Vivere il cristianesimo: i Dieci Comandamenti (infertilità e adozione)
Giugno 2, 2021
di Peter Amsterdam
Vivere il cristianesimo: i Dieci Comandamenti (infertilità e adozione)
[Living Christianity: The Ten Commandments (Infertility and Adoption)]
(I punti di questo articolo sono tratti da Christian Ethics,1 di Wayne Grudem)
In alcuni articoli recenti abbiamo dato un’occhiata alla veduta biblica di matrimonio, divorzio e controllo delle nascite. Anche gli argomenti dell’infertilità e dell’adozione, che esamineremo in questo articolo, rientrano nella categoria del matrimonio e del sesso.
Infertilità
Quando le coppie in età fertile si sposano, in genere danno per scontato che in qualche momento del loro matrimonio avranno dei figli. Le Scritture insegnano che avere figli è una benedizione:
Ecco, i figli sono una eredità che viene dall’Eterno; il frutto del grembo è un premio. Come frecce nella mano di un prode, così sono i figli della propria giovinezza.2
Ma non li fece Dio uno e nondimeno lo spirito rimase in lui? E perché mai uno? Poiché egli cercava una discendenza da DIO. Badate dunque al vostro spirito e nessuno si comporti perfidamente verso la moglie della sua giovinezza.3
Alcune volte, però, le coppie non sono in grado di avere figli perché il sistema riproduttivo del marito o della moglie (o di entrambi) non funziona correttamente. Nelle Scritture troviamo diversi casi in cui alcune coppie ebbero difficoltà a fare figli, come nei casi di Sara, moglie di Abraamo;4 Rachele, moglie di Isacco;5 la madre di Sansone;6 Anna, madre di Samuele;7 ed Elisabetta, madre di Giovanni Battista.8 In ognuno di questi casi Dio intervenne e le donne ebbero dei figli. Da questi esempi possiamo concludere che superare l’infertilità può essere una manifestazione delle benedizioni divine su una coppia.
In alcuni dei brani citati qui sopra, vediamo anche il dolore che la mancanza di figli generava in queste donne:
Quando Rachele vide che non dava figli a Giacobbe, diventò invidiosa di sua sorella e disse a Giacobbe: «Dammi dei figli altrimenti io muoio».9
[Anna,] nell’amarezza della sua anima pregava l’Eterno piangendo dirottamente.10
Per alcune persone, non avere figli ed essere esclusi da tutto ciò che rientra nella gravidanza, nel parto, nella cura e nella crescita dei figli può causare un grande senso di privazione.
In alcuni casi, le coppie senza figli si chiedono se la loro incapacità di averne sia un segno che Dio è scontento di loro o li sta punendo. Questo è molto improbabile. Abbiamo l’esempio biblico di Zaccaria ed Elisabetta, i genitori di Giovanni Battista, che erano entrambi giusti davanti a Dio e osservavano in modo irreprensibile tutti i comandamenti e i precetti del Signore11 e tuttavia non avevano avuto figli prima di concepire Giovanni. Dio intervenne miracolosamente in questo caso, come aveva fatto nel Vecchio Testamento nei casi che abbiamo citato prima. L’infertilità non dovrebbe essere vista come un giudizio divino. Né Gesù né l’apostolo Paolo ebbero figli fisici, ma entrambi compirono la volontà di Dio nella loro vita e ciò portò a “figli spirituali”. Come Paolo scrisse alla chiesa di Corinto, io vi ho generato in Cristo Gesù, mediante l’evangelo.12 Chiamò Timoteo mio vero figlio nella fede.13 L’apostolo Pietro si riferì a Marco, che spesso viaggiava con lui, come a Marco, mio figlio.14
Oggi esistono tecnologie riproduttive che possono aiutare le persone incapaci di concepire figli. Alcune di esse, secondo gli insegnamenti delle Scritture, sono moralmente accettabili, altre no. In generale la medicina moderna dovrebbe essere considerata moralmente buona quando è usata per superare malattie e disabilità. Dio ha messo sulla terra risorse che gli esseri umani hanno scoperto e sviluppato per ottenere medicine che aiutano a guarire le malattie. Ha anche ispirato gli uomini a imparare la scienza e la tecnologia che permettono procedure che aiutano e guariscono. Di conseguenza, in genere, quando necessario, possiamo avvalerci di medicine e trattamenti o procedure mediche, secondo la fede personale di ognuno.
