maggio 2013.
7 Contatto, novembre 2012.
Pubblicato originariamente in inglese il 14 maggio 2024.