Gesù – la sua vita e il suo messaggio: il discepolato (parte 1)

Aprile 17, 2018

di Peter Amsterdam

[Jesus—His Life and Message:Discipleship (Part 1)]

I Vangeli raccontano la storia della vita, del ministero, della morte e della risurrezione di Gesù; parlano anche dei suoi insegnamenti a quelli che lo seguirono come discepoli. Nei quattro Vangeli leggiamo delle interazioni di Gesù con i suoi seguaci e del loro percorso spirituale nella comprensione di chi Lui era veramente. In questo e in altri articoli successivi, ci concentreremo su ciò che Gesù insegnò ai suoi discepoli, sulle questioni che sorsero per come a volte essi fraintesero i suoi insegnamenti e il modo in cui questi insegnamenti possono riferirsi a chi lo segue oggi.

Prima di esaminare le istruzioni specifiche date da Gesù ai suoi seguaci e riguardanti il discepolato, potrebbe esserci utile dare un’occhiata al ritratto generale che i Vangeli fanno di questo discepolato.1 Tutti i Vangeli contengono alcune similarità riguardo ai discepoli di Gesù, ma ci sono anche alcune differenze. Per esempio, il Vangelo di Luca parla dei dodici discepoli (che Gesù designò come apostoli) oltre a un organismo più vasto composto di settantadue discepoli, oltre ai dodici, che non sono menzionati negli altri Vangeli. Il Vangelo di Luca parla di una “folla di discepoli”.

E quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli, e ne scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli.2

l Signore ne designò altri settanta e li mandò a due a due davanti a sé, in ogni città e luogo dove egli stava per recarsi.3

Quando egli fu vicino alla discesa del monte degli Ulivi, tutta la folla dei discepoli iniziò con gioia a lodare Dio a gran voce per tutte le opere potenti che avevano visto4

I Vangeli dipingo i discepoli come persone comuni che commettevano errori, fraintendevano le parole Gesù, litigavano tra loro, esibivano orgoglio ed egoismo, ma allo stesso tempo rimasero con Gesù quando gli altri se ne andarono e alla fine riuscirono a capire che Gesù era il Messia, il Figlio di Dio.

Simon Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».5

Ai tempi di Gesù, gli Ebrei che volevano onorare Dio ubbidendo pienamente alla sua Parola a volte diventavano discepoli di un rabbino. Per farlo dovevano prendere l’iniziativa di identificare e scegliere un rabbino specifico da cui imparare e da servire, poi iniziavano con lui un rapporto maestro–discepolo. Quando si trattò dei suoi discepoli, Gesù rovesciò il solito procedimento, perché fu Lui a scegliere i suoi seguaci, o almeno alcuni di loro.

Poi Gesù, passando oltre, vide un uomo che sedeva al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, alzatosi, lo seguì.6

E disse loro: «Seguitemi e io vi farò pescatori di uomini».7

Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.8

Anche se fu Gesù a scegliere e chiamare i suoi discepoli, furono loro a rispondere alla sua chiamata, come vediamo nei casi dei fratelli Simone (Pietro) e Andrea, che lasciate subito le loro reti, lo seguirono,9 e Giacomo e Giovanni, che lasciato Zebedeo loro padre nella barca con gli operai, lo seguirono.10 Rispondere alla chiamata del discepolato portò un notevole cambiamento nello stile di vita dei discepoli.

Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per causa mia, la salverà. Che giova infatti all’uomo guadagnare tutto il mondo, se poi rovina se stesso e va in perdizione?11

Significava anche iniziare un rapporto nuovo con altri credenti all’interno della famiglia di Dio:

Mentre egli parlava ancora alle folle, ecco sua madre e i suoi fratelli i quali, fermatisi fuori, cercavano di parlargli. E qualcuno gli disse: «Ecco tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori e cercano di parlarti». Ma egli rispondendo, disse a colui che lo aveva informato: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». E, distesa la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli. Poiché chiunque fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello, sorella e madre».12

Seguire il percorso del discepolato durante la vita di Gesù significava giurare la propria fedeltà a Cristo; lo stesso vale per oggi. Questa fedeltà prese forme diverse nei Vangeli. Ai dodici apostoli, oltre agli altri discepoli di Gesù, fu richiesto di abbandonare tutto – le loro professioni, i loro beni e la loro famiglia – per seguire Gesù nel suo ministero, che comportava viaggiare regolarmente da un posto all’altro.