Poiché questa serie di articoli insegna etica cristiana, esaminiamo l’argomento dell’infertilità basandoci sull’idea che un bambino non ancora nato è una persona umana fin dal concepimento e che Dio intende che un figlio sia concepito e dato alla luce da un uomo e una donna sposati tra di loro.
Ci sono quattro alternative, compresi alcuni metodi di tecnologia riproduttiva moderna, che le Scritture considerano moralmente accettabili.
Adozione di un figlio
L’adozione è una delle possibilità per una coppia senza figli. Riflette le azioni divine per il fatto che si parla dei cristiani come di figli adottivi di Dio.
Quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l’adozione. E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre».15
L’adozione è un bel modo di adempire ciò che il libro di Giacomo dice:
La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puro dal mondo.16
Molte coppie cristiane senza figli, ma anche molte coppie cristiane che hanno figli, si sentono chiamate da Dio ad adottare uno o più figli.
Fecondazione artificiale omologa (da parte del marito) (AIH)
Il procedimento d’inseminazione artificiale da parte del marito permette a una donna di concepire usando lo sperma del marito; è utilizzato quando per motivi biologici è improbabile o impossibile che questo avvenga mediante un rapporto sessuale normale. In questo caso lo sperma del marito viene raccolto e iniettato nella cervice o nell’utero della donna.
Fecondazione in vitro (IVF) senza distruzione di embrioni
La fecondazione in vitro è il procedimento in cui si uniscono l’ovulo di una donna e lo sperma di un uomo in laboratorio invece che nel corpo della donna. Alcuni cristiani non lo considerano accettabile. Altri invece lo considerano moralmente accettabile per principio, purché nessun embrione umano sia distrutto nel processo, perché permette a una coppia di superare l’infertilità con i mezzi della medicina moderna.
Alcuni disapprovano l’IVF perché non lo considerano il processo “naturale” di concezione che Dio intendeva. Comunque, una donna che usa il metodo Ogino-Knaus utilizza ogni giorno un termometro per trovare il momento migliore per avere un rapporto, in modo da avere un figlio. Anche questo potrebbe essere considerato un processo innaturale, perché il termometro non è “naturale”. È “innaturale” che un uomo usi il Viagra o qualche altro farmaco per superare una disfunzione erettile, in modo da poter avere un rapporto con la moglie e concepire? No. Allo stesso modo sembra che non ci siano motivi validi per rifiutare la fecondazione in vitro perché non fa parte del processo naturale per il concepimento.
D’altra parte, spesso con la fecondazione in vitro vengono fecondati diversi ovuli, poi la maggior parte degli embrioni viene distrutta intenzionalmente (a meno che siano adottati, come vedremo nel prossimo punto). Questo procedimento, che porta alla distruzione di molti embrioni umani, è considerato immorale perché distrugge vite umane. La fecondazione di molti ovuli però non è necessaria. Il procedimento della fecondazione in vitro è avanzata al punto che una coppia può scegliere di fecondare solo un paio di ovuli e farli impiantare entrambi nell’utero della donna. Se gli embrioni non sono distrutti, la fecondazione in vitro non contraddice le Scritture e può essere considerata moralmente accettabile.
Naturalmente la fecondazione in vitro non è un’opzione disponibile a molte coppie, perché è molto costosa e non sempre ha successo.
