Più simili a Gesù: il carattere cristiano (parte 2)
Maggio 20, 2017
di Peter Amsterdam
Più simili a Gesù: il carattere cristiano (parte 2)
[More Like Jesus: Christian Character (Part 2)]
(Questo libro si basa su alcuni punti presi dal libro The Practice of Godliness, di Jerry Bridges.1)
Come abbiamo visto in un precedente articolo, Il fondamento della somiglianza a Cristo, diventare più simili a Gesù richiede la devozione a Dio, che ha le sue radici nella nostra venerazione di Dio e nella comprensione dell’amore che ha per ciascuno di noi individualmente. Essere centrati su Dio ci permette di migliorare il nostro carattere cristiano. Il nostro amore per Dio e la nostra dedizione a Lui danno allo Spirito Santo l’opportunità di trasformare il nostro caratte e di sviluppare i frutti dello Spirito – amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fedeltà, mansuetudine e autocontrollo. Oltre a questi frutti specifici, qualsiasi altra caratteristica elogiata nelle Scritture come santa può essere vista come un frutto dello Spirito, per esempio l’umiltà, la compassione, la gratitudine, la contentezza e così via.
Anche se manifestare questi frutti potrebbe sembrare difficile, possiamo consolarci sapendo che miglioriamo in questi campi grazie all’opera dello Spirito dentro di noi. Naturalmente ciò non significa che lo Spirito Santo fa tutto e noi non abbiamo alcuna responsabilità per lo sviluppo di un carattere cristiano. Dobbiamo essere aperti e collaborare con lo Spirito Santo, dobbiamo adempire le nostre responsabilità per diventare sempre più simili a Cristo mediante le indicazioni e la potenza dello Spirito. Non diventiamo simili a Cristo senza che lo Spirito di Dio operi in noi.
Altri articoli esamineranno nei particolari i frutti dello Spirito; prima, però, ci sono alcuni principi generali che sarebbe utile menzionare, perché si applicano a tutti gli aspetti di un carattere cristiano.
I motivi giusti
Il primo principio è avere i motivi giusti. Vogliamo allontanarci dai motivi che sono egocentrici invece che Dio-centrici. Anche se essere simili a Cristo in genere ci fa avere una buona reputazione davanti agli altri e ci fa sentire soddisfatti di noi stessi, questa non dovrebbe essere la nostra motivazione per farlo. La nostra devozione a Dio dovrebbe essere il nostro motivo per compiere le azioni che gli fanno piacere. Possiamo vedere questo motivo nel Vecchio Testamento, nella storia di Giuseppe, quando la moglie di Potifar cercò di sedurlo. Non la respinse in base a “se lo facessi e il mio padrone lo scoprisse, mi farebbe fuori”. Invece disse:
Come potrei io fare questo grande male e peccare contro Dio?2
Jeff Bridges ha scritto:
Mi ricordo che una volta sono stato tentato dall’opportunità di intraprendere una transazione finanziaria questionabile, una di quelle situazioni grigie in cui tendiamo a razionalizzare le nostre azioni. Riflettendo sulla questione, ho pensato: “È meglio di no; potrei incorrere nei castighi divini”. Naturalmente, quando tutto il resto fallisce, è certamente meglio essere frenato dalla paura dei castighi di Dio che andare avanti con il nostro peccato. Quello, però, non è il motivo giusto. In quella situazione lo Spirito Santo è venuto in mio aiuto e ho pensato: Quello (la paura del castigo di Dio) è certamente un motivo immeritevole; il vero motivo per cui non dovrei farlo è che Dio è degno della mia condotta più onorevole. Lo Spirito Santo mi ha aiutato a riconoscere l’egocentrismo dei miei motivi iniziali e focalizzare correttamente i miei motivi su Dio.3
I motivi delle nostre azioni dovrebbero provenire da un senso di devozione a Dio. L’apostolo Paolo ha detto:
Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.4
La fonte della forza
La fonte della forza di vivere in maniera devota è in Cristo; quindi il mezzo per avere quella forza è il nostro rapporto con Lui. Gesù ha detto:
Dimorate in me e io dimorerò in voi; come il tralcio non può da sé portare frutto se non dimora nella vite, così neanche voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto, poiché senza di me non potete far nulla.5
Dimorando in Cristo sviluppiamo un carattere santo e diventiamo più simili a Gesù. La forza di trasformarci viene da fuori. Dobbiamo collegarci alla fonte – Gesù – e restare collegati a Lui, dimorando in Lui e nella sua Parola, restando in comunione con Lui mediante la preghiera.
