La prova che funziona – Parte uno

Gennaio 16, 2016

di Maria Fontaine

[Proof It Works – Part One]

Qualche tempo fa ho sentito parlare di un eccellente studio accademico che ritengo possa essere molto utile a ognuno di noi per rinsaldare le nostre convinzioni come messaggeri di Dio, in qualunque posto Gesù ci chieda di vivere. Le prove presentate in questo studio dal sociologo Robert Woodberry1 possono esserci di grande aiuto per formulare una descrizione basata sui fatti, convincete e irrefutabile, dell’influenza positiva del Cristianesimo. Ecco alcuni commenti riportati in un articolo di Christianity Today a proposito di questo studio:

Quando i colonizzatori bianchi in Sud Africa minacciarono di impossessarsi delle terre degli indigeni, (il missionario bianco del 19° secolo, John) Mackenzie aiutò il suo amico e alleato politico Khama III a recarsi in Inghilterra. Là, Mackenzie e i suoi colleghi presentarono petizioni, tradussero per Khama e altri due capi indigeni durante alcune manifestazioni politiche e organizzarono perfino un incontro con la regina Vittoria. Alla fine i loro sforzi convinsero la Gran Bretagna a promulgare un accordo di protezione delle terre. Senza tutto questo, probabilmente la nazione del Botswana oggi non esisterebbe.

Un “sociologo tranquillo ma insistente” di nome Robert Woodberry ha proposto il convincente argomento scientifico che gli annali delle missioni protestanti occidentali hanno “incluso molti John Mackenzie”.

Per darvi un’idea più chiara di ciò che è stato presentato in quell’occasione, ho chiesto a una delle mie collaboratrici di riassumere l’articolo e lo studio di Woolberry, di cui includo alcune parti in questa mia presentazione.

Woodberry e la sua squadra hanno passato quattordici anni a raccogliere dati per la ricerca, dando sostegno alla precisa affermazione che le zone in cui in passato c’è stata una presenza significativa di missionari protestanti sono in media più sviluppate economicamente, hanno una salute migliore, una minore mortalità infantile, una corruzione meno diffusa, una maggior alfabetizzazione, hanno raggiunto più traguardi a livello scolastico (specialmente per ciò che riguarda le donne) e dispongono di una presenza più vasta nelle associazioni non governative.

Woodberry ha concluso che gli effetti positivi dei missionari sulla democrazia sono stati originati dai cosiddetti “protestanti convertitori” (PC), che lui definisce come persone che “(1) cercano attivamente di convincere gli altri della propria fede, (2) rimarcano l’importanza della lettura della Bibbia nella lingua locale e (3) credono che a salvare la gente siano grazia, fede e scelta personale, non l’appartenenza a un gruppo o qualche sacramento. I PC non sono necessariamente ortodossi o conservatori”. Penso che questi tre punti assomiglino molto all’approccio di LFI!

I religiosi protestanti finanziati dallo stato, come i missionari cattolici prima degli anni ’60, non hanno avuto un effetto analogo nelle zone in cui hanno operato. A quanto pare, essere indipendenti da controlli governativi ha fatto una grande differenza nell’efficacia dei missionari. Woodberry ha scoperto che i missionari che non erano finanziati da fonti statali avevano maggior sostegno dalla gente comune. Erano quei missionari a fare maggiori sforzi nelle campagne contro gli abusi e a guidare la gente comune nella lotta per proteggere le loro terre, a mettere fine al commercio dell’oppio, a combattere gli abusi dei proprietari terrieri, ad avere ruoli importanti nell’abolizione della schiavitù e così via. Lo facevano per amore della gente, perché avevano a cuore i loro interessi, vedevano i torti che avevano subito e volevano aiutare a sistemare le cose.

Questi missionari hanno anche lottato per l’alfabetizzazione e l’istruzione di massa, sapendo che se tutti sono uguali agli occhi di Dio, tutti devono poter avere accesso alla Bibbia nella loro lingua e quindi devono saper leggere. Facendo in modo che la gente potesse imparare a leggere la Bibbia, l’aiutavano allo stesso tempo a uscire dalla povertà e formare dei movimenti democratici.

Philip Jenkins, professore di storia alla Baylor University, ha detto, a proposito di questo studio:

“Per quanto io abbia cercato di individuarvi dei punti deboli, la teoria regge. Ha importanti ripercussioni sull’intero studio del Cristianesimo”.

Un altro professore ha detto:

“[Questo studio è] incredibilmente sofisticato e ben fondato”.