Se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. Con lui vi erano i dodici e alcune donne […] Maria, detta Maddalena […]Giovanna, moglie di Cuza, l’amministratore di Erode; Susanna e molte altre che assistevano Gesù e i dodici con i loro beni.13

Qui leggiamo di discepoli, maschi e femmine, che viaggiavano con Gesù durante il suo ministero.

I discepoli erano tenuti a offrire la loro lealtà a Gesù prima che a chiunque altro. Ciò non voleva dire che non avevano più obblighi di amore e lealtà verso i loro genitori e la loro famiglia, ma la loro lealtà principale andava a Gesù.

Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me. E chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me.14

Se qualcuno mi vuole seguire, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la ritroverà.15

Anche se tutti i discepoli dovevano calcolare il costo del discepolato, la chiamata a lasciare ogni cosa e seguire Gesù nei suoi viaggi di città in città non era per tutti. Lo vediamo, per esempio, nella storia dell’uomo che dopo essere stato liberato da un demonio implorò Gesù di permettergli di seguirlo come discepolo. La risposta di Gesù fu: «Va’ a casa tua dai tuoi, e racconta loro le grandi cose che il Signore ti ha fatte, e come ha avuto pietà di te». Ed egli se ne andò e cominciò a proclamare nella Decapoli le grandi cose che Gesù aveva fatte per lui. E tutti si meravigliavano.16 L’uomo ubbidì a Gesù e predicò parlando di Lui con successo, in questo modo comportandosi da discepolo anche se non si unì a Gesù nei suoi viaggi.

Giuseppe d’Arimatea divenne un discepolo, a un certo punto, ma a quanto pare rimase all’interno della classe dirigente religiosa ebraica. Era un rispettabile membro del consiglio,17un uomo ricco,18 ma era anche un discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei.19 Dimostrò la sua lealtà di discepolo quando si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato comandò che il corpo gli fosse consegnato. E Giuseppe, preso il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito; e lo mise nel suo sepolcro nuovo, che egli si era fatto scavare nella roccia.20 Anche ai tempi di Gesù, non sempre i discepoli lasciavano il lavoro, la casa o la famiglia, ma erano lo stesso chiamati discepoli.

Dai Vangeli risulta chiaro che i discepoli erano tutt’altro che perfetti e spesso non capivano quello che Gesù stava insegnando. Vediamo anche che la loro comprensione aumentò con il passar del tempo. Leggiamo che, nonostante le loro debolezze, Gesù insegnò loro21 e li corresse,22 così che diventarono abbastanza forti da fare altri discepoli e contribuire a diffondere il vangelo nel loro mondo.

Tutti i Vangeli ci fanno capire quello che Gesù insegnò ai discepoli, ma il Vangelo di Luca e il libro degli Atti, scritti entrambi da Luca, ci danno una visione sia degli insegnamenti di Gesù sia di come furono applicati nella prima chiesa. Insieme, ci danno un’idea di cosa voleva dire il discepolato nel periodo successivo alla risurrezione di Gesù. Nel libro degli Atti, scopriamo che la parola discepoli era sinonimo di credenti.

Negli Atti degli Apostoli, Luca parla del credere in Gesù e del seguirlo come se fossero sinonimi del discepolato. Chiama quelli che credono in Gesù e seguono i suoi insegnamenti seguaci della “Via”. Un esempio di questo è l’episodio in cui il fariseo Saulo (che dopo aver creduto in Gesù divenne l’apostolo Paolo) chiese al sommo sacerdote giudaico lettere per le sinagoghe di Damasco affinché, se avesse trovato alcun seguace della Via, uomini o donne, li potesse condurre legati a Gerusalemme.23 In seguito disse: Io ho perseguitato fino alla morte questa Via, legando e mettendo in prigione uomini e donne.24 Quelli che seguivano la Via erano i credenti – i discepoli – che erano perseguitati per la loro fede.

Poi leggiamo della conversione di Paolo e del periodo che passò a Damasco a predicare. Dopo qualche tempo ci fu un complotto per ucciderlo e i discepoli lo aiutarono a fuggire. Andò a Gerusalemme, dove cercava di unirsi ai discepoli, ma avevano tutti paura di lui, non potendo credere che egli fosse un discepolo.25 Non credevano che fosse un credente, dato che fino a poco tempo prima aveva perseguitato i credenti.