Adozione di un embrione
Nel corso del procedimento di fecondazione in vitro spesso nel laboratorio vengono fecondati più ovuli di quanti ne saranno impiantati nell’utero della donna. Dal punto di vista etico cristiano, come abbiamo visto prima, solo uno o due ovuli dovrebbero essere fecondati e impiantati nell’utero. Molte coppie, però, fanno congelare gli embrioni in caso desiderino avere altri figli in futuro, ma finiscono per non utilizzarli a causa di un divorzio o per altri motivi. Di conseguenza, nei soli Stati Uniti ci sono più di un milione di embrioni congelati. Spesso questi embrioni non vengono usati, ma poiché sono ovuli fertilizzati non dovrebbero essere distrutti. In un certo senso sono degli orfani. È possibile e considerato moralmente accettabile che una coppia sterile faccia impiantare uno di questi embrioni orfani nell’utero della donna, perché nascano come bambini normali. In una situazione del genere il bambino non nascerà ai genitori che l’hanno concepito ma a genitori che desiderano avere un figlio abbastanza da sottoporsi a questo procedimento.
Alcuni hanno dei dubbi sulla possibilità che a una donna nubile o divorziata sia consentito adottare un embrione congelato e partorire un figlio. Alcuni sostengono che non dovrebbe essere permesso, perché crescere in una famiglia monoparentale è più difficile per un bambino. Lo scrittore Wayne Grudem commenta:
A me sembra che dal punto di vista del bambino è pur sempre meglio crescere in una nucleo familiare monoparentale che morire come embrione scartato o esistere per decenni come embrione congelato. Se attraverso il procedimento politico la società decide che è accettabile che dei genitori single adottino dei figli una volta nati (e molte società hanno stabilito che è giusto), allora sembra che non esistano motivi per proibire a una madre single di adottare un figlio non nato e farlo nascere.17
Esistono altre tecnologie riproduttive che non sono considerate moralmente accettabili da un puto di vista cristiano.
Fecondazione in vitro con riduzione selettiva
Come abbiamo spiegato prima, quando si utilizza la fecondazione in vitro vengono fecondati molti ovuli e quelli non utilizzati spesso vengono distrutti. Questa pratica è considerata una distruzione di vite umane, quindi è considerata moralmente inaccettabile. Con il metodo di riduzione selettiva ogni embrione è sottoposto a un controllo genetico per accertare che non ci siano malattie nel suo patrimonio genetico prima di venire impiantato nell’utero della madre. Una volta effettuato il controllo genetico, si decide se impiantare l’embrione o no. In questo caso la preoccupazione è che il procedimento possa essere utilizzato come una forma di eugenetica, cioè il metodo scientifico basato sull’idea che solo alle persone “desiderabili” dovrebbe essere consentito di vivere.
Similmente, nel caso di IVF con riduzione di gravidanza multifetale, diversi ovuli fecondati sono impiantati nell’utero di una donna. Dopo qualche tempo, a uno o due embrioni che sembrano i più sani viene concesso di sopravvivere, mentre gli altri vengono soppressi. Questa è considerata una forma di aborto che, come abbiamo spiegato in un precedente articolo è considerato immorale.18
I due tipi di tecnologie riproduttive che seguono sono quelli su cui gli eticisti cristiani hanno vedute contrastanti; alcuni le considerano moralmente accettabili, mentre per altri sono immorali.
Fecondazione artificiale eterologa (via donatore) (AID)
La fecondazione artificiale con lo sperma di un uomo diverso dal marito è chiamata fecondazione artificiale da donatore. Alcuni eticisti cristiani la considerano immorale perché supera i limiti delle leggi stabilite da Dio nelle Scritture, che cercano sempre di garantire che un bambino sia concepito e nasca da un uomo e una donna sposati tra di loro. Altri pensano che sia accettabile in alcuni casi, come quando il marito è sterile o è portatore di una malattia genetica che la coppia non vuole rischiare di passare al figlio. Usando questo tipo di fecondazione i genitori possono avere un figlio geneticamente imparentato con almeno uno dei genitori.