Responsabilità e dipendenza
Il principio successivo è che, anche se la forza per avere un carattere santo viene da Cristo, la responsabilità di sviluppare e manifestare quel carattere è nostra. Ci viene detto di allontanarci dal male e fare il bene;6 cercare la pace e adoperarci per essa; cercare la giustizia, la pietà, la fede, l’amore, la pazienza e la mansuetudine;7 esercitarci nella pietà;8 vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo.9 Anche se possiamo rivolgerci al Signore per avere la grazia e la forza di diventare sempre più simili a Cristo, non possiamo lasciar fare tutto a Lui e aspettarci che ci renda santi. Alcuni sforzi, anzi, un bel po’ di sforzi, sono richiesti anche a noi. Così si ritorna al concetto di “rivestirsi” e “spogliarsi” che abbiamo visto in articoli precedenti.10 In un certo senso siamo totalmente dipendenti dal Signore, per mezzo dello Spirito, per trasformarci; allo stesso tempo siamo totalmente responsabili di fare la nostra parte per renderlo possibile. Siamo tenuti a ricercare attivamente la volontà morale di Dio, a dedicarci a Dio, a fare tutto il possibile per sviluppare un carattere cristiano, a vivere secondo gli insegnamenti delle Scritture e in linea con esse, mentre allo stesso tempo dipendiamo dal Signore per essere trasformati nella sua immagine mediante la potenza dello Spirito Santo.
E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito.11
Una crescita equilibrata
Quando ci sforziamo di diventare più simili a Cristo, vogliamo permettere a tutti i frutti dello Spirito di crescere nella nostra vita, compresi quelli che non sono inclusi nell’elenco di Galati 5,22-23. Fra essi ci sarebbero caratteristiche come compassione, umiltà ecc. Diventare più simili a Cristo non ha a che fare con personalità o temperamento, ma con il cercare di crescere, con l’aiuto dello Spirito di Dio, in ogni area del carattere cristiano. Tutti abbiamo nella nostra personalità punti che in parte si conformano con i tratti del carattere cristiano. Alcune persone hanno una natura generosa, altruista, paziente ecc.; ma anche in quelle aree lo Spirito di Dio ci spinge a crescere, spesso dopo aver affrontato una sfida che ci ha chiesto di fare un passo in più o uno sforzo in più. Inoltre ci sono frutti dello Spirito che potrebbero perfino contrapporsi alla nostra personalità e richiederanno molta più attenzione per crescere.
Per esempio, una persona allegra e ottimista potrebbe trovare naturale avere gioia e compassione, tuttavia potrebbe trovare difficile avere autocontrollo o essere fedele nelle sue responsabilità. Oppure una persona calma e pacifica, che usualmente non dimostra molte emozioni, potrebbe incontrare difficoltà con il frutto della gioia. Chi è autodisciplinato di natura potrebbe spazientirsi con chi ha problemi in quel campo e avere bisogno dell’aiuto dello Spirito per trattare gli altri con pazienza e gentilezza. Chi è altruista, sensibile ai bisogni degli altri e sempre disposto a dare una mano, potrebbe avere la tendenza a criticare altri che fanno di meno e quindi avrebbe bisogno di concentrarsi di più sull’amore e la bontà.
Non importa quali attributi ci vengano naturali; abbiamo tutti bisogno di manifestare maggiormente i frutti dello Spirito. Ognuno di noi incontra varie difficoltà quando si tratta di dimostrare i frutti dello Spirito nella sua vita. Quando non dimostriamo naturalmente certi frutti, non è sufficiente dire: “Sono fatto così”: Il principio da imparare a mettere in pratica è che siamo tutti responsabili di esibire in maniera equilibrata tutte le caratteristiche di un carattere cristiano. Alcune di queste caratteristiche sono più impegnative di altre. Ci vorranno più preghiera e più attenzione, ma ciò fa parte del nostro addestramento per diventare simili a Cristo. Ricorda, diventare più devoti richiede sia lo “spogliarsi” che il “rivestirsi” e, proprio come gli atleti che vogliono avere successo nel loro sport devono lavorare sodo per rinforzare i loro punti deboli, anche noi dobbiamo fare uno sforzo per manifestare tutti i frutti dello Spirito.
Crescita progressiva
La crescita per diventare simili a Gesù e avere un carattere cristiano è progressiva. Per quanto possiamo crescere, ci sarà sempre spazio per crescere di più. Come gli atleti che devono allenarsi regolarmente per mantenere i progressi fatti, anche noi dobbiamo continuare a crescere in religiosità; se non progrediamo regrediamo. Che ce ne rendiamo conto o no, le decisioni che prendiamo regolarmente e le abitudini che formiamo vanno a formare il nostro carattere. Riferendosi ai falsi maestri, l’apostolo Pietro ha scritto:
Hanno il cuore esercitato alla cupidigia.12
È sottinteso che possiamo esercitarci, non soltanto alla religiosità, ma anche all’empietà.