Più in avanti negli Atti, leggiamo che Paolo giunse a Efeso e trovati là alcuni discepoli, disse loro: «Avete ricevuto lo Spirito Santo, quando avete creduto?». Quelli gli risposero: «Non abbiamo neppure udito che vi sia uno Spirito Santo».26 Queste persone che credevano in Gesù (qui chiamate discepoli) non avevano sentito parlare dello Spirito Santo. Dopo che Paolo e Barnaba ebbero predicato in diverse città, leggiamo che tornarono da loro, confermando gli animi dei discepoli ed esortandoli a perseverare nella fede, e dicendo che attraverso molte afflizioni dobbiamo entrare nel regno di Dio. E dopo aver designato per loro degli anziani in ciascuna chiesa27 Anche qui leggiamo che i credenti sono chiamati discepoli e anche che furono designati degli anziani responsabili dei discepoli/credenti.

Luca pone l’accento sul fatto che entrare nella Via della salvezza e del discepolato, cioè essere un credente e un seguace, avviene mediante la fede in Gesù. Troviamo un primo cenno alla “Via” nella prima parte del libro degli Atti; poi, nell’ultima parte del libro e nelle Epistole, scopriamo che i credenti cominciarono a essere noti come “la chiesa”. I membri della Via e la chiesa alla fine furono chiamati Cristiani:

Per la prima volta ad Antiochia, i discepoli furono chiamati Cristiani.28

“Discepoli”, seguaci della Via” e “Cristiani” erano tutti termini usati in riferimento a chi credeva in Gesù. Quando riconosciamo che essere Cristiani è sinonimo di essere discepoli di Gesù, concordiamo che quello che Gesù dice a proposito di ciò che i discepoli devono credere e fare, si applica a tutti noi credenti. Non sono solo indicazioni per le persone che sono state chiamate a un servizio cristiano a tempo pieno, come i missionari, gli operatori cristiani, i pastori o i predicatori. Le parole di Gesù erano dirette a tutti i credenti e siamo tutti tenuti a credere in quelle parole e a metterle in atto. Molte di quelle parole costituiscono una vera sfida, specialmente quelle che parlano della nostra fedeltà a Cristo sopra ogni altra cosa. Gli insegnamenti di Gesù sull’altruismo, sul prendere ogni giorno la nostra croce, seguire le sue orme e ridimensionare il nostro rapporto con le ricchezze materiali, richiedono azione e cambiamento – che richiedono a loro volta cambiamenti interni nel nostro modo di pensare e cambiamenti esterni nel nostro modo di vivere. Essere un cristiano/discepolo richiede la comprensione di ciò che Gesù ha insegnato e la sua applicazione alla nostra vita quotidiana.

I prossimi articoli parleranno degli insegnamenti e delle parole di Gesù riguardanti il discepolato, con l’obiettivo di spargere più luce su ciò che la chiamata di Gesù al discepolato comporta per noi che crediamo in Lui e nella sua Parola.


Nota

Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


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1 (Vari punti di questo articolo sono presi e riassunti dalla sezione “Discipleship”, di M. J. Wilkins, in The Dictionary of Jesus and the Gospels (Edito da Joel B. Green and Scot McKnight. Downers Grove: Inter Varsity Press, 1992), 182–188.

2 Luca 6,13.

3 Luca 10,1.

4 Luca 19,37.

5 Matteo 16,16 NR.

6 Matteo 9,9.

7 Matteo 4,19.

8 Giovanni15,16 NR.

9 Marco 1,18.

10 Marco 1,20.

11 Luca 9,23–25.

12 Matteo 12,46–50.

13 Luca 8,1–3.

14 Matteo 10,37–38.

15 Matteo 16,24–25.

16 Marco 5,19–20.

17 Marco 15,43.

18 Matteo 27,57.

19 Giovanni 19,38.

20 Matteo 27,58–60.

21 Marco 4,10–34.

22 Matteo 16,5–12.

23 Atti 9,1–2.

24 Atti 22,4.

25 Atti 9,26.

26 Atti 19,1–2.

27 Atti 14,22–23.

28 Atti 11,26.


Pubblicato originariamente in Inglese il 12 settembre 2017.