Alcuni eticisti cristiani, ma non tutti, che considerano moralmente legittima la fecondazione eterologa per le coppie sposate disapprovano il suo utilizzo nel caso di donne single, perché le Scritture insegnano che i figli devono nascere da un uomo e una donna sposati tra di loro. Alcuni di quelli che ne disapprovano l’utilizzo per le coppie sposate sottolineano le possibili complicazioni emotive e il pericolo che potrebbe introdurre nel matrimonio, perché la moglie sarebbe incinta di un bambino che non è di suo marito e ciò potrebbe causare tensione nel loro rapporto.
Maternità surrogata
Quando una donna è fisicamente impossibilitata alla gravidanza e al parto, a volte una coppia stringe un accordo con un’altra donna cui verrà impiantato l’embrione della coppia e porterà a termine la gravidanza. Ciò avviene mediante la fecondazione in vitro, usando sperma e ovulo originari della coppia, o a volte usando lo sperma del marito e l’ovulo della madre surrogata.
La maggior parte degli eticisti cristiani lo considerano immorale perché viola il punto di vista biblico che i figli debbano essere concepiti dalla coppia sposata. Sottolineano anche l’attaccamento emotivo che nasce quando una terza persona, la madre surrogata, è in certo senso inclusa nel matrimonio durate il periodo della gravidanza. La preoccupazione è che il marito si ritrovi legato emotivamente alla donna che porta in grembo suo figlio. La madre surrogata potrebbe provare sentimenti simili nei confronti dell’uomo di cui è incinta. Inoltre, la madre surrogata svilupperà inevitabilmente un legame con il figlio nel suo grembo, che verrà interrotto con suo grande dolore nel momento in cui il figlio verrà ceduto alla coppia sposata.
Poiché gli eticisti cristiani hanno punti di vista diversi sull’eventuale moralità della fecondazione artificiale via donatore o maternità surrogata, le coppie cristiane potrebbero considerare una delle quattro possibilità menzionate all’inizio, che sono largamente considerate moralmente accettabili secondo le Scritture. Se ritengono che la fecondazione artificiale via donatore o la maternità surrogata siano opzioni accettabili per loro, dovrebbero procedere con preghiera e prendere una decisione secondo la loro fede e la loro coscienza.
In conclusione: Avere e allevare figli porta grande gioia e nei casi in cui una coppia sia sterile (statisticamente una coppia su sei) potrebbe generarsi un grande dolore. Secondo le dottrine bibliche è accettabile adottare un bambino o usare uno dei vari metodi morali disponibili per tentare di concepire. Anche se è moralmente giusto adottare simili metodi, non è moralmente imperativo. Le coppie he non possono concepire non sono moralmente obbligate a cercare di averli. Non c’è niente d’immorale nel non avere figli. Chi vuole figli ma è impossibilitato ad averne e vuole cercare di farlo in un modo compatibile con la morale cristiana, può utilizzare metodi morali per cercare di concepire. Che una coppia decida di avere figli o, se impossibilitata a farlo, scelga di adottarli, oppure decida di non avere figli del tutto, dipende esclusivamente da loro.
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
1 Wayne Grudem, Christian Ethics (Wheaton: Crossway, 2018).
2 Salmi 127,3–4.
3 Malachia 2,15.
4 Genesi 11,30; 16,1.
5 Genesi 29,31.
6 Giudici 13,2.
7 1 Samuele 1,2–18.
8 Luca 1,7.
9 Genesi 30,1.
10 1 Samuele 1,10.
11 Luca 1,6 NR.
12 1 Corinzi 4,15.
13 1 Timoteo 1,2.
14 1 Pietro 5,13.
15 Galati 4,4–6.
16 Giacomo 1,27.
17 Grudem, Christian Ethics, 772.
18 https://directors.tfionline.com/post/living-christianity-safeguarding-human-life-part-5/
Pubblicato originariamente in inglese l’11 febbraio 2020.