Jerry Bridges osserva:
L’uso che Pietro fa della parola esercitare ha implicazioni che ci fanno riflettere. È possibile esercitarci, o addestrarci, nella direzione sbagliata! È ciò che avevano fatto questi falsi maestri. Avevano praticato la cupidigia così bene che ne erano diventati esperti – avevano addestrato il cuore alla cupidigia! Così, il nostro cuore cresce ogni giorno in una certa direzione. La domanda allora è: in quale direzione stiamo crescendo? Lo facciamo verso un carattere religioso o empio? Cresciamo in amore o in egoismo; in asprezza o in pazienza; in cupidigia o in generosità; in onestà o disonestà; in purezza o in immoralità? Ogni giorno ci esercitiamo in una direzione o nell’altra con i pensieri che abbiamo, le parole che diciamo, le azioni che intraprendiamo, le cose che facciamo.13
Maturare un carattere cristiano richiede la comprensione del rapporto intimo tra la condotta e il carattere. Quando ripetiamo più volte un’azione (buona o cattiva che sia), alla fine questa diventa abituale; entra a far parte di ciò che siamo, del nostro carattere. Allo stesso tempo, anche il nostro carattere può determinare le nostre azioni; per esempio, se abbiamo un carattere generoso, è più probabile che aiuteremo una persona nel bisogno, perché il nostro carattere ci spinge ad agire in maniera generosa. Se invece siamo egoisti di natura, ma ci esercitiamo a superare il nostro egoismo, allora ci sforzeremo di aiutare regolarmente le persone bisognose e più lo faremo, più diventerà una seconda natura e svilupperemo un carattere altruista. Quello che facciamo, diventiamo; quello che siamo, facciamo. Per questo è molto importante praticare la religiosità ogni giorno, sia per quel che riguarda la condotta sia per quel che riguarda il carattere.
Aspettative ragionevoli
Crescere a somiglianza di Cristo richiede impegno e determinazione, oltre all’opera potente dello Spirito Santo dentro di noi. Nelle Scritture si parla di molte caratteristiche buone e sarebbe arduo e irrealistico cercare di lavorare su tutte allo stesso tempo. La formazione del proprio carattere richiede tempo, sia per “rivestirsi” di tratti buoni sia per “spogliarsi” di quelli cattivi. Il punto da cui iniziare va cercato in preghiera, chiedendo al Signore di mostrarti, per mezzo della Parola e del suo Spirito, a quali aree vuole che dedichi la tua attenzione per prime e quando sarà il momento di passare a tratti diversi. Lasciati guidare dallo Spirito Santo.
Non aspettarti di diventare un portento da un giorno all’altro. Ci vuole tempo per cambiare e maturare. Prendi con te stesso l’impegno di acquisire un carattere cristiano, di diventare più simile a Gesù; poi lavora in collaborazione con lo Spirito, pregando per avere le indicazioni e la forza necessarie a continuare il lavoro di diventare più santo in fede, azione, condotta e carattere. Fai la tua parte per issare le vele, così che il soffio di Dio possa spingerti nella direzione di una maggior somiglianza a Cristo.
Nota
Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.
1 Jerry Bridges, The Practice of Godliness (Colorado Springs: NavPress, 2010).
2 Genesi 39,9.
3 Bridges, The Practice of Godliness, 60.
4 1 Corinzi 10,31 CEI.
5 Giovanni 15,4–5.
6 Salmi 34,14 NR.
7 1 Timoteo 6,11.
8 1 Timoteo 4,7.
9 Tito 2,12.
10 Puoi trovare gli altri articoli della serie “Più simili a Gesù” che accennano a questo argomento seguendo questi collegamenti: https://directors.tfionline.com/it/post/piu-simili-gesu-introduzione-e-contesto-parte-2/
https://directors.tfionline.com/it/post/piu-simili-gesu-parte-3/
https://directors.tfionline.com/it/post/piu-simili-gesu-immagine-di-dio-parte2/
https://directors.tfionline.com/it/post/piu-simili-gesu-basi-rinnovamento/
https://directors.tfionline.com/it/post/piu-simili-gesu-santita-parte-1/
https://directors.tfionline.com/it/post/piu-simili-gesu-santita-parte-3/
11 2 Corinzi 3,18 NR.
12 2 Pietro 2,14.
13 Bridges, The Practice of Godliness, 70.
Pubblicato originariamente in inglese il 6 dicembre 2016.