Su questo studio, il Dr. Robin Grier, professore all’Università dell’Oklahoma, ha detto:

“Non sono religioso. […] Non mi sono mai sentito molto a mio agio con l’idea [del lavoro missionario]; mi è sempre sembrato imbarazzante. Poi ho letto il lavoro di Bob e ho pensato: Ehi, è una cosa sorprendente. [Questi missionari] hanno lasciato un’eredità duratura. Ha cambiato il mio punto di vista e mi ha fatto ripensare alle cose.

L’artico su Christianity Today continua col dire:

“Oltre una dozzina di ricerche hanno confermato le scoperte di Woodberry. Questo crescente insieme di ricerche sta iniziando a cambiare il modo in cui studiosi, volontari ed economisti vedono la democrazia e lo sviluppo”.

Questa è una prova chiara e convincente del potere dei missionari nel portare benefici positivi alle culture e ai singoli individui, e di avere un forte, stabile impatto per il bene nel mondo.

Come Cristiani, siamo chiamati a essere ambasciatori di verità, amore, saggezza e libertà. Per via dell’amore incondizionato di Gesù nei nostri confronti, siamo pronti a sacrificarci per il bene degli altri. Per molte persone questa è una prova irrefutabile che ciò che diciamo loro dell’amore di Dio è vero. Cambia la vita delle persone e si pone contro i tantissimi mali con cui lotta l’umanità, come guerre, violenza, avidità, sfruttamento e lotta per il potere. Le nostre azioni e parole amorevoli indicano una via migliore.

Che compito idealistico, profondo ed encomiabile! Per questo in molti dei paesi in cui hanno lavorato, i missionari sono rispettati dalla popolazione locale. L’opera missionaria cristiana ha portato enormi benefici a nazione dopo nazione ed è stata una forza grandissima nella vita di milioni di persone.

L’esperienza di vita ottenuta come missionario può formare una parte preziosa nel curriculum di una persona. È una cosa di cui potete andare orgogliosi, perché indica un alto livello di dedizione, carattere morale, affidabilità, interesse per gli altri, autodisciplina, onestà e determinazione nel raggiungere gli obiettivi. Queste sono fra le caratteristiche più apprezzate praticamente per qualsiasi impiego.

Essere missionari richiede dedizione e determinazione. Bisogna essere disposti a difendere le cose in cui si crede, per realizzare i propri scopi, sia in qualche lontano campo di missione, sia nel vostro paese natale.

La vostra fede e la verità e l’amore di Gesù sono ottime qualità, se le mettete in azione. Guardate i dodici discepoli. Quando andavano dietro a Gesù, osservando quello che faceva e diceva, non si facevano notare molto. Quando però cominciarono a prendere posizione e a usare ogni opportunità per dimostrarsi orgogliosi della fede, dell’addestramento e della dedizione che li motivavano, perfino i dotti leader dei loro giorni, alcuni dei quali li odiavano, dovettero meravigliarsi.

Come i discepoli, probabilmente anche voi incontrerete opposizione. Ma conoscere la verità di come Gesù vi ha cambiato e quello che potete offrire agli altri, può rendervi liberi. Così, usate i fatti – le prove dell’impatto che può avere Gesù quando lavora attraverso di voi – per far vedere di cosa fate parte come Cristiani. Alcuni apprezzeranno il valore di una forte fede nel Signore, altri no, ma il suo impatto sul mondo parlerà da solo. Più permetterete al suo Spirito di brillare attraverso di voi, più vite sarete in grado di influenzare e cambiare per il meglio dovunque vi troviate.

Voi fate parte del bene, storicamente dimostrato, che i Cristiani hanno da offrire. L’influenza dei vostri sforzi continuerà a cambiare questo mondo e a portare avanti il retaggio di verità, libertà e determinazione che Gesù ci ha dato e che ci farà gioire quando Lui ritornerà.

L’articolo di Christianity Today su Robert Woodberry è intitolato “La sorprendente scoperta su quei missionari proselizzatori e colonialisti”, è scritto da Andrea Palpant Dilley ed è disponibile in inglese qui. (È disponibile anche via Google News, mediante una ricerca.)

Potete trovare lo studio originale di Woodberry, datato 2012, qui.


1 Robert Woodberry è un professore associato di Scienze politiche e il direttore del Progetto sulla Religione e il Cambiamento Economico presso la National University di Singapore. È anche un ricercatore non residente per il Progetto sulla Libertà Religiosa, al Berkeley Center, nel quale ha fatto parte del Progetto Cristianesimo e Libertà. Woodberry è un sociologo specializzato nello studio dell’influenza della religione sullo sviluppo politico e il cambiamento economico.


Pubblicato originariamente in Inglese il 14 aprile 2015.